Riceviamo da parte del candidato ‘sconfitto’ per l’elezione del segretario comunale del Pd ennese, Francesco Stranera, la seguente nota subito dopo l’elezione di Vittorio Di Gangi

a segretario cittadino del Pd: “Auguri di cuore Vittorio! Non c’è alcun dubbio che il partito esce da questa elezione per la prima volta da quando è stato costituito in città, con una certezza…. che Vittorio di Gangi nutre ad oggi dell’appoggio di circa l’80% del partito. Di sicuro questa certezza non sarebbe mai stata tale se si fosse votato come al solito, ossia con un unico candidato e per acclamazione in cui spesse volte si è preferito tenere dentro il dissenso che si aveva ma che poi si è scelto invece di manifestare al di fuori delle sedi del partito. A mio avviso tutto ciò non è stato molto costruttivo, perché la lotta senza confini, ed i confini sono appunto le strutture del partito, non hanno fatto onore ad un grande partito quale credo che sia il Partito Democratico. Adesso sta in Vittorio fare in modo che la rimante parte del partito si riesca a riconoscere nella sua linea politica e soprattutto nella sua capacità di riuscire ad attrarre e non respingere le diverse anime del partito, alcune delle quali, ma molto importanti, non erano presenti al momento della sua elezione. La mia candidatura non è stato un atto di testardaggine, come hanno definito alcuni organi di stampa, ma è stata semplicemente una segnalazione di alcuni componenti del direttivo (la terza in numeri di voti dopo quella di Di Gangi e di Campisi) ed io ho semplicemente ritenuto opportuno portarla avanti solo per il bene del partito che ritengo essere cresciuto in tale circostanza, manifestando al proprio interno un grande senso di democrazia. Non mi sono tirato indietro, rispetto alla scelta fatta da Maurizio Campisi, pur sapendo di non avere i numeri dalla mia parte, proprio per la diversità di idee e di valori che abbiamo. Io credo che un grande partito debba avere al proprio interno tanti valori seppur diversi tra loro e che tale diversità non si debba considerare una minaccia ma solo una risorsa per il partito. Ed è per questo motivo e anche condividendo le parole di Vittorio Di Gangi durante l’assemblea programmatica del PD tenutasi nei giorni scorsi, che non ho ritirato la mia candidatura.. i numeri non contano se si crede veramente nell’obbiettivo che si intende raggiungere. E l’obbiettivo, è proprio l’idea che molti di noi abbiamo del partito democratico, ossia di un partito come casa comune di tutti i moderati, all’interno della quale si ci può confrontare, senza nessun pregiudizio, nel rispetto delle diversità di idee, delle regole e dei basilari principi di democrazia, qual’è stata appunto la votazione a scrutinio segreto. Credo che con Vittorio si possa innescare un percorso nuovo per il partito democratico, ma dipende da lui riuscire a mantenere quell’autonomia di pensiero indispensabile per continuare a fare crescere il partito e con esso tutte le intelligenze che lo compongono e che lo contraddistinguono dagli altri partiti. Se i prossimi passi del partito andranno in questa direzione ritengo che Vittorio riuscirà ad avere anche il consenso di chi durante l’elezione non ha votato per lui o era assente, altrimenti penso, che sempre nel rispetto delle regole, si vedranno sempre più spesso all’interno del partito momenti di democratica opposizione tra le diverse sensibilità e di cui tutto il partito deve essere orgoglioso di possederle”. (fonte vivienna)