di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip presso il Tribunale. Si tratta di Giacomo Ruscica del ’49, di Salvatore Fiorentino 44/enne, di Giuseppe Condorelli, 26/enne, di Umberto D’antone, del 1981, di Salvatore Ruggeri, 72/enne e Antonino Oscini del 1981 i quali, in soli 9 mesi hanno consumato ben 11 rapine, sottraendo merce a ditte catanesi. Ricettatore è risultato Umberto Dainotti, catanese del 64. La tecnica era sempre la stessa e si caratterizzava per la violenza e la notevole organizzazione dei rapinatori. costoro, infatti, o irrompevano armi in pugno all’interno delle imprese appropriandosi di mezzi pesanti carichi di merce (addirittura giungendo con una loro motrice se bisognava sottrarre un rimorchio), oppure bloccavano lungo le strade dei mezzi espletanti servizio di corriere per poi appropriarsene. I malviventi non esitavano a sequestrare i malcapitati di turno che venivano rinchiusi all’interno di stanze e rimorchi se non addirittura costretti a seguire i malviventi per essere liberati dopo qualche ora in zone periferiche della città . I mezzi, invece, venivano abbandonati in zone isolate. Il bottino era di vario tipo: elettrodomestici, ricambi per vetture, bevande, nonchè, in qualche caso, le auto e i cellulari dei dipendenti. I Carabinieri di Fontanarossa riuscivano non solo ad identificare i responsabili, ma anche ad individuare un deposito dove i malviventi scaricavano i mezzi per poi abbandonarli in luoghi isolati. L’area, sita in via Antonini, a ridosso del Cimitero di Catania, è riconducibile a un sorvegliato speciale peraltro già arrestato per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine. L’indagine ha dimostrato un notevole grado di organizzazione del gruppo malavitoso che faceva riferimento al quartiere San Cristoforo. (fonte cronaca oggi)