La direttiva della Regione è stata perentoria: tenere chiusi i musei a Natale e Capodanno. Gran parte dei siti culturali, dunque, sarà vietata ai visitatori nei due giorni chiave delle feste. “Così fan tutti”, è il ritornello che rimbalza negli uffici dell’assessorato ai Beni culturali, ma la “chiusura dei siti culturali di tutto il mondo” ipotizzata alla Regione non corrisponde alla realtà: dal ministero è arrivata infatti ai musei della Penisola un’indicazione di segno opposto, con la ricerca di un’apertura almeno nel giorno di Capodanno. Così, ad esempio, chi è a Firenze potrà visitare la Galleria degli Uffizi (ma non Palazzo Pitti) il primo dell’anno, e lo stesso giorno a Pompei sarà possibile accedere all’area archeologica. Chi nega le visite a Natale, poi, cerca di compensare eliminando la chiusura del lunedì, che quest’anno cadrà il 26 dicembre: è il caso, ancora una volta, degli Uffizi, che rinunciano al giorno di riposo settimanale proprio per “risarcire” i turisti rimasti a bocca asciutta il giorno prima. Come racconta “Repubblica Palermo” oggi in edicola, porte sbarrate alla Cappella Palatina, alla Neapolis di Siracusa, alla Villa del Casale di Piazza Armerina. In controtendenza la Valle dei templi, il Teatro antico di Taormina e la Gam di Palermo. Orario ridotto a Segesta. Non che il problema sia il personale. Anzi, tutt’altro: Servizi ausiliari Sicilia, la società partecipata della Regione che garantisce il servizio di custodia nei musei, ha già dato la disponibilità a mobilitare i propri uomini. “Noi – dice l’amministratore unico dell’azienda, Sergio Tufano – abbiamo già incontrato i sindacati e abbiamo già anticipato nove dodicesimi del salario accessorio di quest’anno. Possiamo mettere a disposizione da 300 a 350 dipendenti”. Niente a che vedere, dunque, con il caso scoppiato a ridosso di Pasqua, quando per l’esaurimento delle risorse destinate agli straordinari si rischiò la chiusura nei giorni festivi. di ISABELLA DI BARTOLO e CLAUDIO REALE per Repubblica