CERAMI. SERTA DEGLI ANZIANI

Cerami. Nella cornice delle rassegne, delle feste, degli svaghi, divertimenti e spettacoli che animano la "Estate ceramese", ha trovato apprezzamenti la simpatica, e oramai di consueto appuntamento, la speciale serata dedicata agli anziani. All'iniziativa ha risposto con grande entusiasmo un numero considerevole di persone che, nonostante la non più "tenera" età, non hanno allentato per godersi il proposto incontro sociale collettivo. Entusiasmo assicurato con tornei di briscola e tressette, sottofondo musicale, balli a tempo di valzer e tango. Se poi ci aggiungi la celebrazione di una messa presso il santuario della Lavina e una ricca cena a base di prodotti genuini locali, un po' di animazione, il gioco è bello e fatto per conferire successo al tipo di serata. Invitati ospiti, il sindaco e la giunta comunale. A organizzare e curare la festa per gli anziani ci ha pensato la magnifica associazione onlus dei "Volontari operatori di soccorso" (Vos), che quasi dieci anni danno testimonianza di impegno nel sociale, nei servizi di emergenza e di protezione civile, nel campo delle assistenze, sempre pronti a dare una mano ai più bisognosi. (fonte: vivienna CL)

VILLAROSA. SALA CONSILIARE INTITOLATA A CALOGERO DI BONA

Villarosa. Non c’erano tutti, ma quelli che dovevano esserci non sono mancati. Insieme hanno applaudito i momenti più significativi della cerimonia. Dunque, la sala consiliare di “Palazzo di città” da ieri porta ufficialmente il nome di Calogero Di Bona, il vice comandante della Casa circondariale “Ucciardone” di Palermo assassinato dalla “Lupara Bianca” palermitana esattamente 30 anni fa. Dopo la sua morte, di cui i colpevoli sono rimasti impuniti, Di Bona, illustre figlio di Villarosa, è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” dal Ministero dell'Interno e presto sarà decorato anche della medaglia d’oro al valor civile. La cerimonia ha avuto il suo momento celebrativo più importante al momento della scopertura, da parte della moglie, Rosa Cracchiolo, circondata dai figli Giuseppe, Alessandro e Ivan, della targa, ammantata nel drappo azzurro con nastro tricolore, posta all’interno della Sala. Alla manifestazione, iniziata con la deposizione di una corona d’alloro al munumento ai caduti, con la messa celebrata dal vescovo, mons. Michele Pennisi, e subito dopo con l’intitolazione della sala consiliare, sono intervenuti, oltre alle istituzioni comunali, il prefetto Elda Floreno, il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Orazio Faramo, il questore Salvatore Patanè, il cap. dei carabinieri della compagnia di Enna, Stefano Leuzzi, il col. Vasco Angelotti, comandante del genio guastatori di Palermo, e tanti rappresentanti militari, istituzionali e sopratutto direttori e responsabili di Istituti e Servizi penitenziari. Il vescovo Pennisi, nell’omelia, nel ricordare la vicenda umana e professionale del maresciallo Di Bona, si è poi rivolto agli operatori carcerari esortandoli ad “essere forti e pazienti nelle tribolazioni, rispettosi della giustizia e della dignità della persone” che vengono affidate alla loro custodia. Significativa una parte del discorso del sindaco, Gabriele Zaffora, che di fronte all’indifferenza e perchè no alla paura della Villarosa per bene, cerca di riannodare i fili della speranza e della fiducia, e guardare avanti con coraggio. “Il nostro compito – ha detto - è quello di prestare le nostre gambe ed il nostro cervello alle idee di quanti non sono fra noi, magistrati, carabinieri, poliziotti, guardie carcerarie, giornalisti stroncati perchè portatori di valori di civiltà e di legalità”. Quindi, ha sottolineato che bisogna “riposizionare i paletti della convivenza civile, della tolleranza e della difesa della legalità”. “La nostra è una comunità –ha tenuto a ribadire- che appare indifferente o pigra rispetto ai temi della legalità. E’ una condizione che si ricava, inequivocabilmente, dal degrado culturale e sociale con cui ci acconciamo a convivere. Tutte queste presenze autorevole di oggi però, ci consentono di confidare nell’esistenza di un sistema istituzionale, che non cedono all’abbandono, al degrado, alla pigrizia alle intimidazioni”. Infine, ha ringraziato tutte le massime istituzioni presenti. Un ringraziamento particolare è andato però al prefetto Elda Floreno (ultimo giorno in provincia di Enna) che “con il suo operato e il suo esempio –ha detto Zaffora- è stato punto di riferimento morale culturale e istituzionale certo. Quindi ha ricordato a mo’ d’esempio “l’impegno e la dedizione della dott.ssa Floreno, spesi a che si realizzasse l’obiettivo di destinare a finalità sociali di alto valore i beni confiscati alla mafia” nel territorio villarosano. “Si uccide la persona e non le idee –ha detto il prefetto Floreno nel suo appassionato intervento in memoria del mar. Di Bona-. I cittadini devono essere liberi della forza intimidatoria della criminalità organizzata e devono sapere che lo Stato e la legatà prima o poi vincono”. (fonte: vivienna GL)

ENNA. BENI CONFISCATI ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA

Enna. Ancora beni confiscati alla criminalità organizzata in provincia di Enna. Questa volta ad essere interessati sono i beni di Pietro Balsamo, ritenuto uno dei personaggi più in vista della famiglia di Cosa Nostra di Piazza Armerina e di Filippo Milano a Barrafranca, ritenuto uomo molto vicino all’avvocato penalista Raffaele Bevilacqua, riconosciuto come il capo provinciale della famiglia di Cosa Nostra. Il prefetto di Enna, Carmela Elda Floreno, ha presieduto, collaborato dal dottor Enzo Floridia, una riunione del comitato per la sicurezza, allargato ai rappresentanti dei comuni di Piazza Armerina (assessore Grillo) e di Barrafranca (vice sindaco Pace) per comunicare che i beni confiscati a Pietra Balsamo e ai Filippo Milano saranno consegnati ai comuni, i quali li potranno utilizzare per ospitare servizi sociali. Per quanto riguarda Pietro Balsamo i beni sequestrati si trovano in contrada Leano e consiste in una villa e due fabbricati rurali. L’amministrazione comunale di Piazza Armerina sembra decisa ad utilizzare la villa per ospitare dei bambini che si trovano in disagiate condizioni, mentre il bene sequestrato a Filippo Milano, che aveva un’impresa di pulizia, riguarda un fabbricato a due elevazioni, che probabilmente il comune utilizzerà per un centro di servizi sociali da mettere a disposizione della collettività barrese. “Questa consegna di beni sequestrati alla criminalità organizzata è un altro atto concreto di lotta alla mafia in provincia di Enna – ha dichiarato il prefetto Carmela Elda Floreno – a dimostrazione che lo Stato, quando è in lotta contro la mafia, molto spesso riesce ad ottenere delle vittorie concrete; l’illegalità non è invincibile, ma se tutti, cittadini compresi, collaborano in questa difficile lotta, allora i risultati sono sicuramente ben visibili”. L’assegnazione di questi due beni confiscati ai comuni di Piazza Armerina e Barrafranca fa a salire a sei i beni confiscati a persone vicine alla criminalità organizzata. Non bisogna dimenticare che a Villarosa sono stati sequestrati dei fabbricati e dei terreni alla famiglia Nicosia, che il comune di Villarosa intende utilizzare per fini sociali e che già a Cono Balsamo di Piazza Armerina sono stati sequestrati pure dei beni, che poi sono stati consegnati al comune di residenza dello stesso. Ancora è in fase di ultimazione l’iter burocratico di confisca della villa dell’avvocato Raffaele Bevilacqua a Barrafranca. I giudici della Corte di Cassazione hanno già respinto il ricorso dell’avvocato difensore, per cui tra breve la confisca diventerà operativa e la villa probabilmente sarà consegnata al comune di Barrafranca, che la potrà utilizzare per fini sociali. Sui beni confiscati a Pietro Balsamo ed a Filippo Milanco e sulla loro utilizzazione i sindaci dei due comuni, Piazza Armerina e Barrafranca aspettano una riunione di giunta per poter deliberare sulla loro utilizzazione. (fonte: vivienna)