Scritto da Salvatore Bonura - 13 marzo 2024  Salve a tutti e a tutte e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Così è (Se vi pare)” Questa sera vi parlerò di una questione che tocca le tasche di coloro i quali hanno un reddito superiore a 8.500 euro, visto che al di sotto di questa soglia non si pagano imposte.

Ve ne parlo perché sono ancora stordito dalle dichiarazioni di giubilo e perché, nonostante mi sia sforzato di capire la ratio della norma sulla riforma fiscale che riduce da 4 a 3 le aliquote sull’imposta dei redditi delle persone fisiche (Irpef), non riesco ancora a spiegarmi l’entusiasmo di alcuni esponenti di governo che ne tessono le lodi, presentandola come una misura quasi rivoluzionaria che riduce la tassazione a tutti. Ma in cosa consiste questa novità rivoluzionaria che ha offuscato la mia mente? Premesso che nel 2023 operavano 4 aliquote, così articolate:

• fino a 15.000 euro si applicava un aliquota del 23 per cento,

• da 15.000 euro di reddito e fino a 28.000, l’aliquota applicata era del 25 per cento,

• da 28.001 a 50.000 euro l’aliquota applicata era del 35 per cento

• infine per i redditi superiori a 50.000 euro infine si applicava un aliquota del 43 per cento. Nel 2024 con la riduzione delle aliquote da 4 a tre il quadro è il seguente: per i redditi fino a 28.000 euro si applica un’aliquota non più del 25 per cento ma del 23 per cento, per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro si applica un’aliquota del 35 per cento, per i redditi che superano i 50.000 euro l’aliquota sale al 43 per cento. Ma come si fa a valutare concretamente l’incidenza fiscale di questi due scaglioni di reddito? Si può verificare il risparmio di imposta che si ottiene in base alla variazione del tipo di reddito. Questo significa che:

• Sotto la no tax area (che arriva 8.500 euro) non cambia niente, perché come ho detto prima sotto questa soglia non si pagano imposte.

• Al di sopra del reddito esente e fino ai 15.000 euro di reddito annuo non c’è nessun risparmio.

• Tra 15.000 e 28.000 euro di reddito si ha un risparmio crescente, che sale in relazione all’aumento del reddito. Per dirlo ancora più chiaramente: chi guadagna di più risparmia di più, e non viceversa. Facciamo un esempio concreto: chi ha un reddito di 20.000 euro ottiene uno sconto, un risparmio di 100 euro, mentre chi ha un reddito di 28.000 euro ottiene un risparmio di 260 euro.

• Chi ha un reddito che va da 28.000 a 50.000 euro ottiene il medesimo risparmio, vale a dire 260 euro.

• Chi ha un reddito superiore a 50.000 mila euro ha sempre uno sconto di 260 euro che tende ad annullarsi se il soggetto interessato (contribuente) usufruisce di detrazioni fiscali.Ai contribuenti che hanno redditi che superano i 240.000 euro l’anno si applica il massimo dello sconto, che, come ho già detto, è di 260 euro; questo perché per questi redditi non sono previste detrazioni fiscali. Poiché non sono certo che siete riusciti a districarvi con tutti questi numeri provo a farmi capire meglio interpretando e semplificando al massimo.

• Se il contribuente è povero non gode di nessuno sconto di tipo fiscale, visto che non paga imposte sotto gli 8.500 euro di reddito l’anno.

• Se il contribuente ha un reddito basso, il risparmio o lo sconto che dir si voglia, è maggiore per coloro i quali hanno un reddito che si avvicina a quello medio. • Se questo fantomatico contribuente ha un reddito medio-alto, ha il risparmio maggiore.

• Se il contribuente ha il reddito alto, lo sconto diminuisce se ha maggiori spese, vale a dire se gode di determinate detrazioni (spese universitarie, di trasporto, ecc.), altrimenti ottiene lo sconto maggiore.

• Ultimo esempio: se il contribuente ha un reddito altissimo, ha lo sconto pieno che è di 260 euro.

Questa distribuzione del risparmio o dello sconto, chiamatelo come vi pare, a me non sembra nè equa, nè tantomeno ragionevole. Perché? E cosa avrebbe invece dovuto fare il governo per agevolare coloro che hanno un reddito più basso? Scopriamolo insieme questa sera! Non ci resta che darvi appuntamento alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!