DIA MESSINA CONFISCA BENI PER OLTRE 6 MLN EURO RICONDUCIBILI A PRESUNTO BOSS

(Adnkronos) - Beni per complessivi sei milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Messina riconducibili a un uomo, ritenuto dagli inquirenti il rappresentante provinciale di Cosa Nostra messinese. Il provvedimento di confisca e' stato emesso dal Tribunale di Catania. I giudici hanno anche aggravato, aumentandola di due anni, la misura della sorveglianza speciale inflitta al presunto boss che è stato condannato dalla corte d'Appello di Caltanissetta a 14 anni per tentato omicidio.

 ENNA: NON E' UN ESTORTORE, SCARCERATO FERMATO OPERAZIONE GREEN LINE

(ASCA-VIVIENNA) - Era stato l'ultimo ad essere stato arrestato tra le persone implicate nell'operazione antimafia 'Gren Line' del 24 giungo scorso che aveva fatto luce su un gruppo di estortori che operava nella provincia di Enna, ed e' stato scarcerato perche' estraneo alle vicende. Torna in liberta' cosi' Luigi Russo, autotrasportatore di 57 anni, su decisione del Gip presso il tribunale di Caltanissetta, Salvatore Catalano, su parere favorevole del pm Roberto Condorelli. Luigi Russo, che si trovava a Civitavecchia quando e' scattata l'operazione, su consiglio dal suo avvocato si era costituito. PARCHI SICILIANI.

PDCI E PRC PRESENTANO ESPOSTO IN PROCURA

Da anni i quattro enti parco siciliani (Etna, Madonie, Nebrodi e Alcantara) sono gestiti da commissari straordinari nominati dalla presidenza della regione invece che da presidenti come previsto dagli statuti degli enti stessi. Lo denunciano Luca Cangemi e Salvatore Petrucci, segretari regionali di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, in un esposto presentato alla procura della Repubblica di Palermo e illustrato oggi a Catania nel corso di una conferenza stampa dallo stesso Cangemi e da Massimo Mingrino, componente della segreteria provinciale del Pdci. Omissione e abuso d’atti d’ufficio i reati sui quali si chiede alla magistratura di indagare e che, secondo gli esponenti comunisti, sarebbero stati commessi dalla giunta guidata da Raffaele Lombardo in continuità con il governo Cuffaro, con grave danno per la comunità. La nomina di commissari (dirigenti regionali che si impegnano solo parzialmente e gestiscono solo l’ordinario), finalizzata - secondo i comunisti - soltanto alla spartizione di potere e di clientele, vanifica il ruolo degli enti come “strumento di sviluppo della Sicilia” che invece “viene umiliato – ha detto Cangemi – dalla politica regionale, in quanto tutto viene lasciato all’improvvisazione, ci si limita alla gestione burocratica e si perdono i finanziamenti europei”. Cangemi e Mingrino hanno quindi sottolineato come quella del presidente sarebbe “una figura di alto profilo progettuale” con un ruolo importante nella gestione delle questioni riguardanti il turismo e l’artigianato come nell’attuazione di progetti imprenditoriali compatibili con il territorio: così come accade per il parco d’Abruzzo che è “uno strumento di creazione di posti di lavoro e di valorizzazione vera del territorio”. L’esatto opposto di quanto accade in Sicilia, dove la gestione della cosa pubblica viene interpretata dal centrodestra non come il “perseguimento di un interesse collettivo” ma come “gestione di potere e pacchetti di voti” .