BEN 180 MINORENNI AL PORTO. 50 CASI DI SCABBIA

Altri 281 migranti sono giunti sulla banchina commerciale del porto a bordo della nave militare «Aliseo». Tre le donne ricoverate in quanto gravide. Una donna è stata trasferita all´ospedale «Maggiore» di Modica per accertamenti. Un uomo è stato trasferito all´ospedale «Civile» di Ragusa. Ignote le cause di questi ultimi due ricoveri.

Forse una malattia infettiva. ACCERTATI ALMENO 50 CASI DI SCABBIA AL CPA Intanto è stata ufficializzata la notizia di circa 50 casi di scabbia all´interno della struttura dall´inizio dell´anno. Si tratta di una malattia parassitaria della pelle, dovuta all´acaro “Sarcoptes scabiei”, detta anche rogna. "Non è il caso di fare allarmismi – dice Carmelo Scarso, responsabile emergenza immigrazione per l´Asp di Ragusa – E´ una malattia che è facilmente curabile nel 2014. Per ogni caso riscontrato, è stato seguito il protocollo di profilassi che ha dato sempre risultati soddisfacenti. Stabilizzate le condizioni dei migranti, ciascuno di essi è stato dimesso. Nessun dramma". Anche Nello Lo Monaco, capo del dipartimento regionale di protezione civile sede di Ragusa, conferma l´indiscrezione dei migranti affetti da scabbia. "C´è qualche caso – dice Lo Monaco – che viene constatemente monitorato. Un problema da non mettere in secondo piano ma è tutto sotto controllo". Alcuni migranti affetti da scabbia sono stati trasferiti nei giorni scorsi in un centro di Chieti, in Abruzzo, altri sono ancora presenti, stando a quanto riferito, all´interno della struttura portuale. La notizia, in città, è rimbalzata come un boomerang. "Chi ci assicura – dicono alcuni pozzallesi – che questi migranti che girovagano per la città non danneggino anche i residenti del posto"? Gli appelli dei commercianti, specie in questo periodo dove si intravedono i primi turisti giungere in città, preoccupano non poco la popolazione locale. In mattinata, il deputato nazionale del Pd, Davide Faraone, ha fatto visita al centro di prima accoglienza. "Noi siamo per l´accoglienza e lo saremo sempre – ha ribadito Faraone – Chi vuole chiudere i centri in Sicilia, non capisce quale drammaticità vivono queste persone che vengono dall´Africa". Faraone è stato spettatore, dietro le transenne di sicurezza, dello sbarco del pomeriggio. Più volte è stato visto prendere il cellulare e c´è chi giura che abbia persino parlato con “l´amico” premier Matteo Renzi. Si annuncia, in effetti, una estate caldissima. (fonte: fonte: corrierediRAGUSA .it)

GIOVANNI XXIII MIRACOLÒ UNA CHIARAMONTANA

Uno dei casi riconosciuti dalla Congregazione per le cause dei santi nel processo di beatificazione del "Papa buono" che sarà ricordato oggi nella solenne celebrazione in S. Pietro C´è anche il miracolo di Chiaramonte Gulfi nella causa di beatificazione di Giovanni XXIII che sarà santificato oggi a S. Pietro insieme a Giovanni Paolo II. Il miracolo di Giovanna Majore La Terra (nella foto: in alto nel riquadro) fu infatti riconosciuto tale nel corso della lunga causa di beatificazione, durata 35 anni, avviata dalla Congregazione per le cause dei santi. Il fatto si svolse il 13 maggio del 1967, quando Giovanna La Terra Majore, 54 anni, all´epoca del fatto, come raccontò in un´intervista, si sentì scossa nel suo letto dove giaceva moribonda assistita dalla sorella. A Giovanna, morta qualche anno fa nella sua casa nel centro montano ibleo, era stata anche impartita l´estrema unzione e la sorella Rosina aveva anche ordinato la bara visto che la sua fine era ormai annunciata. Dall´età di nove anni, infatti, Giovanna La Terra, giaceva nel suo letto paralizzata, incapace di camminare ed affetta da gravi patologie collaterali. In queste condizioni rimase per 23 anni, poi il miracolo per intercessione di Giovanni XXIII, così come riconosciuto dalla Congregazione. Così raccontò Giovanna come allora riportarono le cronache: "Una mia amica mi portò da Roma un´immagine di papa Giovanni XXIII dicendomi di pregarlo per guarire. Io lo pregai invece perchè mi evitasse di soffrire e per morire presto. La sua immagine era sopra il mio letto e ricordo che quel 13 maggio ero in agonia. Dopo che mi fu impartita l´estrema unzione sentii una forte scossa in tutto il corpo ed una spinta dietro la schiena come se qualcuno volesse spingermi ad alzarmi. Poi mi sentii afferrare da due fortissime mani che mi misero in piedi e mi spinsero verso il centro della stanza. Vidi che i miei piedi rattrappiti si stendevano e la mia pancia gonfia si afflosciava, riprendevo il mio colorito. Chiamai mia sorella ed urlai "Sono guarita". I medici non riuscirono a dare alcuna spiegazione scientifica del fatto e dopo 17 giorni Papa Giovanni apparse in sogno a Giovanna dicendo: "Giovanna non ti scoraggiare. Il miracolo lo hai avuto. Và e cammina sicura". Il miracolo di Chiaramonte insieme a tanti altri riconosciuti come tali hanno contribuito affinchè oggi Giovanni XXIII sia canonizzato santo della Chiesa. L´evento è atteso con particolare fervore religioso dalla comunità chiaramontana che ha vissuto in prima persona la vicenda di Giovanna La Terra Majore. (fonte: corrierediRAGUSA .it- Duccio Gennaro)

FORCONI: "NON TOCCATE CASA GUARASCIO"

Anche il Comitato contro le aste giudiziarie annuncia battaglia: "Così Giovanni lo uccidono 2 volte" Antonio Di Raimondo «Nessuno prenderà possesso a Vittoria della casa di Giovanni Guarascio, che resterà alla sua famiglia». Sono decisi a tutto i Forconi e il Comitato contro le aste giudiziarie (foto) dopo che i giudici del tribunale del riesame di Ragusa hanno deciso per il dissequestro e la conseguente restituzione all’acquirente della casa all’asta per la quale il muratore vittoriese si diede fuoco nel maggio 2013 a Vittora, rimettendoci la vita pur di non perdere l’immobile per un tozzo di pane. Gli sfratti esecutivi sono da settimane bloccati fisicamente dai Forconi e dal comitato contro le aste, secondo cui va cambiata e resa più equa la legge sulle aste giudiziarie. «Fino a quando la legge resterà immutata – dichiara Mariano Ferro, leader dei Forconi – noi saremo fuorilegge, e pure orgogliosi di esserlo». Per il leader del Comitato contro le aste Angelo Giacchi, «Con la decisione dei giudici Giovanni Guarascio è stato ucciso per la seconda volta, e, quel che è peggio, la sua morte non è servita a nulla». Nei prossimi 60 giorni nel territorio ibleo ben mille 300 famiglie sono a rischio sfratto esecutivo a causa delle aste giudiziarie. Una ecatombe alla quale si vuole mettere la parola fine anche con proteste eclatanti e Roma e, se sarà necessario, con l’incatenamento a Montecitorio. Per Ferro e Giacchi «Bisogna combattere contro la depressione e fare quadrato tutti insieme per cambiare le leggi e la burocrazia perché se un anno fa il povero Guarascio ci avesse chiamato, invece di combattere da solo la sua battaglia, forse adesso sarebbe ancora con noi». …….. (fonte: corrierediRAGUSA .it- Antonio Di Raimondo)