Sono dieci gli immobili che il comune di Modica intende vendere, tra questi l’ex palazzo delle Poste in corso Umberto I e una parte del complesso di S. Francesco

 alla Cava Duccio Gennaro Ci sono almeno dieci immobili di proprietà comunale che l’amministrazione pensa di vendere per tamponare il deficit finanziario. Secondo una stima di massima dei tecnici si tratta di un patrimonio che si aggira sui trenta milioni di euro se le proprietà fossero immesse sul mercato immobiliare. L’assessore al bilancio Emanuele Muriana sta compilando la lista e la renderà nota in forma ufficiale ma cespiti importanti sono l’ex sede delle suore della Raccomandata, il palazzo De Naro Papa a Modica Alta, l’ex palazzo delle Poste in corso Umberto, un parte del complesso di S. Francesco alla Cava. Sono immobili tra i più appetibili sul mercato sia per realizzare centri commerciali o strutture per la ricettività alberghiera. Sull’ipotesi di vendita degli immobili tuttavia non tutto il consiglio comunale è d’accordo. Per Giovanni Migliore del Pdl non è questa la strada da seguire. « Non siamo d’accordo. Ci chiediamo chi potrebbero essere gli eventuali acquirenti e soprattutto chi stabilisce il loro valore di mercato. Ci sono invece validi strumenti legislativi che permettono di conservare il patrimonio immobiliare. Mi riferisco alla legge 289 che prevede la possibilità di costituire società immobiliari dove confluiscono i beni dell’ente, che rimane socio unico e sotto forma di società fa un mutuo presso una banca. L’ente ha così la possibilità di avere liquidità senza perdere gli immobili». Migliore ed il Pdl non tengono in considerazione il fatto che uno dei problemi del patrimonio immobiliare comunale sono gli alti costi di ristrutturazione e di manutenzione visto che si tratta di edifici che versano in uno stato di degrado, come la sede delle suore dell’ex Raccomandata, e per i quali l’ente non solo non avrebbe un ritorno per la mancata vendita ma un aggravio se mai decidesse di mettervi mano in termini di progettazione, messa in sicurezza e ristrutturazione. Gli immobili comunali inoltre, grazie alle continue acquisizioni dell’ultimo decennio, risultano ben oltre il ragionevole fabbisogno di una città che ha ben altri problemi di sopravvivenza. . (fonte corriere di Ragusa D.G.)