E’ AUTOMATICA L’ESPULSIONE DEL CLANDESTINO CONDANNATO A PENA INFERIORE A DUE ANNI.

Con sentenza n. 10572/2009 la I sezione Penale della Corte di cassazione ha stabilito che i clandestini acquistano automaticamente il diritto ad essere espulsi se la condanna, che dovrebbero scontare in Italia, non supera i due anni. La corte ha evidenziato che “la sanzione sostitutiva dell’espulsione ex art. 16, comma quinto Decreto legislativo n. 286/98, ha natura amministrativa, secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con Ordinanza n. 226 del 2004, e va ricondotta nell’alveo delle misure alternative alla detenzione (e non delle sanzioni amministrative) ancorché debba estendersi atipica. Tale misura tuttavia non è equiparabile alle misure alternative previste dall’Ordinamento penitenziario in quanto non volta a consentire l’inserimento del condannato nel contesto sociale attivo, quanto piuttosto per deflazionare la popolazione carceraria allontanando dal territorio dello Stato quegli stranieri, non appartenenti alla Comunità Europea, che non sono in regola con il permesso di soggiorno, purché si tratti di pene contenute (inferiori a due anni di reclusione) e non siano di particolare gravità. Vi è, dunque, nella fattispecie una sorta di rinuncia da parte dello Stato alla pretesa punitiva (sospesa per dieci anni, periodo entro cui il cittadino straniero non deve far rientro clandestinamente nel nostro territorio) a fronte del vantaggio immediato di evitare il sovraffollamento del circuito carcerario”. (Corte di Cassazione, I sez. Penale, sentenza n. 10752 dell’11 marzo 2009).

ITALIANI IN SLAVONIA: STORIA DELLA NOSTRA EMIGRAZIONE NEL LONTANO ANGOLO DELLA CROAZIA

Farra d'Alpago (BL) - L'associazione della "Comunità Italo - Croata "Plostine" che raggruppa emigranti croati di origine bellunese provenienti in maggior numero dal villaggio di Plostine in Croazia, presenta, alle ore 20 del 15 giugno nella sala parrocchiale, "Italiani in Slavonia - 1880-2005", la seconda edizione del libro edito dalla Comunità Italiana di Lipik. Duecentottantacinque pagine scritte da Duško Kliek che narrano una commovente e curiosa storia della nostra emigrazione - soprattutto bellunese - in Croazia, dove numerose città furono distrutte da un sanguinoso conflitto durato fino al 1995. (NIP – A.B.) MEDICI CON L'AFRICA CUAMM A BERLUSCONI: "L'AFRICA MERITA RISPETTO" PADOVA - Medici con l'Africa Cuamm, organizzazione non governativa che da oltre di cinquant'anni si spende per la tutela del diritto alla salute delle popolazioni africane, si sente interpellata dalle recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che paragonano Milano all'Africa come termine di un confronto indegno e irrispettoso. Cosa direbbe il nostro Presidente del Consiglio visitando città europee come Londra, Parigi o Amsterdam in cui il multiculturalismo è una dimensione quotidiana e immediatamente percepibile? Saremmo ben lieti di accompagnare il Presidente Berlusconi in una delle capitali africane dei 7 paesi in cui operiamo. Lì potrebbe toccare con mano che le cause che producono migrazioni di popoli, non di semplici individui, sono tanto complesse e intrecciate che non sarà il "cerotto" dei respingimenti ad arrestarle. Pensiamo all'accesso all'acqua pulita, al cibo, all'istruzione, alla salute, alla ridistribuzione dei proventi delle materie prime. Agire su questi problemi è certamente impegnativo ed è quanto ci si aspetta da uno statista. Magari, oltre ai paragoni infelici da campagna elettorale, al Presidente Berlusconi potrebbe restare il tempo per apprezzare la capacità di accoglienza, la creatività e la straordinaria capacità di resistere a condizioni durissime degli africani. È per questo che ribadiamo la necessità di impegnarsi per creare e favorire condizioni migliori che consentano a queste persone di condurre una vita dignitosa nel loro paese, di avere un lavoro, di potersi curare. Un lavoro che come ong ci vede impegnati in prima linea ma che i drastici tagli alle risorse destinate dall'Italia alla cooperazione internazionale (il 54% in meno nel 2009 rispetto al 2008) pregiudicano gravemente. Fermi nel nostro impegno in Africa, ribadiamo in Italia che gli Africani sono nostri amici. È un dovere che sentiamo forte nei confronti delle popolazioni che serviamo, ma anche nei riguardi degli 80 volontari attualmente in servizio e degli oltre 1.000 partiti in questi anni, oltre che degli 800 operatori locali che affiancano ogni giorno il nostro lavoro.(NIP)

BERLUSCONI MESSO A NUDO

 A scanso di equivoci per Silvio Berlusconi: è la stampa democratica quella che rispetta la sua intimità ed è lui quello che continua a cercare di censurarla. Pubblicando le foto delle sue feste private, infatti, non vogliamo giudicare la sua moralità, ma dimostrare che lui, come presidente del consiglio, sta cercando di trasformare lo spazio della politica democratica in un semplice prolungamento delle sue relazioni di amicizia e dei suoi divertimenti. Perché è quello che ha fatto - secondo le sue stesse dichiarazioni - quando è stato il momento di compilare le liste elettorali del suo partito o perfino di assegnare gli incarichi di governo. (El Pais, Spagna)

LE DUE AFRICHE :PARAGONE TRA OBAMA E BERLUSCONI

Per pura coincidenza Obama e Berlusconi hanno pronunciato nello stesso giorno, il 4 di giugno, due discorsi. Obama ha parlato in Africa, al Cairo, nella prestigioso centro di studi islamici al-Azhar, nella cui moschea ha sede la massima autorità religiosa sannita, il Grande Imam di al-Azhar. Berlusconi, invece, ha tenuto il suo discorso elettorale a Milano, nell’ex Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi, parlando anche d’Africa. La lettura dei due discorsi rende plastico l’abisso che separa i due personaggi, malgrado le pretese di Berlusconi di essere un leader di statura (!) mondiale. Ho potuto ascoltare passaggi del discorso di Obama in lingua originale e mi ha sorpreso come, quando i concetti sono chiari, anche una lingua straniera diventi più comprensibile. Obama ha la capacità di parlare alla mente ed al cuore: nei rapporti Occidente ed Islam si dirigeva sia agli intellettuali, che conoscono le tesi di Hungtinton sullo scontro di civiltà, che alle persone semplici, anche analfabete. Obama sapeva di non poter parlare soltanto ai governanti dei paesi arabi, moderati od estremisti che siano, ma soprattutto alla pubblica opinione e alle masse arabe. Le sue parole erano semplici, ma non semplificatrici e la dimostrazione che semplicità e profondità dei concetti si possono coniugare, se dietro ci sono convinzioni ferme, principi saldi, integrità politica ed il senso di avere una missione. Come italiano e milanese provo, invece, pena alle parole di Berlusconi, che, come dai “comunisti”, è ossessionato dall’Africa. Una settimana fa era la sporcizia a fare di Roma una città africana, ora è la composizione etnica a far diventare africana la città di Milano. In entrambi i casi ”africano” non è un semplice aggettivo che denota una zona geografica, ma un segno di disprezzo, praticamente un insulto: alla faccia della culla dell’umanità! Berlusconi, a differenza di Obama, parla alla pancia delle persone e vola tanto più basso, quanto più deve fare concorrenza alla Lega. La Lega minaccia il sorpasso del PdL in Lombardia e Veneto: ormai vanno di moda gli alleati competitori, come ha insegnato il PD alleandosi con Di Pietro, invece che con la sinistra riformista. Nel dibattito politico italiano non è nemmeno entrata l’Europa, perciò non dobbiamo meravigliarci che non entrino questioni planetarie, come quella dei rapporti tra l’Occidente e l’Islam, ovvero continentali come il Medio-Oriente ed il conflitto israelo-palestinese. Rammarichiamoci, ma non facciamo l’errore di rendere responsabili gli elettori italiani: se non sì capiti, è perché non ci si è fatti capire ovvero non si è credibili. (Felice Besostri – l’avvenire dei lavoratori)

 ELEZIONI EUROPEE 2009: LE DESTRE AVANZANO, MA TIENE LA LINEA DEI DIRITTI UMANI

BRUXELLES, 8 giugno 2009. Come previsto, la crisi economica internazionale e la mancanza di una precisa identità del socialismo europeo sono alla base di un'affermazione delle forze di destra. La mancata applicazione delle disposizioni internazionali che vietano la propaganda xenofoba (fenomeno reso possibile proprio dalla debolezza delle sinistre europee) ha sicuramente contribuito al verificarsi di tale spostamento dell'asse politico continentale e soprattutto alla vittoria dei partiti xenofobi, antieuropeisti e neonazisti. Con la nuova legislatura, gli eurodeputati passeranno da 785 a 736. Come hanno rilevato gli analisti internazionali, il dato più preoccupante è la scarsa affluenza alle urne: un minimo storico dettato senza dubbio dalla scarsa conoscenza, da parte della società europea, del significato dell'Unione europea e dei suoi obiettivi. La maggior parte dei partiti, nei 27 Stati membri, utilizza l'appuntamento europeo per saggiare la propria forza e aumentare la propria area di influenza e i media seguono questa linea, evitando di informare le cittadinanze sulla Storia, le conquiste, gli orizzonti dell'Ue. Un dato importante è sicuramente la tenuta del movimento transnazionale per i diritti umani, civili e dell'ambiente. I Verdi, che hanno fatte proprie le istanze relative alla tutela dei popoli e delle minoranze, oltre che dell'ambiente, passano da 43 a 51 seggi. L'Alleanza liberaldemocratica (Alde), che ha fatto dei Diritti Umani il suo "cavallo di battaglia" aveva 100 eurodeputati e, nonostante la sconfitta del Modem di Bayrou e il mancato apporto del Pd, mantiene 81 seggi, cui si aggiungeranno i Fianna Fail irlandesi. La sinistra radicale GUE/NGL mantiene 33 seggi su 41. Il Pse, che non è stato sempre attivo nell'àmbito dei Diritti Umani, scende da 194 a 159 seggi, mentre i "non iscritti" hanno una maggioranza orientata a valori progressisti. I numeri parlano chiaro: il Movimento per i diritti umani, civili e dell'ambiente (composto da socialisti, verdi, liberaldemocratici, sinistra radicale e "non iscritti" progressisti) conta 380 seggi su 736. E' già una maggioranza, accanto alla quale, nelle istanze contro la persecuzione e discriminazione dei popoli, nelle campagne per l'ambiente e le libertà fondamentali, si affiancherò spesso la componente realmente cristiana del Partito popolare, componente con cui noi stessi del Gruppo EveryOne abbiamo un dialogo costruttivo, finalizzato a combattere i moti xenofobi, razzisti, negazionisti e neonazisti. Passate le temute elezioni 2009, possiamo dunque guardare al futuro dell'Europa con fiducia, perché i 27 Stati che fanno parte di un grande progetto di civiltà, nonostante la propaganda sempre più spudorata degli intolleranti, sotto l'aspetto dei Diritti Umani parlano ancora la stessa lingua. (del Gruppo EveryOne)

ELEZIONI EUROPEE: I RISULTATI PAESE PER PAESE/ IL VOTO IN UNGHERIA

ROMA - Gli italiani residenti in Europa che hanno deciso di votare per il rinnovo del Parlamento europeo scegliendo candidati italiani sono stati 79.594 - il 7,10% degli aventi diritto - che si sono recati in uno dei 580 seggi istituiti dalla rete diplomatico – consolare nei 26 Paesi dell’Unione Europea In Ungheria, in particolare, ha votato il 17.19% degli aventi diritto. Questi i risultati: Pdl 81 (43,08), Pd 32 (17,02), Di Pietro – Idv 27 (14,36), Udc 12 (6,38), Lega Nord 12 (6,38), Lista Pannella – Bonino 7 (3,72), Sinistra e libertà 5 (2,65), Rifondazione comunista – Sinistra europea – Comunisti italiani 3 (1,59), Fiamma tricolore 3 (1,59), La destra – Mpa – Pensionati – Alleanza di centro 2 (1,06), Forza nuova 2 (1,06), SVP 1 (0,53), Ld – Maie 1 (0,53). Nessun voto, infine, per Partito comunista dei lavoratori, Autonomie Libertè Democratie e Vallee d’Aoste. (aise)