Verdini (foto accanto), sbarca in Sicilia e Campania. E incontra Cardinale L’Alleanza liberalpopolare e delle autonomie di Verdini sbarca a nel Sud d’Italia, scegliendo la Campania e la Sicilia come destinazioni privilegiate. In cima agli obiettivi del nuovo soggetto politico c’è infatti il Ponte sullo Stretto e il condono edilizio, che interessa ben 75 mila famiglie campane. Le altre due proposte allargano l’area dei destinatari, ma fino a un certo punto: più soldi alla sanità e fiscalità di vantaggio. Naturalmente per il Mezzogiorno d’Italia. In Sicilia non si assiste ad un’attesa trepidante dello sbraco dei verdiniani, ma qualcosa bolle sicuramente in pentola sia nel campo del centrodestra quanto nell’area del centrosinistra. La attenzioni verso Verdini vengono da coloro che in Forza Italia e, soprattutto, nel Nuovo Centrodestra, ritengono che occorra fare una scelta a favore di Matteo Renzi, abbandonando le posizioni attendiste e le ambiguità. Se dovesse prevalere il veto all’ingresso nel governo della Regione, il partito appena nato, di Verdini potrebbe accogliere gli scontenti. Su questa traiettoria, invero, c’è l’ipotesi di un avvicinamento con il Nuovo Centrodestra. Invece che giocare a rubamazzo, insomma, niente concorrenza, si sta insieme. Ma è nell’area dei “cespulgli” del centrosinistra, le componenti tradizionali della maggioranza (molto liquida) di Rosario Crocetta, che si registrano alcune analogie fra l’Ala di verdini e Sicilia Futura di Salvatore Cardinale e Totò Lentini, il primo artefice del Partito riformista siciliano, il secondo, erede della leadership di Lino leanza e Art.4. Sia Verdini quanto l’ex ministro, Cardinale, mirano allo stesso obiettivo, costruire una gamba affidabile del centrosinistra in vista delle prossime consultazioni elettorali (regionali e, soprattutto, politiche nazionali). Denis Verdini vuole arrivare alla coalizione dei Moderati per Renzi, Salvatore Cardinale vuole fare esattamente la stessa cosa. Grazie a questa intenzione la nascita di Sicilia Futura può contare su un padrino renziano doc, il sottosegretario Davide Faraone, sul cui nome si è speso pubblicamente il deputato regionale Totò Lentini senza se e senza ma. Cardinale, invece, viaggia in lina di collisione con fausto Raciti, il segretario regionale del Pd siciliano, colpevole di avere espresso senza peli sulla lingua delle perplessità su uno sbarco in terra dem di parlamentari siciliani provenienti da diverse esperienze politiche. Raciti ha scelto, infatti, come interlocutore privilegiato il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, secondo alcuni proprio allo scopo di alzare una trincea e contenere così lo sbarco delle truppe di cardinale e Lentini. Le analogie, comunque, provano oltre ogni ragionevole dubbio che il riposizionamento dei politici di centrodestra fa parte di una strategia nazionale e che, quindi, Faraone non agisce unicamente “pro domo sua”, ma sta dentro gli obiettivi del Nazareno. Se i fatti confermeranno questa tendenza e le porte del centrosinistra si spalancano, abbattendo ogni trincea, potremmo assistere ad una guerra di posizione molto accesa sia in Sicilia che nel resto del mezzogiorno d’Italia, le terre promesse di Ala e Sicilia Futura. Di contro potremmo assistere anche ad un processo di avvicinamento fra Salvatore Cardinale e Denis Verdini nel Sud d’Italia. Conviene, infatti, ad entrambi: il toscano ha bisogno di mettere radici nel Sud, Cardinale può prendersi la soddisfazione di uscire dallo Stretto. Senza aspettare… il Ponte, promesso da Ala. (fonte: www.siciliainformazioni.it)