Secca la posizione espressa dalla Cgil, insieme agli altri sindacati, durante la riunione che si è svolta a palazzo Zanca sul problema

 dei servizi sociali: garantire il livello di assistenza oggi erogato, e già evidentemente insufficiente, e mantenere quello occupazionale. Come scritto precedentemente, nel corso dell'incontro i rappresentanti del Comune hanno proposto una riduzione del budget dei servizi come soluzione-ponte fino ai nuovi bandi di febbraio con i quali si darà corso a una complessiva riorganizzazione dei servizi. "In una città che già oggi spende 63 € a cittadino per servizi sociali contro una media nazionale di 176 e con Palermo e Catania che ne impegnano più di 150, nessun taglio è pensabile - spiega Lillo Oceano segretario generale della FP Cgil di Messina. All'amministrazione abbiamo chiesto di dare garanzie ai disabili, agli anziani, alle loro famiglie che diversamente non saprebbero come fare. E di garantire i livelli occupazionali di questi lavoratori che da anni e con retribuzioni che vanno dai 400 ai 600 € mensili si occupano dei nostri cari". “Non possiamo permettere che, in questa vicenda, a pagare siano le parti più deboli, ovvero i lavoratori e i soggetti deboli che usufruiscono dei servizi”. La Cisl e la Cisl Fp hanno chiesto garanzie all’Amministrazione comunale in prossimità della scadenza del bando sui servizi sociali. “Va bene – affermano il segretario generale della Cisl Tonino Genovese e il segretario generale della Cisl Fp Saro La Rosa – la proroga per tre mesi, va bene la convocazione di un tavolo tecnico per ripensare il sistema del servizio, ma questo non deve avvenire penalizzando gli oltre seicento lavoratori addetti ai servizi sociali, i più fortunati dei quali, quelli che lavorano a orario pieno di 36 ore, guadagnano non più di 800 euro al mese. Non possono e non devono pagare loro il prezzo di questa vertenza. Noi siamo aperti alla trattativa e ci rendiamo conto delle difficoltà di bilancio che sta attraversando il Comune, ma vi sono altre ipotesi e possibilità per evitare il taglio di posti di lavoro e di professionalità acquisite negli anni. Non è ne il tempo ne il caso di fare numeri e percentuali su riduzioni o ridimensionamenti, perché adesso al primo posto ci deve essere la salvaguardia dei posti di lavoro”. Fuori dal Comune intanto coloro che temono per la perdita del posto di lavoro, preoccupati per il loro futuro, manifestavano chiedendo garanzie. (fonte tempo stretto)