(SA) - Nella pratica politica siciliana, spesso quello che esce dalla porta, finisce per entrare dalla finestra. Quello è quello che succede anche con i contributi che una volta venivano assegnati con la famosa tabella H, messa da tempo al bando ed eliminata. Ma, eliminata la tabella non sono certo stati eliminati i contributi.

Ora, sia chiaro che non abbiamo niente contro i contributi che vengono elargiti ad associazioni ed enti vari. Ci si consenta però di constatare, come tra questi enti da tempo non figurano quelli che si occupano di emigrazione e peggio ancora non figurano gli emigrati e le attività che la legge 55/80 e successive modifiche destinava a loro. Anche per quest’anno, infatti, tra i vari enti a cui la presidenza dell’ARS ha distribuito circa 700 mila euro, non un solo centesimo va all’emigrazione ed alla rete associazionistica. Nell’elenco figurano eventi, convegni, contributi alle chiese, ad associazioni varie, ma niente, ancora per il quarto anno consecutivo, richiama un interesse verso le associazioni storiche dell’emigrazione, che con grandi sacrifici anche economi personalmente affrontati, cercano di continuare a tenere in vita quel filo che lega la Sicilia alle tante comunità, fili che diventa sempre più esile ed insicuro. E’ davvero strano il comportamento di un Parlamento, che in passato è stato più attento ai problemi dell’emigrazione e che ora rimane completamente sordo a tale problematiche. Le associazioni regionali che cercano di attivarsi e di dare nuova visibilità al settore, spesso sbattono contro una sorta di muro di gomma, che ammortizza tutte le spinte senza che ne resti traccia. Ad esempio, da tempo è stata avanzata la richiesta di audizione alla seconda commissione (Bilancio), sono stati interessati diversi deputati, ma ancora non si riesce ad avere una risposta. E’ nostro parere, che data la situazione di crisi economica che sta attraversando la Sicilia, non è certo il caso di avanzare richieste corpose, anche se i moltissimi siciliani all’estero meriterebbero parecchio. Quello che si vuole raggiungere è una ripresa di attenzione in direzione del settore, tornando ad esempio a potenziare il gruppo di lavoro, insediando la Consulta, convocando contestualmente una conferenza regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione, per procedere ad una necessaria revisione dell’analisi sul settore e le sue problematiche nuove e vecchie. E’ forse troppo? Non crediamo, quello che crediamo è che le associazioni debbano sempre più fare lavoro di squadra, mirando a comportamenti unitari capaci di sboccare il settore da troppo tempo rimasto ingessato su una pseudo politica di risparmi e di economia. Non neghiamo la necessità di perseguire tali obiettivi di economicità, ma c’è modo e modo di fare economia e di salvaguardare categorie, come quella dei siciliani all’estero, che se opportunamente attenzionata, può rendere disponibile tutto il proprio potenziale di grande risorsa, a beneficio della soluzione dei problemi dell’Isola.