Le parole d’ordine sono ‘campo largo’. Alleanze ampie che superano gli steccati dei vecchi confini di partito per guardare a coalizioni che mettono insieme vecchi ‘nemici’ sotto le insegne di una ritrovata unità. Alle amministrative dell’11 giugno a Palermo e Trapani, le due città più grandi tra quelle chiamate al voto in Sicilia per rinnovare sindaci e consiglieri comunali, sono le larghe intese le vere protagoniste di una campagna elettorale partita anzitempo tra fughe in avanti e passi indietro, bracci di ferro e calumet della pace. Nel capoluogo siciliano i giochi sono ormai fatti. Dopo settimane di tensioni, vertici, incontri romani e assemblee cittadine il Pd ha sciolto il nodo. La speranza di vittoria è affidata al sindaco uscente e ricandidato per la quinta volta alla guida della città, Leoluca Orlando. Le dichiarazioni al vetriolo e le barricate in Consiglio comunale degli anni scorsi sono acqua passata. “Si è creata una frattura innaturale tra noi e la sinistra che ha appoggiato Orlando in questi anni. Quella di oggi è una svolta che chiude con il passato” ha detto nei giorni scorsi il segretario provinciale dei democratici, Carmelo Miceli. Insulti e veleni sono alle spalle. Perché da battere c’è lo spettro della destra e dei populismi. “Vogliamo diventare un polo forte e alternativo – assicura Miceli -. Iniziamo dalle amministrative di Palermo ma avviamo un percorso che ha grandi ambizioni”. Un’esperienza che guarda dritto alle regionali d’autunno, insomma. E sul professore che del ‘no’ ai simboli dei partiti sulle liste ha fatto il suo vessillo durante le difficili trattative non puntano solo i democratici. Perché fianco a fianco ai dem ci sanno gli alfaniani di Ap e i Centristi per l’Europa di D’Alia, tutti insieme nella lista ‘Democraci e Popolari’. Toccherà a Orlando riuscire a mantenere in equilibrio anime diverse, soprattutto perché a sostenerlo nella corsa alla poltrona più alta di Sala delle Lapidi ci sono anche Rifondazione comunista e Sinistra Comune. E se il professore ci riprova. A tentare la rivincita dopo il ko del 2012 proprio contro Orlando è anche Fabrizio Ferrandelli. L’ex Idv, passato al Pd prima di dire addio anche ai democratici e fondare il suo movimento ‘I Coraggiosi’, però, questa volta avrà al suo fianco Forza Italia e Cantiere popolare. Un’intesa che proprio qualche giorno fa ha rischiato di saltare a causa del no di Ferrandelli al simbolo di Fi e l’irrigidimento di Micciché. A fare da pontiere Saverio Romano, capogruppo di Ala alla Camera, ma soprattutto l’ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro. Proprio l’ex presidente della Regione avrebbe giocato un ruolo di primo piano nell’intesa tra gli azzurri e l’ex dem, convincendo il leader de I Coraggiosi ad accettare la lista con le insegne di Forza Italia, anche se con una connotazione territoriale. D’altra parte lo stesso ex presidente della Regione che a Rebibbia ha scontato una condanna per mafia non ha fatto mistero delle sue simpatie per il giovane Ferrandelli. Il Movimento Cinque Stelle sceglie, invece, la strada solitaria. Il suo candidato è Ugo Forello, avvocato e tra i fondatori dell’associazione antiracket Addiopizzo, che alle Comunarie tra defezioni e polemiche al vetriolo ha avuto la meglio sull’altro candidato rimasto in lizza, il poliziotto Igor Gelarda. Accanto ai tre principali sfidanti anche tre outsider: Ismaele La Vardera, giovane giornalista di Villabate ed ex Iena, sostenuto da Noi con Salvini, Fratelli d’Italia e Il Centro Destra, movimento fondato da Alessandro Fontanini, Nadia Spallitta, vice presidente vicario del Consiglio comunale di Palermo, e Ciro Lomonte, candidato di Siciliani liberi. Cinque, invece, i candidati a Trapani. E se qui il Pd ha da tempo scelto il suo volto, Piero Savona, ex consigliere provinciale, già designato candidato sindaco dieci anni e sostenuto anche da altre due liste civiche, è nel centrodestra che lo scenario è più complesso. Da un lato c’è, infatti, Mimmo Fazio, ex sindaco della città dal 2001 al 2012 sotto le insegne di Forza Italia prima e Pdl dopo. Questa volta a sostenerlo, però, non ci sono gli azzurri ma liste civiche: ‘Uniti per il futuro’ e ‘Progetto per Trapani’, a cui dovrebbe aggiungersene una terza. Il suo sfidante nell’area di centrodestra dovrebbe essere il senatore Antonio d’Alì, coordinatore provinciale degli azzurri e uomo forte del Trapanese. Il condizionale è d’obbligo perché l’ufficializzazione ancora non c’è e potrebbe arrivare nelle prossime ore. Per domani, infatti, il senatore azzurro ha convocato i suoi all’Hotel Baia dei Mulini di Erice a partire dalle 9.30. Sul tappeto il suo ‘Progetto per il territorio’, che vede insieme oltre agli azzurri, il Psi di Nino Oddo, Noi con Salvini e Noi per Trapani, quest’ultimo vicino a Movimento sovranista di Alemanno e Storace. Una grosse koalition che nei giorni scorsi ha fatto storcere il naso proprio ai democratici. Così il segretario dei dem di Trapani ha preso carta e penna e ha scritto ai vertici del partito, nazionali, regionali e provinciali, per chiedere una verifica dei rapporti con i socialisti. “A Trapani un locale e partiticamente autorevole esponente dei socialisti, onorevole Salvatore Oddo, detto Nino – scrive Brillante -, si allea con il blocco della destra più nitida, conservatrice e nazionalista, come fosse la cosa più naturale del mondo”. Il caso è servito. Resta, invece, la suspense in casa Cinque Stelle, dove il candidato sindaco dovrebbe essere annunciato nei prossimi giorni durante una grande convention. Nel frattempo, però, sul sito internet trapanierice5stelle.it e sulla pagina Facebook del movimento è stato pubblicato un avviso pubblico per candidarsi a ricoprire un posto da assessore. Per farlo c’è tempo fino al 25 aprile e gli aspiranti dovranno rispondere a precisi requisiti. Qualcuno, però, è un po’ più difficile da soddisfare al momento. Tra le richieste, infatti, c’è quella di non avere legami di parentela fino al terzo grado con il candidato sindaco e con i candidati al Consiglio comunale delle liste del Movimento 5 Stelle. Peccato, però, che i nomi ancora non si conoscano. Il quinto candidato, infine, è un avvocato: Giuseppe Marascia, sostenuto dal movimento ‘Città a misura d’uomo’. Per lui già pronti i primi due assessori: Anna Maria Campo con delega ai Servizi scolastici, culturali e sociali, e Roberto Rao, a cui spetterà occuparsi di Territorio e mobilità. (da siciliainformazioni.it - REDAZIONE - Loc/AdnKronos)