FRANCIA, APPROVATA LA MINI TOBIN TAX. ALIQUOTA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE L'Assemblea nazionale ha approvato una tassa all'acquisto di tutti “i titoli emessi da unʼazienda la cui sede sociale è situata in Francia e la cui capitalizzazione in Borsa supera un miliardo di euro”. Il tasso applicabile sarà compreso tra lo 0,2 e lo 0,1 per cento La Francia applicherà dal primo agosto una tassa sulle transazioni finanziarie.

Precisamente la legge approvata dallʼAssemblea Nazionale (promossa dallʼex maggioranza del presidente Nicolas Sarkozy), si applicherà allʼacquisto di tutti “i titoli emessi da unʼazienda la cui sede sociale è situata in Francia e la cui capitalizzazione in Borsa supera un miliardo di euro”. Saranno “colpite” 109 società francesi, la cui lista è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Il tasso applicabile sarà compreso tra lo 0,2 per cento e lo 0,1 contro lo 0,5 che viene applicato in Gran Bretagna (il modello è lo “stamp duty” di Londra). Parigi spera così di portare nelle casse dello Stato 1,5 miliardi di euro allʼanno. La norma trae ispirazione dal modello britannico, copiato di recente da Taiwan e Brasile. Si tratta di una “mini” Tobin Tax, lʼaliquota proposta dallʼomonimo premio Nobel, che nellʼipotesi dello studioso prevede di colpire tutte le transazioni sui mercati valutari per stabilizzarli (penalizzando le speculazioni valutarie a breve termine) con una imposta variabile tra lo 0,5 e il punto percentuale. In pratica quindi un investitore, anche non francese, che decida di acquistare azioni di una società quotata a Parigi dovrà sborsare un ulteriore 0,2 per cento del prezzo del titolo. Tali somme aggiuntive verranno incamerate da Euroclear France (compagnia specializzata nelle transazioni finanziarie) che girerà la tassa al Tesoro dʼOltralpe. Francia, approvata la mini Tobin tax. Aliquota sulle transazioni f... http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/19/francia-approvata-min... 1 di 1 20/07/12 12.48

IL MEDIATORE UE METTE SOTTO INDAGINE L’AGENZIA FRONTEX SUL TEMA DEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI DEI MIGRANTI.

Fino al 30 settembre la consultazione delle parti interessate. Sotto accusa l’operato di Frontex in Grecia. Il mediatore Ue, Nikiforos Diamandouros, ha avviato una consultazione sull’Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne (Frontex). Il Mediatore inviterà, fino al 30 settembre prossimo, tutte le parti interessate – comprese le agenzie umanitarie e le Ong – ad esprimersi sulla questione riguardante il rispetto dei diritti dei migranti da parte di Frontex. Dal 2009 la Carta dei diritti fondamentali è diventata giuridicamente vincolante per Frontex. Da allora, però, sono emersi dubbi sul reale rispetto della Carta da parte dell’Agenzia Ue, in particolare nella gestione della frontiera orientale della Grecia, dove i migranti sono detenuti in condizioni criticate anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il Mediatore aveva già richiesto una serie di chiarimenti a Frontex nel marzo 2012 e, prima di procedere nella sua indagine, intende raccogliere informazioni provenienti dalla società civile. (Red.)

AMNESTY INTERNATIONAL.

Appello all’Ue affinché si concentri sul salvataggio e l’assistenza dei migranti e non sulla repressione. Un grande SOS rivolto all’Italia e all’Europa da Lampedusa. Sarà questo il segno con cui oggi i partecipanti al campo per i diritti umani organizzato da Amnesty International concluderanno la loro esperienza di formazione sulle Isole Pelagie chiedendo “all’Unione europea di concentrarsi sul salvataggio e sull’assistenza delle persone che arrivano in condizioni disperate sulle sue coste, anziché rafforzare costantemente le sue frontiere nel tentativo di tenerle alla larga”. L’organizzazione per i diritti umani, che ha ultimamente rivolto critiche all’Italia per aver ripristinato gli accordi con la Libia sul controllo dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo, sta sollecitando l’Unione europea a chiedere agli Stati membri di non violare i loro obblighi di diritto internazionale. “Nel 2011 il Governo italiano provocò la crisi di Lampedusa, bloccando i trasferimenti verso la terraferma. L’Europa lasciò Lampedusa completamente da sola nel suo grande sforzo di aiutare le persone arrivate sull’isola. Fu da un lato un’autentica crisi per Lampedusa, dall’altro una sfida di minime proporzioni per l’Europa”, ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee. “Nonostante accolgano solo un’esigua parte dei rifugiati del mondo, gli Stati dell’Unione europea stanno voltando le spalle a questa immensa sofferenza umana, preferendo spendere miliardi per impedire alle persone di raggiungere il continente. Le persone muoiono alle porte di casa nostra. Non sarebbe meglio aiutarle anziché continuare a tirare fuori soldi per ricacciarle indietro?”. Al campeggio internazionale hanno preso parte oltre 70 attivisti provenienti da 20 Paesi europei e da Australia, Israele, Marocco e Tunisia. La grande scritta SOS rappresenta la sofferenza delle persone che arrivano su imbarcazioni sovraffollate e la necessità impellente di modificare le politiche europee in tema d’immigrazione. (Red.)

FEDI (PD): NOI SIAMO PER LE VERE RIFORME

Il decreto di rinvio delle elezioni di Comites e Cgie, dopo il passaggio al Senato e la discussione in Commissione Affari Esteri, approda in aula alla Camera per la discussione generale. In Commissione abbiamo rilevato le criticità di un provvedimento che il Governo ha inizialmente basato sulla mancanza di risorse per l’organizzazione del voto e su nuove modalità di voto elettronico. Con gli emendamenti presentati in Commissione abbiamo posto all’attenzione del Governo l’esigenza di modalità di esercizio del voto che non rinuncino preventivamente al voto per corrispondenza ma rendano possibili e compatibili più sistemi di voto, in base ad una opzione resa dall’elettore a cui verrebbe comunque chiesto di iscriversi all’elenco degli elettori. Un modo questo per contenere i costi e ridurre il numero di plichi in circolazione cui non risponde una reale intenzione di voto. Abbiamo anche posto la questione delle risorse poiché il mancato recupero sui capitoli degli italiani all’estero dello stanziamento complessivo disponibile per il voto arriva dopo una catena infinita di tagli e riduzioni di bilancio. Nell’annunciare il ritiro degli emendamenti, a causa dell’impossibilità materiale di far tornare il decreto al Senato, abbiamo anche posto una questione politica importante all’attenzione delle forze parlamentari. Non è possibile riformare la rappresentanza a colpi di decreti ma serve il coraggio delle riforme. Non quella licenziata dal Senato e fermatasi alla Camera: con quella riforma comunque oggi saremmo qui a discutere di proroga poiché nulla cambiava riguardo ai costi elettorali. Anzi avremmo approvato una riforma senza poi poterla attuare. Abbiamo invece bisogno di una riforma vera, che parta da compiti, funzioni e composizione degli organismi di rappresentanza ed identifichi anche regole e costi di elezione, compatibili con funzioni e compiti. On. Marco FEDI

ACCOGLIENZA IMMIGRATI: IL SINDACO DI RIACE IN SCIOPERO DELLA FAME

Riace da diversi anni ha approntato un programma di accoglienza e integrazione dei profughi sbarcati sulle coste dello Ionio reggino o provenienti da altri centri di prima accoglienza come Lampedusa. Il modello “Riace” è diventato famoso in tutto il mondo ed è stato anche ufficialmente riconosciuto dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. Attualmente a Riace, risiedono150 rifugiati tra cui 30 bambini. Da luglio 2011 non arrivano più fondi per gli immigrati accolti nel borgo dello ionio reggino, così il primo cittadino Mimmo Lucano ha iniziato la protesta – rispetto a cui la stessa Asgi ha espresso piena solidarietà. Da mesi non si trova più il modo per fare mangiare le persone accolte a Riace: i commercianti del paese si rifiutano di fare credito a vuoto, come invece hanno fatto in questi mesi accettando i bonus, ideati dal sindaco, a forma e sostitutivi dell’euro. Ora li considerano quello che sono, solo carta straccia. Da Roma, i soldi, circa 5 milioni di euro, sono arrivati lo scorso 11 giugno ma, come spiega la Protezione Civile, sono bloccati per ragioni burocratiche. “La sostanziale paralisi delle liquidazioni delle spese sostenute per l’assistenza è dovuta alla mancata registrazione, da parte della competente Sezione regionale di controllo di Catanzaro della Corte dei Conti, delle convenzioni stipulate dal Soggetto Attuatore della Regione Calabria – Direttore regionale di protezione civile con gli enti gestori prima del 29 luglio 2011. Questa, infatti, è la data della decisione della Corte dei Conti con cui, mutando il precedente orientamento, ha disposto di porre al visto preventivo – previsto dalla legge 10 del 2011 – non solo gli atti del Commissario delegato, ma anche quelli dei Soggetti Attuatori. A quanto risulta alla struttura del Commissario delegato, la decisione della Corte dei Conti di Catanzaro di non ammettere al visto i pagamenti conseguenti a convenzioni stipulate prima del 29 luglio 2011 non trova riscontro nelle restanti Sezioni del Paese”. Fonte: Redattore Sociale.it