Firenze, 08/02/2024 (II mandato) - Ringraziando la Magnifica Rettrice per l’invito a essere presente in questa occasione così importante, desidero rivolgere qualche brevissima parola di saluto a tutti i presenti: al Ministro, che ringrazio per le considerazioni che ci ha illustrato su punti fondamentali della vita delle nostre Università, al Presidente della Regione, al Sindaco, a tutte le Autorità,

alle Rettrici e ai Rettori di altri Atenei presenti che condividono con questo Ateneo questo centenario di così grande rilievo. Un saluto ai docenti dell’Ateneo, al personale tecnico-amministrativo, bibliotecario, ai collaboratori, e, come sempre, un saluto particolarmente intenso alle studentesse e agli studenti, con gli auguri per i loro studi. La Magnifica Rettrice, poc’anzi, con la sua relazione, ci ha illustrato anzitutto l’importanza di questa ricorrenza dei cento anni. Sappiamo bene, in realtà, che si tratta soltanto dell’ultimo tratto, del più recente tratto della storia accademica di Firenze, che nasce - come il Sindaco, il Presidente della Regione, la Rettrice ci hanno rammentato - oltre ottocento anni addietro con lo Studium, e si è sviluppata nei secoli in forme diverse, in fasi differenti, ma sempre con presenza accademica di alto significato, d’altronde corrispondente alla grande ricchezza culturale di Firenze. La Rettrice ci ha dato conto dello stato dell’attività, della vita dell’Ateneo, della condizione di eccellenza con cui si svolge questa attività e questa vita, dello sviluppo costante dell’Ateneo. La ringrazio anche per alcune considerazioni che ha svolto, ricordando, tra l’altro, alcune figure di docenti illustri di questo Ateneo, che ne annovera un grande numero. Ricordare, come ha fatto poc’anzi, Piero Calamandrei e Giorgio La Pira, mi ha fatto pensare da un lato - tra le tante doti del primo - al grande rigore costituzionale di Calamandrei, e per il secondo - tra le tante doti anche sue - alla visione non illusoria o sognatrice, ma coraggiosa e profetica del mondo e delle sue prospettive. E in questo quadro si sono inserite le parole che la Rettrice ha consegnato al Corpo docente e agli studenti. Se non ricordo male: l’inclusione, l’incremento e l’impegno inteso come adempimento del dovere. Anche quest’anno le parole - abbiamo letto quelle dei due anni precedenti - sono un felice richiamo alla sostanza della vita accademica, che ha trovato riscontro - mi sembra pienamente - nelle parole del rappresentante delle studentesse e degli studenti, Carlo Spadoni, che ci ha illustrato il modo in cui gli studenti avvertono l’importanza, la buona condizione e ciò che l’Ateneo deve fornire. Nell’aver ricordato - come ha sottolineato - l’importanza dell’insegnamento inteso come elemento di una comunità, di studio, di insegnamento e di ricerca, ha colto il punto centrale della vita delle nostre Università. Questa comunità, che si è articolata nel corso del tempo intorno a questo principio, è quella che consente di lanciare poi nel protagonismo della vita i nostri giovani. Lo ringrazio anche per avere posto, alla fine del suo intervento, l’accento sulla centralità della persona umana; che è stato, in fondo, ripreso anche dal rappresentante del personale, il dottor Oriolo, quando ha parlato dell’articolo 34 della Costituzione, del diritto allo studio e delle prospettive di realizzazione, di lavoro, di ingresso nella società come protagonisti dei giovani. Vorrei ringraziare, a nome di tutti, la dottoressa Cheli che ci ha illustrato come chi si occupa dello spazio, la nostra Agenzia, ma i tanti protagonisti dello spazio, si dedicano a consegnare all’umanità non soltanto la cura del clima, dell’ambiente, dell’acqua, dei tanti elementi decisivi, ma anche, nel piano generale, la conoscenza della Terra. Conoscenza di cui, in realtà, disponiamo ancora in maniera insufficiente e ridotta. Anche perché viene dissipata, abitualmente, gran parte del tempo, delle energie e delle risorse nel competere, nel contrastarsi, nel combattersi e nel cercare di distruggersi, quando vi sono di fronte per l’umanità sfide e traguardi necessariamente comuni. Ma è importante la relazione che ci ha fatto la dottoressa Cheli perché ha sottolineato come nello spazio si svolga un’attività culturale, di ricerca scientifica, di consegna all’umanità di strumenti di sempre maggiore conoscenza. E se c’è un messaggio importante in questo momento è quello di far sì che lo spazio rimanga un ambito collaborativo di conoscenza scientifica, di fronte a tentativi di farne uno spazio di interventi commerciali o di speculazioni commerciali, se non addirittura, come qualche cenno fa temere, di competizione militare. Anche in questo l’Ateneo di Firenze, in linea con la sua tradizione e la sua cultura, manda un messaggio: con questa scelta di far parlare dello spazio, della ricerca scientifica nello spazio che rimanga tale, a servizio dell’umanità, preservando il futuro che nello spazio ha una visione collaborativa. È questo, in fondo, il messaggio che viene dai nostri Atenei nel dialogo tra docenti e studenti. È con queste poche parole che rivolgo gli auguri per l’Anno accademico ai docenti, alle studentesse e agli studenti, con grande incoraggiamento per quanto si fa in questo Atene. Con l’augurio di buon Anno accademico. (FONTE: sito istituzionale)