(SA) - Tempo di elezioni, ma anche tempo di programmi che debbono essere seri e credibili. Stiamo assistendo ad un s contro che ancora non ha raggiunto il suo punto culminante, ma che già dalle prime avvisagli ci conferma in quello che da tempo prevedevamo: questa sarà una campagna elettorale brutta,

senza esclusione di colpi tra due schieramenti che intanto non hanno avuto la capacità di dare vita a schieramenti unitari di area. Infatti, a contendersi la poltrona di Palazzo Orleans saranno in dieci, dopo l’esclusione di Davide Giacalone (Leali alla sicilia) da parte dalla corte d'Appello perchè non avrebbe raccolto le firme necessarie. Dieci candidati che rappresentano interessi contrastanti e diversi, compresa l’antipolitica che piglia sempre più piede per colpa di una politica o è meglio dire di politici, che hanno fatto di tutto per screditare la politica. Ecco i candidati: Giancarlo Cancelleri (Movimento 5 stelle), Rosario Crocetta (Pd-Udc-Api), Giacomo Di Leo (Partito comunista lavoratori), Cateno De Luca (rivoluzione sicilina), Mariano Ferro (Forconi), Giovanna Marano (Sel, Idv, Verdi e Federazione della sinistra), Gianfranco Miccichè (Grande sud-Mpa-Fli), Nello Musumeci (Pdl-Pid-La Destra), Lucia Pinzone (Voi), Gaspare Sturzo (Ilef-Sturzo presidente). Davide Giacalone (Leali alla sicilia) è stato escluso dalla corte d'Appello: non avrebbe raccolto le firme necessarie. Lo schieramento più frazionato il centro sinistra che si presenta con tre candidati e ben nove sigle di partiti e movimenti che appoggeranno i tre candidati: Rosario Crocetta, Giovanna Marano e Giacomo Di Leo. Sei invece sono le sigle che appoggiano i due candidati del centro destra: Nello Musumeci e Gianfranco Micchichè. Infine, diverse sigle nel nome dell’antipolitica. Un panorama molto variegato, favorito tra l’altro dalla legge elettorale siciliana che favorisce questo sbriciolamento del panorama politico e dalla voglia di un pseudo rinnovamento, all’insegna del “levati tu che mi ci metto io” , che fa il paio con un’altrettanta pseudo affermazione dell’autonomia, che per ironia del caso, viene da quelli che maggiore danno all’autonomia ED Alla Sicilia hanno fatto. Abbiamo seguito con attenzione le prime mosse di questa guerra di slogan che vanno dalla “rivoluzione è cominciata” a tanti altri che si accompagna anche ad una guerra fatta di invettive, di cose dette e subito smentite, di accuse, di promesse, ma fino ad ora non abbiamo incontrato nessun accento che riguardasse i siciliani all’estero. Come mai? Viene da chiedersi. Forse perché gli emigrati non pesano in queste elezioni, visto che il famoso contributo per venire a votare previsto dalla legge 55/80 e successive modifiche prevede e che ora da anni viene riportato in bilancio per memoria? Forse perché i problemi della Sicilia sono tanti che quelli che riguardano i siciliani all’estero restano del tutto marginali? O più semplicemente forse perché l’emigrazione, che resta la cenerentola della politica siciliana, non è mai stata capita a fondo dai politici che ne hanno trascurato la grande importanza che essa invece potrebbe rivestire anche dal punto di vista economico. L’emigrazione da tempo infatti viene volutamente trascurata, come se gli oltre settecentomila siciliani ancora in possesso della cittadinanza italiana non avessero alcun diritto da essere rispettato o non avessero diritto all’attenzione da parte di chi governa perché l’emigrazione viene letta come un settore destinato ad essere assistito e quindi in tempi di crisi va abbandonato per mancanza di mezzi e di risorse economiche. Un settore largamente sottovalutato, che non è certo da leggere come assistenza, ma certamente come investimento o come una risorsa nella quale vale la pena investire, perché da esso settore si potrebbe, se opportunamente attenzionato, ricavare una grande ricaduta anche in germini di economia, dando ossigeno alle imprese siciliane, sotto forma di potenziamento di mercati, di sviluppo turistico, di crescita della conoscenza della cultura e della Sicilia all’estero, prima di tutto tra le nostre comunità, che in questo modo verrebbero stimolate e ritornare anche da turisti, ad investire nei centri storici, rivalutando ad esempio un ampio patrimonio edilizio attualmente abbandonato. Da parte nostra, abbiamo cercato in qualche modo di ricordare il problema ed abbiamo cominciato dal candidato Rosario Crocetta al quale abbiamo consegnato un breve promemoria con le cose che riteniamo siano utili alle comunità dei siciliani all’estero. Lo stesso documento cercheremo di farlo avere agli altri candidati, non a tutti e dieci certo, ma solo a quelli papabili che si contendono con qualche speranza di successo la poltrona presidenziale. Inoltre, seguiremo con attenzione questa difficile campagna elettorale, per vedere come si snoda attraverso le varie difficoltà insite in una campagna di questa valenza ed appoggeremo i candidati che in passato ci hanno dato prova di amicizia e di interesse, sostenendo le richieste che di volta in volta abbiamo fatto nel corso degli anni.