Palermo,  - (Adnkronos) - Completata la Giunta per il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo (nella foto), è tempo di mettersi al lavoro per affrontare le tante emergenze dell'Isola. "Innanzitutto c'è - spiega all'ADNKRONOS - la legge sui regimi d'aiuto, che aspetta da mesi, poi la riforma degli Ato rifiuti, che in Sicilia è più che un'emergenza".

Ancora per il governatore siciliano è necessario lavorare sul "riordino della macchina amministrativa con un impiego più produttivo del personale e sulla riforma della formazione professionale, vero punto dolente per la Regione. Direi che qui in Sicilia - puntualizza - c'è quasi tutto da riformare". Un lavoro che impegnerà a tempo pieno Lombardo, che annuncia di voler lasciare la guida del Movimento per l'Autonomia. "Mi dedicherò a tempo pieno al governo della Regione - conclude -. La prossima settimana lascero' il mio incarico e affidero' ad un gruppo di dirigenti la guida del Mpa, che deve evolvere verso il 'Partito del Sud'". "Credo di aver messo insieme una squadra di altissimo livello - dice poi all'indomani della nascita del suo nuovo Esecutivo - Entro martedì o mercoledì assegnerò le deleghe tenendo contro delle propensioni e delle competenze di ciascuno: ci sarà una necessaria rimodulazione per far quadrare il cerchio". Dopo giorni di tensioni ed ultimatum all'interno della maggioranza di centrodestra in Sicilia, infatti, ieri sera il governatore ha indicato i nomi dei tre assessori mancanti all'appello. Un annuncio atteso per tutto il giorno, dopo l'incontro, giovedì scorso a Roma, con il leader del Pdl, Silvio Berlusconi. Un vertice di cui lo stesso Lombardo, all'uscita da Palazzo Grazioli si era detto "molto soddisfatto". Nel Lombardo bis entrano Mario Milone, vicesindaco di Palermo vicino al presidente del Senato Renato Schifani, l'ex forzista Nino Beninati, presidente della commissione Sanità all'Assemblea regionale siciliana legato al guardasigilli Angelino Alfano, e l'ex senatore di An Nino Strano, vicino a Gianfranco Fini e famoso per aver mangiato della mortadella per festeggiare la caduta del governo Prodi. Rimangono fuori dalla nuova Giunta, invece, l'Udc e l'area del Pdl legata al co-cordinatore regionale del Pdl Sicilia, Giuseppe Castiglione, che oggi non ha esitato a definire il nuovo Esecutivo "un governo debole e senza maggioranza all'Ars". Un giudizio che il governatore siciliano liquida come un "isolato mal di pancia". "Subalterni rispetto a Berlusconi? Non direi proprio", dice poi Lombardo replicando al segretario regionale del Pd Sicilia, Francantonio Genovese, secondo il quale "con la nascita del nuovo governo Lombardo l'autonomia regionale, troppo spesso falsamente invocata dal presidente, è morta a Palazzo Grazioli". "Io sono andato a Roma da leader di un partito, con la consapevolezza di ragionare da pari a pari, pur tenendo conto delle 'dimensioni' dei rispettivi partiti - ha sottolineato - Quindi se c'è qualcuno che va nella capitale da subalterno, non sono certo io". "Io non ho mai fatto trattative private con nessuno - ha poi aggiunto - anzi ho detto molti no". Al co-coordinatore regionale del Pdl siciliano, Giuseppe Castiglione, che oggi ha definito il Lombardo bis "un governo debole e senza maggioranza in Aula", il presidente della Regione siciliana replica: "I numeri in Aula? Dovrei straverli. Sono molto fiducioso e spero che Castiglione venga smentito dai fatti. E poi se anche il capo del suo partito (Silvio Berlusconi, ndr) ha dato la sua disponibità, mi auguro adesso che gli uomini del Pdl non facciano le bizze e che si smetta di perdere tempo". Lombardo commenta anche il ddl costituzionale, meglio noto come 'Ddl anti-Lombardo' presentato dai capigruppo pidiellini al Senato, che prevede una modifica allo Statuto siciliano e la possibilità di sostituire il governatore eletto direttamente dal popolo senza la decadenza dell'Assemblea regionale siciliana: "Berlusconi mi ha assicurato che sarà ritirato il ddl depositato in Senato che introduce la sfiducia al presidente della Regione. Adesso leggo che Gasparri, il promotore di questo disegno di legge, ha precisato di non voler fare passi indietro, confliggendo con quanto dichiarato dal suo leader. In ogni caso lo argineremo nelle sedi opportune". Per Lombardo si tratta di "un disegno di legge controproducente per chi lo ha proposto" e di un "vero e proprio assalto alla democrazia e all'autonomia siciliana".