Roma - Gli italiani non si fidano dei partiti politici. È quanto emerge dall’indagine multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana”, che analizza l’evoluzione della fiducia dei cittadini verso le istituzioni lungo un intero decennio (2012-2021). Si tratta di un dato da non sottovalutare:

la fiducia espressa dai cittadini nei confronti delle istituzioni, unita al loro buon funzionamento, favorisce la cooperazione e la coesione sociale, entrambi fattori che consentono una maggiore efficienza ed efficacia delle politiche pubbliche. Secondo l’analisi Istat pubblicata il 16 maggio, l’Italia si distingue per livelli di fiducia istituzionale generalmente bassi. All’ultimo posto della graduatoria si collocano i partiti politici, nonostante la ripresa degli ultimi anni: poco meno di una persona di 14 anni e più su quattro è completamente sfiduciata mentre almeno una su due assegna scarsi livelli di fiducia. Le uniche istituzioni che riescono a ottenere livelli sufficienti sono le Forze dell’ordine e i Vigili del fuoco. Questi ultimi, in particolare, ricevono punteggi tra 8 e 10 dal 68,9% delle persone di 14 anni e più, mentre per le Forze dell’ordine la percentuale scende al 42,2%. Più elevati in generale i livelli di fiducia verso la figura istituzionale del Presidente della Repubblica che nel 2021 riceve nel 42,7% dei casi punteggi tra 8 e 10, nel 25,7% la sufficienza piena (voti tra 6 e 7) e appena nel 7,4% dei casi totale assenza di fiducia. Il sistema giudiziario si attesta più o meno a metà della graduatoria per la fiducia accordata dai cittadini, con oltre il 44% di persone di 14 anni e più che esprimono livelli di fiducia pari o superiori a 6 (il 14,1% compreso tra 8 e 10) e il 42% circa che assegna punteggi compresi tra 1 e 5. Si posizionano più o meno a pari merito il Parlamento italiano e il Governo nazionale: rispettivamente il 39,3% e il 37,0% di cittadini assegnano livelli di fiducia superiori o pari a 6 mentre il 13% e il 14,6% sono completamente sfiduciati. Il Parlamento europeo ha visto crescere i livelli di fiducia nel tempo: nel 2021 si osserva una polarizzazione tra scarsamente sfiduciati (43,5% punteggi 1-5) ed estremamente fiduciosi (41,6% punteggi 8-10). Tra le istituzioni a livello locale, infine, riscuotono più consensi in termini di fiducia le istituzioni del governo comunale rispetto a quello regionale, con una quota di punteggi compresi tra 6 e 10 pari al 50,0% per il governo comunale (nel 18,5% dei casi punteggi tra 8 e 10) e al 41,6% per il livello regionale (nel 12,8% dei casi punteggi tra 8 e 10). Se per alcune istituzioni i livelli di sfiducia sono generalizzati e diffusi in tutto il territorio, come nel caso dei partiti politici, per altre si evidenziano differenze che verosimilmente dipendono dai livelli di efficienza delle istituzioni che i cittadini sperimentano a livello territoriale nella propria vita quotidiana. La fiducia nelle istituzioni locali, per esempio, è più elevata a Nord rispetto al Mezzogiorno, sia per il governo comunale che per quello regionale, con differenze di oltre 10 punti percentuali nella quota di cittadini di 14 anni e più che assegnano voti di fiducia compresi tra 6 e 10. Viceversa, i livelli di fiducia dei cittadini al Nord sono più bassi verso il governo nazionale, con la conseguente attenuazione del divario Nord-Mezzogiorno. L’unica istituzione per la quale i livelli di fiducia sono relativamente più elevati nel Mezzogiorno è il sistema giudiziario: i punteggi almeno sufficienti riguardano il 47,4% dei cittadini contro il 42,3% di quelli del Nord e il 43,7% dei residenti del Centro. Il Centro si distingue invece per la quota più elevata di cittadini che accordano punteggi compresi tra 6 e 10 al Presidente della Repubblica (71,7%), anche se il grado di fiducia si attesta su livelli alti in tutte le ripartizioni (voto compreso tra 6 e 10 in oltre il 65% dei casi). I livelli di fiducia tendono a crescere con l’età, con differenze più marcate tra i giovani fino a 34 anni e gli adulti di 55 anni e più per la fiducia accordata alle forze dell’ordine (70,4% degli under 34 dà un voto tra 6 e 10 rispetto al 79,6% degli over 54) e al Presidente della Repubblica (63,5% contro 74,2%). Al contrario, le uniche istituzioni verso cui sono i giovani a mostrare livelli di fiducia più elevati, con percezioni che probabilmente riflettono le diverse esperienze generazionali, sono il Parlamento europeo (il 45% circa dei giovani fino a 34 anni dà un punteggio tra 6 e 10 rispetto al 41% degli adulti di 55 anni o più) e il sistema giudiziario (47,2% contro 42%). Considerando gli orientamenti di fiducia per titolo di studio, i livelli sono maggiori tra i laureati. Le istituzioni che registrano i divari più ampi sono il Presidente della Repubblica, il Parlamento europeo e il Governo italiano: per questi organi costituzionali la quota di coloro che danno un voto di fiducia tra 6 e 10 è più alta di circa 10 punti percentuali tra i più istruiti rispetto ai meno istruiti. (NoveColonneATG)