Alla presenza dell'assessore ai beni archeologici, ingegnere Francesca Calì, sono state collaudate le aree archeologiche di Runzi,

 Tornabè e Rocche, su cui è stato realizzato un intervento di recupero, tutela, restauro ed aumento della fruibilità. Per tali aree si è fruito di un finanziamento di 789.118,80 euro da parte dell'Unione Europea. Il finanziamento è avvenuto nell'ambito dei Progetti Integrati Territoriali. Il collaudo tecnico amministrativo è stato condotto dall'arch. Gaspare di Trapani, nominato dall'Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali. Alla visita di collaudo, presenti i progettisti Giuseppe Paolino, Armando Laurella, Cateno Ferreri, Enrico Giannitrapani, Salvatore Palascino e i due Responsabili unico del procedimento Paolo Sillitto e Salvatore Patti. «Durante gli interventi - afferma il vice sindaco Francesca Calì - è stata scoperta una capanna preistorica: allo studio la ricostruzione. Inoltre è stato definito il miglioramento dell'accesso alle tre zone archeologiche di contrada Runzi, di contrada Rocche e di contrada Tornabè (Krastos) a partire da un sistema di segnaletica. La sistemazione di un'area, per i due siti di Rocche e di Runzi, di sosta per gli automezzi. Il restauro conservativo e di ripristino di due fabbricati fatiscenti per l'apprestamento dei centri di prima accoglienza della visita, dotati dei servizi essenziali. Il sistema dei percorsi di visita per le tre aree (Runzi, Tornabè, Rocche), dato da sentiero in terra battuta. La perimetrazione della zona Rocche con recinzione di due metri di altezza, realizzata con paletti di ferro e rete e dei cancelli di accesso secondo il progetto. La perimetrazione della zona Tornabè, con recinzione di due metri di altezza, realizzata con paletti di castagno infissi e rete e dei cancelli d'ingresso». «La fornitura e collocazione di pannelli didattici - conclude il vice sindaco - in serigrafia su supporto di lamierino metallico e telaio di supporto in ferro tondo pieno battuto secondo disegni; i testi, i grafici e le fotografie. Il restauro ambientale delle aree, consistente nel ripristino dell'assetto geomorfologico preesistente, la manutenzione dell'impianto arboreo arbustivo tradizionale ove persistente, e la loro qualificazione con l'integrazione di essenze arboree secondo progetto e garanzia di attecchimento. La ricerca archeologica, consistente nei saggi e negli scavi, secondo indicazioni già presenti in progetto». (fonte vivienna)