CON LA MAGGIORE OGGETTIVITÀ POSSIBILE Nessun avversario del Pd, eccetto il Pd stesso, avrebbe saputo manovrare questa grande forza politica nella morsa in cui essa, serenamente, pacatamente, si è venuta a trovare. E nella quale il suo segretario, Pierluigi Bersani, deve ora guardarsi dal venire accostato a Walter Veltroni nei panni del leader di un partito “di destra”, e sia pure di una destra decente.

Perché, se ciò accadesse, s’innescherebbe un’emorragia elettorale verso SEL-IDV e verso il non-voto, con effetti esiziali non solo per il Pd. Presi tra due fuochi, i democrats devono affrettarsi a “rientrare” nella loro tradizionale area di consenso, che è il popolo di sinistra, con buona pace del tentativo orwelliano di cancellare la “sinistra” dai dizionari e dalle istituzioni politiche della neo-lingua nazionale. Eugenio Scalfari assevera che il Pd è, ça va sans dire, "un partito liberal-socialista". Laddove il liberal-socialismo, sostiene, è come un cappuccino, gustosa miscela di latte e caffè. Caffè che simboleggia il socialismo. E, in nome di questo “caffè”, il governatore pugliese Nichi Vendola dovrebbe chiedere, sempre secondo Scalfari, la tessera del Pd. Se Vendola entrasse nel Pd, e se lo facesse “per accrescere la dose di caffè in quel cappuccino, credo che sarebbe un fatto positivo”, conclude il fondatore de La Repubblica in un editoriale nel quale egli si richiama a Norberto Bobbio, Guido Calogero, Carlo Rosselli, Piero Gobetti, Filippo Turati e, insomma, a tutti i padri illustri del cappuccino italiano. Alcuni amici stranieri mi hanno chiesto di spiegargli questa metafora scalfariana che a me pare stupefacente non per “l’esempio pedestre”, quanto per la conversione di centottanta gradi che essa veicola. Non aveva, l’autorevole editorialista, bruscamente redarguito il Pd solo pochi giorni fa a causa delle intemperanze filo-socialiste di parte del suo gruppo dirigente? Ieri il latte non era bianco abbastanza. Oggi manca di caffè. Che la stessa persona in fatto di cappuccini cambi idea cosi frequentemente, mi stupisce non poco. Gli amici stranieri si sono detti stupiti del mio stupore, essendo che “ovunque i giornali fondano le loro fortune sulla debolezza del cervello umano, mentre l’opinione pubblica occidentale dimentica quel che loro scrivono prima ancora d’averlo letto”, dicono loro. Ad ogni modo ecco le conclusioni cui giunge Scalfari: “Il Pd deve restare un partito liberalsocialista se vuole vincere. Ma nulla vieta che la quantità di latte e di caffè nella miscela possano cambiare”. E ciò conclude dopo averci assicurato di avere riflettuto “con la maggiore oggettività possibile”. È come se Scalfari ammettesse l’esistenza di un oggettività un po’ diversa dalle preferenze del soggetto. Ergo, c’è dell’onestà intellettuale in quest’assicurazione. E noi, si parva licet, ce ne sentiamo rassicurati. Dopodiché, il centro-sinistra italiano alle elezioni politiche potrà vincere o perdere o pareggiare. Dipenderà anche dal grado di eventuale distorsività maggioritaria della nuova legge elettorale, se ci sarà ancora una volta una legge elettorale in sostanziale dissidio con l’impianto della nostra Costituzione. (Qualora nel 1994 si fosse votato con la proporzionale, avremmo probabilmente avuto un governo di coalizione Martinazzoli-Occhetto: niente di entusiasmante, ma sempre meglio di Berlusconi). Che alle elezioni del 2013 il centro-sinistra vinca, perda o pareggi – e che ne esca un governo di centro-sinistra, centro-destra o di grosse Koalition – la sinistra italiana farebbe un piacere a se stessa, e al Paese, se ritornasse unita, non necessariamente unita nello stesso partito, no: unita al governo oppure unita all’opposizione. (Andrea Ermano)

MARCO BIAGI E LA VIOLENZA NEMICA DELLE LOTTE IL 19 MARZO DEL 2002 UN GRUPPO DI TERRORISTI ASSASSINÒ IL PROFESSORE TENTANDO DI RIPORTARE IL PAESE AGLI ANNI DI PIOMBO. RICORDARLO DOPO 10 ANNI È FONDAMENTALE PER COSTRUIRE IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE  Il 19 marzo del 2002, dieci anni fa, un gruppo di terroristi assassinò il professor Marco Biagi tentando di riportare il paese agli anni di piombo e di mettere in mora un grande movimento di popolo per il lavoro e i diritti. Quel popolo che quattro giorni dopo l’efferata uccisione di Biagi diede vita, al Circo Massimo a Roma, alla più grande manifestazione sindacale organizzata nell’Italia repubblicana. Fa bene Rassegna Sindacale, con questo fascicolo, a richiamare alla memoria quei giorni indimenticabili e a ricordare i temi del dibattito di allora, le grandi battaglie della Cgil per il lavoro e per i diritti e gli attentati del terrorismo allo stesso movimento dei lavoratori. Fa bene perché tutto ciò fa parte della storia d’Italia e perché i nodi di allora non sono ancora sciolti. La lotta al terrorismo e a ogni forma di violenza continua ad essere elemento caratterizzante del dna del sindacato e della Cgil in particolare: anche perché le ragioni di una protesta civile e democratica, non solo legittima ma doverosa quando necessaria, finiscono per perdere forza ed efficacia quando sono inquinate da atti di violenza e di attacco alla convivenza e al confronto democratico, dieci anni fa come adesso. La violenza non rende più forti le lotte, al contrario ne disgrega l’efficacia e la diffusione. Per questo il sindacato, la Cgil, non può che continuare ad essere il nemico più acerrimo di ogni forma di illegalità, di violenza e di terrorismo, senza alcuna discussione: senza se e senza ma. Poiché queste degenerazioni dell’opposizione e della protesta sono rivolte prima di tutto contro la libera espressione del dissenso sociale e sindacale. Per questa ferma posizione abbiamo pagato un tributo di sangue che non può essere mai dimenticato da nessuno. Naturalmente, la Cgil non ha rinunciato ad alzare la propria voce in difesa delle ragioni e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dei giovani e degli anziani, dei più deboli. E non intende rinunciarvi. Anche, e soprattutto, quando in discussione è il diritto al lavoro, la difesa contro ogni forma di discriminazione, il ricorso agli strumenti previsti dalla Costituzione per richiedere e ottenere giustizia. Questo ha rappresentato la battaglia che abbiamo fatto e stiamo facendo per sostenere la validità, diremmo l’attualità, dell’azione sindacale in difesa dell’articolo 18 e per la presenza del sindacato nelle fabbriche, che significa tutela per i lavoratori più deboli, più esposti contro ogni forma di discriminazione e ricatto. Ricordarlo oggi, a dieci anni dalla morte di Biagi e dalla manifestazione al Circo Massimo non è soltanto giusto, ma fondamentale per costruire il futuro del nostro Paese e consolidare le regole della democrazia e con esse i diritti sindacali. (di Susanna Camusso - segretaria generale della CGIL)

SCUOLA: GEMELLAGGIO TRA NISCEMI E STATI UNITI

Palermo - Gli studenti del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, saranno i primi protagonisti di uno scambio culturale con un istituto superiore del North Carolina, negli Usa, che partira' gia' dal prossimo anno scolastico. Il gemellaggio e' stato possibile grazie anche alla collaborazione con il consolato degli Stati uniti di Napoli, e le due scuole hanno gia' manifestato il loro entusiasmo di fronte all'opportunita' di conoscere le diverse realta' dei rispettivi territori. Il progetto prevede, infatti, che gli studenti americani frequentino per il periodo del loro soggiorno siciliano le lezioni nella scuola Leonardo da Vinci e che possano svolgere escursioni in alcune tra le piu' suggestive e significative localita' siciliane, dal punto di vista culturale e turistico, da Agrigento a Caltagirone, da Taormina a Catania. Durante il loro soggiorno in Sicilia, sarebbero ospitati dalle famiglie degli studenti niscemesi. Cosi', gli studenti di Niscemi, sarebbero ospitati dalle famiglie dei loro coetanei americani, frequenterebbero la scuola locale e visiterebbero alcune localita' del North Carolina. (sl)

“IUS SOLI, IUS SANGUINIS”: L’ON. FABIO PORTA PARTECIPA AL CONVEGNO ORGANIZZATO DAL PARTITO SOCIALISTA.

 “Dall’emigrazione e dalla immigrazione un formidabile impulso alla soluzione della crisi” Intervenendo ai lavori del convegno organizzato a Roma dal Partito Socialista, l’On. Fabio Porta ha tracciato un breve bilancio della sua esperienza di parlamentare alla luce della tematica dell’evento. “Dal 2008 al 2011 abbiamo avuto il governo più lontano dai princìpi del’ius soli’ e del’ius sanguinis’ – ha esordito il Vice Presidente del Comitato permanente della Camera dei Deputati sugli italiani nel mondo – Berlusconi e i suoi alleati hanno sistematicamente penalizzato attraverso appositi provvedimenti e tagli di spesa tanto gli stranieri in Italia quanto gli italiani nel mondo”. “Da una piena integrazione di questi dieci milioni di cittadini – ha aggiunto il deputato del Partito Democratico – tanti sono infatti gli italiani nel mondo e gli immigrati in Italia, il nostro Paese avrebbe solo da guadagnare, e non solo dal punto di vista anagrafico”. “Emigrati ed immigrati – secondo l’On. Porta – costituiscono una risorsa giovane e innovatrice, uno strumento unico di internazionalizzazione e apertura al mondo del sistema-Italia”. “Per questi motivi – ha concluso il parlamentare eletto in America Meridionale – ‘ius sanguinis’ e ‘ius soli’ non sono princìpi antitetici, come spesso si vuole fare credere in maniera strumentale e semplicistica, ma elementi complementari di una politica intelligente di ‘cittadinanza globale’, intesa come la nuova dimensione di un Paese in grado di integrare con lungimiranza e saggezza le nuove generazioni di immigrati e di emigrati in Italia e nel mondo”.

PROROGATO L’ALLESTIMENTO DEL MUSEO DELL’EMIGRAZIONE AL VITTORIANO

ROMA - L’allestimento del Museo nazionale dell’Emigrazione Italiana è stato prorogato fino al 31 dicembre 2012. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha concesso l’autorizzazione a mantenere il Museo nelle attuali sale espositive presso il Complesso del Vittoriano, dove è stato inaugurato nel settembre 2009. La decisione è stata confermata nell’ambito delle celebrazioni conclusive dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in occasione delle quali sul sito della Farnesina è stata pubblicata una serie di documenti ufficiali relativi al riconoscimento dell’Italia quale nuovo Stato nazionale. Custoditi presso l’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri, i manoscritti originali con cui le autorità dei diversi Paesi manifestavano l’intenzione di instaurare formali relazioni diplomatiche con il nuovo Stato italiano rappresentano una testimonianza diretta, dall’elevato valore storico e simbolico, del coronamento di quel disegno unitario che il 17 marzo del 1861 vedeva la Nazione italiana, sino ad allora artificiosamente divisa in una serie di piccoli e medi stati regionali, farsi Patria e progetto comune. Tributo alla memoria del momento fondativo del nostro percorso unitario e vivida testimonianza della centralità della dimensione internazionale per la vicenda nazionale, le pubblicazioni che hanno accompagnato, settimana dopo settimana, la presentazione di tutti gli eventi dedicati al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, rappresentano un modo, fra i tanti, scelto dal Ministero degli Affari Esteri per augurare all’Italia "buon compleanno". (aise)

IL SENATO USA CELEBRA L’UNITÀ D’ITALIA ED IL CONTRIBUTO DEGLI ITALOAMERICANI AL PROGRESSO DEL PAESE

WASHINGTON - Il Senato degli Stati Uniti si unisce alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, con una risoluzione che ricorda l'anniversario dell’Unità e l'inizio delle relazioni "calorose e durevoli" tra il popolo americano e quello italiano. La risoluzione 394, proposta da John Kerry, presidente della Commissione Affari Esteri, è stata approvata dall'aula del Congresso. Nel testo viene riconosciuto l'"enorme contributo" degli italo-americani al progresso e alla crescita degli Stati Uniti e la partnership "strategica" tra i due Paesi in ambito Nato e, più in generale, nell'azione di difesa dei diritti umani e degli ideali democratici. Nel corso della cerimonia che si è tenuta venerdì a Washington, l'ambasciatore italiano Claudio Bisogniero ha ringraziato personalmente il senatore Kerry per il suo impegno nel far approvare in tempi rapidissimi la risoluzione, esprimendo il profondo apprezzamento dell'Italia per l'iniziativa del Senato. L'ex candidato alla Casa Bianca ha ribadito il legame speciale tra Italia e Usa, spiegando che la risoluzione rispecchia sentimenti ampiamente diffusi nel Congresso e rappresenta un'ulteriore testimonianza delle eccellenti relazioni bilaterali tra i due Paesi. La risoluzione del Senato, commentano dall'ambasciata italiana, "costituisce l'ennesimo attestato del valore che qui si attribuisce alla storica amicizia tra Italia e Stati Uniti" e "una dimostrazione d'affetto per la tradizione artistica e culturale italiana, ma anche per l'Italia del futuro, l'Italia moderna, della scienza, della creatività e dell'innovazione". Nella risoluzione viene anche ricordato "il servizio e il sacrificio" dei militari italiani impegnati al fianco di quelli americani nelle aree di crisi come l'Iraq, l'Afghanistan e la Libia. (aise)