15 Maggio 2024 Signora Presidente, non intendo soffermarmi più di tanto sulle ragioni di merito per le quali noi siamo contrari a questo provvedimento, perché molti senatori di opposizione, con grande qualità degli interventi, hanno sottolineato nei lavori di Commissione e in quelli in Aula le profonde ragioni di dissenso e di contrasto. Da ultimo,

la senatrice a vita Liliana Segre ieri ha svolto un intervento di grande spessore morale e intellettuale, che tutti dovrebbero ascoltare e soprattutto sul quale i senatori di maggioranza dovrebbero riflettere, perché non è un intervento dell'opposizione: è un intervento di una persona che ha a cuore le istituzioni democratiche del nostro Paese. È stato detto - e stamattina anche ripetuto dai pochi interventi della maggioranza - che non viene toccato il ruolo del Presidente della Repubblica. Questa è francamente un'affermazione ridicola che dovrebbe essere accantonata, perché il potere del Presidente della Repubblica viene modificato profondamente nella sua possibilità di sciogliere le Camere, che viene utilizzata nella prassi - come abbiamo visto anche in questi ultimi anni - come modalità per non sciogliere le Camere e, quindi, per aiutare le possibili maggioranze parlamentari nella nascita dei Governi, evitando lo scioglimento. Questa facoltà viene totalmente travolta dalle norme in questione. Soprattutto, oltre a quello di cui si è parlato molto, cioè il ridimensionamento del ruolo del Presidente della Repubblica, con queste norme c'è uno svuotamento totale dei poteri del Parlamento e mi stupisce che i senatori votino così allegramente il loro suicidio. Nel momento in cui il Governo e il Presidente del Consiglio eletto possono portare automaticamente allo scioglimento delle Camere, è evidente che questo non è che debba avvenire, ma sarà minacciato ogni giorno. Nella concreta vita parlamentare il Presidente del Consiglio, di fronte a ogni contrasto, a ogni dissenso col Parlamento o con la propria maggioranza, minaccerà le dimissioni e quindi lo scioglimento delle Camere. Si avrà, quindi, un Parlamento tenuto sotto ricatto totale. Devo dire che dietro questa scelta, anche se negata da parole tranquillizzanti, c'è una specie di riflesso autoritario di parte della maggioranza. Vi ricordate il dottor Stranamore, a cui partiva improvvisamente il braccio e non riusciva a controllare? Mi pare che ci sia questo riflesso autoritario che scatta involontariamente, altrimenti non si può spiegare perché avete imboccato siffatta strada. Per farlo violate alcune regole di buonsenso che derivano anche dall'esperienza degli ultimi anni, che dovrebbe essere di insegnamento. La prima regola è che il cambio della Costituzione si fa solo con un'intesa tra le forze parlamentari. L'articolo 138 della Costituzione spinge alla modifica in questo senso: si deve cercare un'intesa tra maggioranza e opposizione; poi, naturalmente, come in tutte le norme, c'è una disposizione di chiusura, per completarla, che consente di approvare la modifica costituzionale anche a maggioranza. Tuttavia, lo spirito dei Padri costituenti della Costituzione è di spingere a un'intesa e voi non avete in alcun modo cercato di farlo. A questo si aggiunge un'altra considerazione: si avrà il massimo dell'instabilità, e non della stabilità. Che Paese sarà quello in cui una maggioranza parlamentare, utilizzando i numeri che ha in quel momento, modifica le regole del gioco? Proviamo a immaginare se ogni maggioranza arrivata a governare il Paese modificasse le regole del gioco costituzionali e della legge elettorale approvate dalla maggioranza precedente: saremmo condannati a una perenne instabilità. Altro che stabilità! Del resto questo è successo: voi avete approvato la devolution a maggioranza e gli italiani l'hanno bocciata con un referendum. Noi abbiamo sbagliato, approvando la riforma del Titolo V da soli nel 2001 e poi la riforma costituzionale fatta negli anni dal presidente del Consiglio Renzi. Ma la scelta di andare avanti nella riforma è stata fatta dopo avere provato testardamente a trovare un'intesa; quando l'intesa non è arrivata si è scelto, sbagliando, di andare avanti da soli. Tutto questo non c'entra niente con quello che state facendo, perché voi non avete cercato un'intesa che non è arrivata e quindi siete andati avanti da soli, ma avete scelto dall'inizio, siete partiti dall'errore metodologico di farlo perché era nel vostro programma elettorale, nel quale invece c'è una proposta che dev'essere presentata all'intesa parlamentare, non portata avanti in questo modo, con queste forzature. L'intesa non l'avete nemmeno cercata in tutto il dibattito nella Commissione e la disattenzione con cui questo dibattito avviene in Aula è la prova che comunque avete deciso di andare avanti. (Applausi). State ad ascoltare le ragioni delle opposizioni solo perché dovete farlo, perché non potete farne meno. Vorrei però mostrare in questo momento, nonostante la poca considerazione, un angolo visuale diverso, richiamando la vostra attenzione sul fatto che voi fate questa riforma per un calcolo di presunta convenienza e state costruendo un boomerang che vi tornerà indietro, perché con questa riforma vi state facendo del male da soli. Questa riforma non vi conviene per alcuni motivi molto pratici. Prima di tutto, sfidate la sorte - capisco che possiate sentirvi talmente forti e abbiate una tale sicumera da farlo - perché gli italiani hanno punito sempre chi ha cercato di forzare le regole da solo. Pensiamo a quello che è successo negli ultimi anni, a cominciare dalla legge del 1953, quella che io mi rifiuto di chiamare legge truffa, che prevedeva un piccolissimo premio di maggioranza per governare meglio il Paese, che è stata fermata dal voto degli italiani. Oppure pensiamo alla riforma del Titolo V del 2001, approvata immaginando di averne dei vantaggi, poi il centrosinistra perse le elezioni; oppure al Porcellum del 2005, una legge costruita su un calcolo di convenienza che premiava l'avversario e i suoi fautori persero alle elezioni del 2006; oppure, alla devolution del 2006, approvata per condurre la campagna elettorale sotto l'ondata della devolution, e anche in quel caso chi l'aveva portata avanti perdette alle elezioni e al referendum. Per non citare la riforma Renzi del 2016, che portò alla caduta del Governo. Insomma, questa riforma non vi conviene. Converrebbe a noi, paradossalmente, ma siamo e resteremo contrari per ragioni di merito. Non spero, evidentemente, di convincervi, perché qui la capacità di ravvedimento è molto scarsa e si va avanti distrattamente, ma vorrei delineare questo scenario: poniamo che la riforma arrivi alla fine e che superi anche il referendum; sapete anche voi quanto sarà difficile a fine legislatura, quando nel grafico di tutti i Governi del mondo che hanno governato per qualche anno non è mai il momento migliore, ma poniamo che superiate anche il referendum costituzionale che ci sarà verso la fine della legislatura; ebbene, se il sistema entrasse in vigore, con l'elezione diretta del Premier, l'opposizione potrà scegliere in quel momento il candidato Premier migliore per andare a vincere, la personalità migliore, mentre voi dovrete candidare la presidente Meloni e non avrete alcun margine di libertà sulla scelta del momento ed è facile immaginare che a fine legislatura non ci sarà il picco di consensi che c'è oggi, dopo cinque anni, anche per le ragioni che ho detto prima. Perciò, vi state costruendo da soli una gabbia - lo dico in particolare a Forza Italia e alla Lega - e state finendo di vivere la coalizione come scelta. (Applausi). Ponete fine alla scelta di stare nella coalizione e del candidato migliore e state costruendo una gabbia che vi costringerà, qualsiasi siano le condizioni di consenso in quel momento, a candidare la Meloni. Vengo alla seconda considerazione. Sapete - perché non è un mistero e non penso di svelare alcun segreto, perché la si vede tutti i giorni - quanta difficoltà abbiamo oggi a tenere insieme il campo delle opposizioni, in Parlamento e nel Paese. Stiamo cercando di farlo e cercheremo di farlo, ma le difficoltà si vedono costantemente: voi ci aprite un'autostrada, perché nel momento in cui andremo all'elezione diretta del Premier, non ci sarà più spazio per terze candidature e terzi poli, ma il sistema porterà a uno scontro tra due persone e tra due schieramenti, quindi state creando il collante migliore per farci superare tutte le difficoltà di costruire un campo delle opposizioni aggregato. Dovremmo quindi, in qualche modo, ringraziarvi. State festosamente e allegramente compiendo un atto di autolesionismo politico e lo dico affettuosamente al senatore Balboni, perché siamo concittadini e siamo stati anche nelle stesse scuole negli anni della giovinezza: mi dispiace che leghi il suo nome a un atto di autolesionismo politico, perché oggi c'è disattenzione, ma gli atti parlamentari restano e fra qualche anno sarà possibile andare a rileggere queste cose e vedrete che state commettendo un atto che è contro i vostri stessi interessi e ve ne accorgerete andando avanti nel tempo. Nonostante questo, noi restiamo contrari, perché sappiamo che, al di là delle logiche di convenienza, questa riforma parlamentare reca un danno enorme al sistema democratico del Paese. Siamo quindi contrari e resteremo in ogni occasione in campo per ostacolare questa approvazione.