E’ lunga la fila presso il centro Caritas adiacente alla parrocchia dei padri Cappuccini. Già a partire dalle ore 6.30, anziani infreddoliti hanno staccato il biglietto per essere

 i primi al momento della donazione dei pacchi dono. Alle ore 9.30, dopo avere assistito alla messa, il folto gruppo di persone si accalca davanti al cancello della Caritas, sfidando il vento di tramontana che in quel luogo raddoppia le sua violenza, incanalandosi ad imbuto. Sfidano anche l’intemperie per portare a casa una borsetta di plastica contenente generi di prima necessità Pasta, latte, barattoli di pomodori pelati ed anche un panettone per festeggiare il Natale. Sono le famiglie indigenti che vivono in tutto il quartiere, sfamate (è proprio questo il senso della distribuzione dei pacchi dono) dalla raccolta di fondi operata dai soci dei Lions club di Siracusa. Una donazione in denaro che ha permesso alla Caritas diocesana di potere allestire ben 160 pacchi natalizi ad altrettante famiglie che periodicamente bussano alla porta della parrocchia. “Ho settantasette anni ed ho la morte nel cuore se penso che alla mia età devo pietire ogni giorno per ottenere un po’ di latte per le mie nipotine”, dice un’anziana donna, con un copricapo di lana a protezione della testa. Mentre attende tra le prime a ritirare il proprio pacco dono, racconta la tragedia che ha vissuto qualche anno addietro. “Quelle due creature sono state generate da mia figlia, che sei anni fa è stata uccisa ed il cadavere gettato in un pozzo”. Non ha lacrime, ma tanta disperazione si legge nel suo volto provato dal sacrificio e dagli stenti di una vita che è stata molto avara nei suoi confronti. Il dolore maggiore le è stato inferto da Davide Amenta, il diciannovenne siracusano, condannato in secondo grado a 30 anni di reclusione, perché ritenuto l’autore dell’omicidio di Anita, la ventiquattrenne che aveva lasciato il marito per seguire il suo nuovo, giovanissimo amore. Una storia difficile che ha tentato di troncare ma della quale è rimasta vittima, uccisa a colpi di pistola in una villetta di contrada Cugni, sul promontorio di Cassibile. “E’ come se ci fosse stata tolta la vita anche a noi - dice l’anziana donna - Mio marito, che ha settantacinque anni, ed io teniamo duro soltanto perché abbiamo il dovere di crescere quelle due creature. Ma né lui né io percepiamo una pensione e viviamo quindi grazie all’aiuto di tante persone che ci sono vicine”. Anche per queste famiglie arriva il Natale e non è proprio sereno come altre. “E’ a loro che abbiamo pensato - ha detto il presidente dei Lions, Gaetano Borderi - Pensiamo di avere contribuito con questa donazione a dare un sorriso anche a loro. Una goccia non può fare tanto, ma tante gocce formano l’oceano”. (fonte libertà Sicilia F.N.)