(Antonina Cascio) - Tornata in Sicilia per la terza volta,posso dire che i buchi che sessant’anni di realtà vissuta lontano, in base ai ricordi della nonna ,del babbo e della mamma, degli zii e le zie, dei cugini partiti più grandi, della RAI degli anni ’50 e ’60, della Domenica del Corriere e di alcuni film del dopoguerra o della era moderna del cinema italiano, anche dalle lettere dei parenti e delle cugine e finalmente,

dai racconti della mamma che ci è tornata parecchie volte, i buchi, dicevo si sono riempiti, almeno quelli più profondi e posso oggi parlare della mia terra, la Sicilia, e della nostra realtà con ampio e profondo diritto di conoscenza e di appartenenza. Questo ultimo viaggio è dovuto alla partecipazione ad un convegno USEF, un convegno che ha coinvolto i giovani e la loro problematica, ma che ha anche dato spazio alla riunione del consiglio generale dell’USEF ed ha permesso la interessante possibilità di partecipare (aspettando quasi dietro la porta), al perfezionamento della nascita del Coordinamento delle associazioni regionali siciliane (Le 9 associazione storiche) e guarda caso chi è stato eletto il presidente di questo coordinamento? Il segretario generale USEF,Salvatore Augello, chissà forse perché è l’autore dell’idea, l’organizzatore, lo spirito forte capace di un impegno come quello. Ma torniamo al fatto che ci porta in Sicilia. I giovani, il ricambio generazionale, la relazione con gli anziani e la volontà che questi hanno di attuare questo ricambio dato il caso che si tratta di un ricambio che va da una “prima” generazione ad una “terza”. I nonni, o quelli che potrebbero essere nonni, in Sicilia; hanno lo spirito di nonni veri. Sopra di tutto le donne, che siamo di massima quelle a reagire prima e ad attualizzarci più prontamente, le donne,dico, sono più “papisti del Papa”, sono quelle a conservare con più gelosia le tradizioni, le abitudini, le strutture del passato. Niente di male in questo,la cultura del passato deve essere parte viva della storia umana. Ma è passato. Se non lo capiamo, se non prendiamo di quel passato soltanto i principi e lasciamo andare le strutture ormai pesanti, morte, senza senso, se le donne, sempre più portate a Cambiare, a sopportare le crisi e le situazioni diverse a quello che si aspetta, che potranno fare gli uomini che hanno lasciato, più che in ogni altra cultura, in quella siciliana, la parte sociale, il sostenimento della famiglia, le situazioni di necessario ricambio di una generazione all’altra alle donne? Le nonne siciliane, in genere, che hanno coccolato i figli cercando di tenerli in una eterna adolescenza. Pensano che quei figli non siano pronti a prendere possesso delle loro vite e del loro futuro, non capiscono i nipoti, le nipoti, cosi indipendenti e liberi, non sanno ridere con loro di uno scherzo che sempre trovano fuori luogo, non sono capaci di ascoltarli e capire che pensano, che hanno dei dolori e dei sogni e che non sono decisi ad aspettare oltre i 60 anni, come hanno visto aspettare i loro genitori. Peccato, questo farà della Sicilia una regione di anziani in un paese di vecchi, com’è l’Italia. In Argentina, le nonne, sono più moderne, più vicine ai nipoti, più decise a sostenere il ricambio. Si sono trovate tutte a lavorare da tanti anni ed oggi sostengono chi vuole prendere la responsabilità nelle proprie mani. Capiscono, cantano,ballano le stesse canzoni, hanno una vita più libera,che assomiglia a quella delle ragazze e sono più stanche di portare la bandiera. Non ci sarà bisogno di strappargliela, ma faranno senza traumi il passaggio, per garantire il futuro. La situazione si ripete , ma poco per fortuna, tra alcune famiglie siciliane. Ma se anche mia mamma, coni suoi 86 anni reagisce in modo più moderno, più comprensivo, con i nipoti e la nipote!. Aih cara Sicilia, ti prego di crescere, lo specchio sul quale mi guardo non mi sta comodo!