L'uccellino D'oro Si narra che a Regalbuto tanto tempo fa esisteva a Sant'Antonio un grande convento di suore cattoliche (attualmente esiste ancora, ma è abitato soltanto da pastori che ci tengono le mandrie).

Intorno a questo convento, si estendeva un meraviglioso giardino ricco di fiori e di piante rare. Le suore passavano felici le giornate in preghiera e in contemplazione e la bellezza del luogo bastava ad alleviare il peso del loro isolamento.

Un giorno, però, qualcosa cambiò la tranquilla serenità del convento e le giornate cominciarono a sembrare lunghe e noiose. Fra loro non c'era più la lieta armonia del passato e iniziarono a litigare.

Successe che un giorno un giovane monaco era andato a turbare questa pace col racconto di quello che c'era oltre le mura del grande convento: le città, le luci, la vita della gente piena di divertimenti e di svaghi. Le suore nel sentire tutto ciò non desideravano di vivere in quello che fino allora era sembrato un paradiso ed adesso era diventato un luogo di solitudine. Alcune suore, guidate dal giovane, se ne andarono. Piano, piano il convento si spopolava e le erbacce cominciavano a invadere i vialetti del giardino su cui più nessuno passeggiava meditando. Anche le ultime suore rimaste si preparavano ad andarsene, dispiaciute di lasciare il luogo sacro, ma con grande desiderio di vedere e provare tutte quelle novità. Ma proprio quando stavano per lasciare il convento videro svolazzare sopra di loro un uccellino d'oro da cui pendevano cinque lunghi fili bianchi. Spinte da uno strano impulso le cinque suore afferrarono ognuna un filo e, per magia, si trovarono nel mondo che tanto sognavano. Videro com'era la realtà che non conoscevano: odio, miseria, violenza, un mondo in cui la pace era per sempre perduta. Fu un viaggio lungo, o almeno così sembrò loro. Quando l'uccellino le riportò nel giardino, le cinque suore decisero che non l'avrebbero mai più lasciato. L'uccellino scomparve nel cielo e le suore capirono che lo Spirito Santo era venuto ad aiutarle a ritrovare la strada della vera felicità e della pace.

PROVERBI

Li migli parinti su 'li spaddi. - I migliori parenti sono le proprie spalle.

E' migliu n'amicu chi un tintu parenti. - E' migliore un amico, che un parente cattivo.

Li parinti su' parinti e li stranii  su sempri li stranii. - I parenti sono parenti, e gli estranei sono sempre estranei.

Cu' perdi n’amicu, scinni un scalinu. - Chi perde un amico, scende di un gradino.

Si vo' passari la vita cuntenti, statti luntanu di li parenti. - Se vuoi stare tranquillo, stai lontano dai parenti.

Li migli sciarri su' cu li parinti. - Le migliori liti sono tra parenti.

Cu amici e cu parenti, 'un accattari e 'un vinniri nenti. - Con gli amici e con i parenti, non comprare e vendere niente.

Di lu nimicu, 'un pigliari consigliu. - Non ascoltare il consiglio di un tuo nemico.

Nun aviri amicizia cu li sbirri. ca cci pirdi lu vinu e li sicarri. - Non avere amicizie con i gendarmi, perchè perdi vino e sigari.

Cu lu vinnri e lu cumprari, nun c'è né amici nè cumpari. - Con il vendere e il comprare, non ci sono amici e compari.