(Salvatore Augello) Tutto secondo le previsioni, verrebbe da dire. Il così detto lodo Alfano, ha avuto l’approvazione finale dal Senato ed è legge della Repubblica. Berlusconi può tirare un sospiro di sollievo, visto che ormai ha raggiunto l’obiettivo di bloccare i tanti processi che ha in corso e può con più serenità dedicarsi ma anche con più arroganza e determinazione perseguire gli altri obiettivi che si è prefissi da momento che è ritornato alla gestione della cosa pubblica.- Ma vediamo quali sono i processi che in questo momento vengono bloccati. Primo fra tutti, quello più impellente, quello che ha determinato la corsa affannosa contro il tempo, facendo inboccasre strade diverse pur di raggiungere lo scopo.

Ci riferiamo al processo Mills, che andava in sentenza tra qualche giorno, per cui, si era anche parlato di decreto per bloccare i processi, mezzo respinto dalla Corte Costituzionale, ma nel frattempo, veniva messo a punto il vecchio lodo Schifani, diventato lodo Alfano, che conquistava, in barba al parere contrario delle forse di opposizione, una corsia preferenziale per essere portato in Parlamento, scavalcando anche la finanziaria e qualsiasi altra legge che avrebbe avuto più marcato carattere d’urgenza, come ad esempio, una politica di aiuto alle famiglie ed al potere d’acquisto dei salari enormemente compromesso dall’andamento dei prezzi al consumo.

- Il processo Mills, in corso a Milano, nel quale Berlusconi avrebbe dovuto rispondere di corruzione in atti giudiziari assieme, appunto all’avvocato inglese David Mills, che secondo l’accusa, è stato ricombenzato con 600 mila dollari, per avere reso testimonianze compiacenti in altri procedimenti;

- Un primo processo per appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio, suin diritti TV, per fondi neri ottenuti manipolando, sempre secondo l’accusa, i co tratti d’acquisto dei diritti di film acquistati in USA;

- Sempre a Milano, un terzo processo sempre per diritti TV, in cui il Cavaliere deve rispondere di appropriazione indebita;

- Per ultimo, il procedimento Saccà e corruzione, aperto a Napoli e passato alla Procura di Roma, processo nel quale, sempre secondo l’accusa, surrogata da intercettazioni telefoniche, il Cavaliere deve rispondere del tentativo di corruzione nei confronti di alcuni senatori, per fare cadere il governo Prodi.

Ce n’è quanto basta per capire il perché di questa affannosa corsa contro il tempo, con la regia accorta dello stesso Cavaliere e dal suo numeroso collegio di difesa fatto da avvocati che siedono in Parlamento. Ma questa chiave di lettura, ci permette anche di capire per quale motivo, sia per guadagnare tempo, sia per affermare sempre più la sua immagine di perseguitato da una magistratura comunista, abbia ricusato i giudici di Milano. Finita questa affannosa rincorsa, che non solo ha concentrato l’attenzione del capo dello stato e di una serie di accoliti schierata alla difesa ad oltranza dei suoi interessi, ma ha anche concentrato l’attenzione della popolazione sul problema Berlusconi e nel frattempo, Tremonti presentava il suo decreto 112 che sancisce tutta una serie di tagli imponenti, come quelli alla pubblica amministrazione per il rinnovo dei contratti, quelli alle forze dell’ordine, financo quelli agli emigrati, quelli alla Sicilia ed alla Caloria, e tanti altri ancora, che verranno a galla a tempo opportuno. Non solo, ma anche Brunetta presentava i suoi tagli ai pubblici dipendenti, togliendo loro le indennità accessorie durante i periodi di malattia, disponendo che le visite fiscali debbono essere effettuate il primo giorno di malattia, che il malato deve restare a disposizione mattina e pomeriggio, come se fosse agli arresti domiciliari. Anche altri ministri hanno approfittato per fare passare la loro impostazione delle cose: Maroni la sua linea dura contro gli immigrati ed i Rom, Bossi per sollecitare, minacciando, il federalismo fiscale, e così via. Di pari passo, mentre si tagliano spese a più non posso, sempre nel silenzio più assoluto, aumentano gli stipendi del personale della Camera e del Senato anche più dell’inflazione programmata. Ma non si pigliano provvedimenti per ridurre le tasse, non si parla di potenziamento delle strutture consolari, non si parla di assegno sociale per gli italiani all’estero, di insegnamento della lingua e della cultura, tutte cose che abbiamo già detto, che i deputati eletti all’estero, non tutti, hanno sollecitato. Speriamo, che ora che il Cavaliere si è messo sotto l’ombrello dell’immunità la smetta di pensare a se stesso e cominci a pe nsare ai bisogni del popoli italiano.