"Signor presidente, signori della Corte, ritengo di avere il dovere morale di dare un contributo per la ricerca della verità. L'unico modo è rassegnare la mia vita.

 Sono sempre stato un politico onesto. Non ho mai chiesto un voto a nessuno perché il voto è un fatto libero. Non sono mai sceso a patti. Pellegrino e la mafia sono cose diverse. Basta leggere il mio certificato penale per capire che le cose non stanno come sono state dipinte". Bartolo Pellegrino respinge le accuse. L'ex assessore regionale, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, ha negato ieri, dinanzi ai giudici, di avere mai avuto rapporti con la mafia. Con in una mano alcuni fogli, in cui aveva annotato degli appunti, perché, dice, la memoria non è più quella di un tempo, ma con la stessa grinta con cui ha affrontato tante battaglie politiche, Bartolo Pellegrino ha affermato di avere sempre agito nel rispetto della legge e di essersi battuto per lo sviluppo del territorio. "Non ho mai sfruttato il mio potere per arricchirmi", ha detto. "Se avessi voluto farlo non avrei fatto politica. Chi afferma il contrario mente". L'imprenditore Nino Birrittella, che dopo essere finito in manette nell'ambito dell'inchiesta su mafia e appalti ha deciso di pentirsi e di collaborare con la giustizia, ha accusato l'ex assessore di essersi impegnato per tentare di agevolare una speculazione edilizia in cambio della promessa di una somma di denaro. "È tutto falso", ha detto Bartolo Pellegrino. "L'iter dei piani costruttivi si sviluppava e si esauriva all'interno degli uffici comunali. L'assessorato non aveva alcuna competenza. Ciò ha consentito, nel tempo, tante speculazioni. La mafia faceva da mediatrice tra i proprietari ed i costruttori. I politici sapevano ma nessuno interveniva. Per tentare di porre fine a quella situazione presentai un disegno di legge che prevedeva la pianificazione dei piani. Riuscii a farlo approvare dalla Giunta ma poi fu boicottato e non giunse mai in assemblea". Nino Birrittella non è però l'unico ad accusare l'ex assessore. Anche l'architetto Mario Buscaino ha avanzato delle accuse. Secca la replica di Bartolo Pellegrino: "In questa città è stato fatto uno scempio. Le violenze sono stata fatte da chi ha gestito il territorio. Lui è stato sindaco". (fonte trapaniok)