“La prima domanda da farsi è: saranno rispettati i diritti umani? Tanto basta a capire se la legge approvata dal parlamento di Niamey e la cosiddetta Agenda europea per l’immigrazione adottata a Bruxelles, sono o meno un passo nella giusta direzione”: padre Mauro Armanino, della Società missioni africane, contattato dalla MISNA in Niger è cauto nel valutare i benefici che le nuove direttive potranno avere su profughi e migranti desiderosi di raggiungere le nostre coste. “Purtroppo le pressioni dell’Europa, da queste parti, in quella che io chiamo ‘terra di mezzo’, sono molto più potenti di quella di un’opinione pubblica locale che lotta per la sopravvivenza e, per dirla tutta, del dramma dei migranti si occupa poco o niente” osserva il missionario. “Finora una delle politiche comunemente adottate dalla polizia nigerina che intercettava un gruppo di migranti consisteva nel condurli alla frontiera con il Burkina Faso o il Benin e intimargli di attraversare” racconta padre Mauro. “Un fenomeno, quello della deportazione coatta, che noi abbiamo più volte denunciato alle autorità competenti senza che gli abusi finissero”. A preoccupare il missionario, attento alle questioni dell’immigrazione, è anche e soprattutto la tempistica dell’approvazione di questa legge che, in teoria, dato che ricalca un protocollo Onu in tema di lotta alla tratta degli esseri umani, dovrebbe essere ampiamente auspicabile e condivisibile. La nuova legge – approvata ieri dal parlamento di Niamey – prevede pene da uno a 30 anni di carcere e multe da 3 a 30 milioni di franchi Cfa (da 4.500 a 45.000 euro) oltre alla confisca dei veicoli dei trafficanti. “Come mai – si chiede – una legge simile viene adottata nel giorno stesso in cui l’Europa si dota di un’agenda che prevede aiuti ai paesi di transito dei migranti? Purtroppo, quando ci sono in ballo cifre consistenti di fondi esteri la prudenza non è mai troppa…”. Il documento adottato dalla Commissione a Bruxelles prevede il rafforzamento delle operazioni di salvataggio in mare, il contrasto alle organizzazioni di trafficanti di esseri umani, la distribuzione dei rifugiati già presenti in Europa e dei nuovi richiedenti asilo e aiuti da distribuire ai paesi di origine e transito dei flussi migratori. “Troppo spesso le politiche dettate da Bruxelles, che a parole mirano a contrastare l’immigrazione illegale di transito verso il Maghreb, la tratta delle persone e il contrabbando, adottano un approccio squisitamente repressivo e infatti gli interlocutori principali sono gli organismi di sicurezza e oscuri burocrati espressione di governi spesso corrotti”. [AdL]