“L’abolizione del segreto bancario in Svizzera sta facendo emergere diversi casi dì irregolarità, tra connazionali. Tanti italiani si trovano infatti a dovere rimborsare alle autorità elvetiche cifre ottenute indebitamente o, nella migliore delle ipotesi, a pagare tasse in via retroattiva, là dove negli anni non abbiano denunciato alle autorità svizzere eventuali patrimoni posseduti in Italia. In Svizzera esiste da anni un’imposta patrimoniale in virtù della quale, pur venendo pagate solo sul reddito posseduto nel Paese, le tasse vengono calcolate tenendo conto di tutti i patrimoni posseduti, anche eventualmente all’estero. Molti connazionali in passato, probabilmente inconsapevoli di questo obbligo, non hanno dichiarato le proprietà possedute in Italia. Senonché dal primo gennaio 2018 entrerà in vigore lo scambio automatico dei dati tra le agenzie delle entrate dei due paesi. Al più tardi in quell’occasione le autorità svizzere potranno risalire alle proprietà possedute in un altro paese e potranno chiedere in via retroattiva eventuali tasse non pagate precedentemente. Stessa cosa per quei cittadini che abbiano usufruito dell’assistenza sociale svizzera per farsi rilasciare prestazioni complementari e/o assegno sociale, nonostante possedessero patrimoni in Italia. In questo caso dovrà essere rimborsato l’importo irregolarmente percepito negli ultimi 10 anni, maggiorato di una pesante sanzione. Ecco perché è consigliabile approfittare della mini amnistia attualmente in corso in Svizzera al fine di regolarizzare eventuali situazioni pendenti, senza essere gravati da ulteriori penali.” Lo ha detto Laura Garavini nel corso delle serate informative organizzate dalla Uim Svizzera a Pratteln e a Koblenz. Intervenendo insieme al responsabile della Ital UIL Svizzera, Mariano Franzin, la Garavini si è complimentata con gli organizzatori, Antonio Tocco, Pietro Borrini, Giorgio Sigillo, Adriana e Giacomina Carboni per il prezioso lavoro di informazione a favore della nostra numerosa collettività.