DUE PROFILI DELLA MEMORIA

Due profili della Memoria hanno preso forma in questi giorni nella mia mente. Il primo è quello dell’erede di Casa Savoia che, a ottantatré anni di distanza dalla promulgazione delle leggi razziali, fatta da Vittorio Emanuele III,

ha chiesto scusa ai “fratelli ebrei”, riconoscendo l’imperdonabile errore. A ottantatré anni di distanza. Un atto da qualcuno apprezzato, che tuttavia non cambia il giudizio storico su quell’orribile svolta né rimuove il cumulo di responsabilità morali legate alle sofferenze, alle persecuzioni e alle morti che ne sono venute. Il secondo profilo è quello della Senatrice Liliana Segre che, vincendo i timori del contagio e le resistenze degli stessi medici, ha deciso di recarsi in Senato a votare in una seduta tumultuosa, esponendosi ad un rischio obiettivo e serio per una persona della sua età, solo per assolvere a un suo dovere democratico. Non parlo del merito della sua scelta sulla fiducia al Governo, che appartiene alla sfera delle sue libere decisioni, comunque rispettabili, ma del fatto che Ella abbia messo al di sopra di tutto, della sua stessa salute, la responsabilità civica. In questi anni nessuno come Liliana Segre ha saputo testimoniare la Memoria dell’Olocausto con parole dirette e con risvolti umani e morali autentici e profondi. Ma tutto questo, pur essendo linfa vitale per la formazione delle nuove generazioni, non basta se non si fa azione coerente, pratica di responsabilità, quotidiano esercizio di democrazia. In Lei, la Memoria si fa esempio di vita e di impegno civile. Si fa lezione autentica di un passato da far conoscere e trasmettere, ma anche indicazione di come si debba affrontare un difficile presente e costruire un incerto futuro. (ON. ANGELA SCHIRO’ PD)

GIORNO DELLA MEMORIA: A LISBONA LA VIDEOCONFERENZA “PERLASCA E SOUSA MENDES: LA DIPLOMAZIA DEI GIUSTI”

LISBONA - In occasione della Giornata Internazionale della memoria delle vittime dell’Olocausto, l’Ambasciata d’Italia a Lisbona ha realizzato ieri la videoconferenza “Perlasca e Sousa Mendes: la diplomazia dei Giusti”. Trasmessa in diretta sui maggiori social, all’iniziativa hanno partecipato con testimonianze dirette, rievocazioni e condivisioni di materiali documentari inediti delle rispettive Fondazioni, il figlio e il nipote di due celebri personalità, il portoghese Aristides de Sousa Mendes, e l’italiano Giorgio Perlasca, i due Giusti tra le Nazioni che salvarono dalla deportazione e dallo sterminio migliaia di ebrei durante la seconda guerra mondiale. “Gesti grandiosi accomunano questi due eroi ed è fondamentale continuare a ricordarne l’opera, come è imperativo tenere viva la Memoria dell’orrore dell’Olocausto per aiutare a evitare che quella immane tragedia possa ripetersi ancora”, ha detto in apertura l’ambasciatore Formosa. All’iniziativa hanno preso parte anche l’ambasciatore di Israele in Portogallo, rappresentanti della Comunità ebraica di Porto e il responsabile del Museo dell’Olocausto di Porto, primo museo della penisola iberica dedicato alla Shoah, che a causa delle restrizioni dovute al Covid non ha potuto essere inaugurato lo scorso 20 gennaio e che in questa occasione ha svolto la sua prima attività ufficiale. (aise)

SCHIRÒ(PD): IN LILIANA SEGRE LA MEMORIA SI FA ESEMPIO DI VITA E DI IMPEGNO CIVILE

ROMA – “Due profili della Memoria hanno preso forma in questi giorni nella mia mente. Il primo è quello dell’erede di Casa Savoia che, a ottantatré anni di distanza dalla promulgazione delle leggi razziali, fatta da Vittorio Emanuele III, ha chiesto scusa ai “fratelli ebrei”, riconoscendo l’imperdonabile errore. A ottantatré anni di distanza. Un atto da qualcuno apprezzato, che tuttavia non cambia il giudizio storico su quell’orribile svolta”. Lo scrive in una nota la deputata del Pd Angela Schirò, eletta nella ripartizione Europa. La deputata sottolinea inoltre come il secondo profilo da evidenziare sia quello della “Senatrice Liliana Segre che, vincendo i timori del contagio e le resistenze degli stessi medici, ha deciso di recarsi in Senato a votare in una seduta tumultuosa, esponendosi ad un rischio obiettivo e serio per una persona della sua età, solo per assolvere a un suo dovere democratico. Non parlo del merito della sua scelta sulla fiducia al Governo, che appartiene alla sfera delle sue libere decisioni, comunque rispettabili, ma del fatto che Ella abbia messo al di sopra di tutto, della sua stessa salute, la responsabilità civica. In questi anni – continua Schirò – nessuno come Liliana Segre ha saputo testimoniare la Memoria dell’Olocausto con parole dirette e con risvolti umani e morali autentici e profondi. Ma tutto questo, pur essendo linfa vitale per la formazione delle nuove generazioni, non basta se non si fa azione coerente, pratica di responsabilità, quotidiano esercizio di democrazia. In Lei, la Memoria si fa esempio di vita e di impegno civile. Si fa lezione autentica di un passato da far conoscere e trasmettere, ma anche indicazione di come si debba affrontare un difficile presente e costruire un incerto futuro. (Inform)

GIORNO DELLA MEMORIA/CARÈ (PD): OPERARE E IMPEDIRE RITORNO DI QUEL PASSATO

ROMA - Anche il deputato del Pd eletto all’estero, Nicola Carè, ha parlato per il Giorno della Memoria, che ricade oggi, 27 gennaio: “Il rischio che si possano di nuovo spalancare le porte di quell'orrore deve essere sempre tenuto presente”. “La nostra società - ha aggiunto su Twitter - ha gli anticorpi per evitarlo, ma spetta a ciascuno di noi operare nel giusto, per impedire che quel passato possa ritornare. Non dimentichiamo”. (aise) DISPONIBILITÀ DI POSTI PER ASSISTENTI DI LINGUA ITALIANA PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE NEI PAESI DELL’UE PER L’ANNO SCOLASTICO 2021-2022 ROMA – Il Dipartimento per le Politiche europee segnala la disponibilità di posti di assistenti di lingua italiana presso le istituzioni scolastiche nei paesi dell’Ue per l’anno scolastico 2021-2022. Una opportunità, per neolaureati sotto i 30 anni, di fare una esperienza all’estero affiancando docenti di lingua italiana in servizio nelle istituzioni scolastiche del Paese di destinazione e fornire un contributo alla promozione e alla conoscenza della lingua e della cultura italiana. L’attività copre un periodo di circa otto mesi in una scuola in una delle seguenti destinazioni: Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Germania, Regno Unito e Spagna. Il numero dei posti dipende dalle disponibilità dei Paesi partner ed è suscettibile di variazioni in qualsiasi momento della procedura. Le domande di partecipazione devono essere presentate entro il 19 febbraio esclusivamente tramite l’applicazione disponibile alla voce “Vai all’Applicazione” presente nella pagina del Miur dedicata all’iniziativa: http://www.miur.gov.it/web/guest/assistenti-italiani-all-estero. Il bando e le modalità di compilazione della domanda sono presenti sul sito del Ministero dell’Istruzione. (Inform)

LAUREA PER UN EMIGRATO ITALIANO SU QUATTRO

Roma - Nel 2019, gli italiani espatriati sono prevalentemente uomini (55%). Fino ai 25 anni, il contingente di emigrati ed emigrate è ugualmente numeroso (entrambi 20mila) e presenta una distribuzione per età perfettamente sovrapponibile. A partire dai 26 anni fino alle età anziane, invece, gli emigrati iniziano a essere costantemente più numerosi delle emigrate: dai 75 anni in poi le due distribuzioni tornano a sovrapporsi. Lo rende noto l'Istat. L’età media degli emigrati è di 33 anni per gli uomini e 30 per le donne. Un emigrato su cinque ha meno di 20 anni, due su tre hanno un’età compresa tra i 20 e i 49 anni mentre la quota di ultracinquantenni è pari al 13%. Considerando il livello di istruzione posseduto al momento della partenza, nel 2019 un italiano emigrato su quattro è in possesso di almeno la laurea (30mila). Rispetto all’anno precedente le numerosità dei laureati emigrati è in lieve aumento (+1,4%). L’incremento è molto più consistente se si amplia lo spettro temporale: rispetto a cinque anni prima gli emigrati con almeno la laurea crescono del 23%. Quasi tre cittadini italiani su quattro trasferitisi all’estero nel 2019 hanno 25 anni o più: sono poco più di 87mila (il 72% del totale degli espatriati); di essi quasi uno su tre (28mila) è in possesso di almeno la laurea. In questa fascia d’età si riscontra una lieve differenza di genere riguardo alla consistenza e al titolo di studio di chi espatria: le italiane emigrate sono meno numerose (rappresentano circa il 43% del totale degli espatriati di 25 anni o più) ma sono più frequentemente in possesso di almeno la laurea (il 36% contro il 30% dei loro coetanei). Rispetto al 2010, inoltre, l’aumento degli espatri di laureati è più evidente per le donne (+8%) che per gli uomini (+3%). Tale incremento risente in parte dell’aumento contestuale dell’incidenza di donne laureate nella popolazione (dal 5,5% del 2010 al 7,8% del 2019). L’altra faccia della medaglia è costituita dai rimpatri: nel 2019, considerando il rientro degli italiani di 25 anni e più con almeno la laurea (15mila), la perdita netta (differenza tra rimpatri ed espatri) di popolazione “qualificata” è di 14mila unità. Tale perdita riferita agli ultimi dieci anni ammonta complessivamente a poco meno di 112mila unità. Il trend in aumento degli espatri è da attribuire in larga parte alle difficoltà del mercato del lavoro italiano di assorbire l’offerta soprattutto dei giovani e delle donne. A queste si aggiunge il mutato atteggiamento nei confronti del vivere in un altro Paese - proprio delle generazioni nate e cresciute in epoca di globalizzazione - che induce i giovani più qualificati a investire con maggior facilità il proprio talento nei paesi esteri in cui sono maggiori le opportunità di carriera e di retribuzione. I programmi specifici di defiscalizzazione, messi in atto dai governi per favorire il rientro in patria delle figure professionali più qualificate, non si rivelano quindi del tutto sufficienti a trattenere le giovani risorse che costituiscono parte del capitale umano indispensabile alla crescita del Paese. (NoveColonneATG)