PROSEGUONO LE GIORNATE DELLA CULTURA ITALIANA A KRAGUJEVAC: GLI APPUNTAMENTI DI DOMANI CON L’IIC DI BELGRADO BELGRADOAltri due appuntamenti "italiani" alle Giornate della Cultura Italiana a Kragujevac che, iniziate lo scorso 18 marzo, proseguiranno fino al 19 aprile. Domani, 8 aprile, al Centro Culturale Studentesco, organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura di Belgrado e FILUM - Facoltà di Filologia e Arte dell'Università di Kragujevac, con la collaborazione dell'Università,

del Centro Musicale e del Centro Culturale Studentesco di Kragujevac, verrà presentato alle 18 "Arte delle gemme in Aquileia Romana. La sfinge, il principe e gli dei", documentario di Giorgio Gregorio. La Sfinge, figura enigmatica posta tra gli spazi abitati dagli uomini e le regioni favolose dove vivono animali fantastici, diventa con il primo imperatore romano, Augusto, un simbolo dello Stato e del potere, l'espressione della ricchezza e di una condizione sociale di indiscussa superiorità. L' immagine della Sfinge, dunque, si affianca a quella del princeps, signore di Roma e del mondo, immagine vivente dell'Urbe, modello al quale i cittadini devono ispirarsi. Ma anche l'imperatore riconosce il ruolo fondamentale degli dei, che sono i padroni del tempo e dell'universo. Anch'egli, come qualsiasi altro mortale, si rivolge loro con preghiere, voti e anche riti magici. Le immagini incise sulle gemme ritrovate ad Aquileia permettono di ricostruire l'immaginario politico, sociale, culturale della città. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce una quantità impressionante di gemme e di paste in vetro incise. Infatti, proprio ad Aquileia arrivava il materiale grezzo che veniva lavorato e poi venduto in tutti i territori dell'Impero romano. L'arte di incidere le pietre preziose non viene abbandonata nemmeno alla fine dell'Impero e le gemme di Aquileia si diffondono anche nei nuovi regni romano-barbarici dei Franchi, dei Longobardi e dei Goti. Seguirà, alle 18.40, la proiezione di un altro lavoro di Gregorio, "Lacus Timavi". Il mare Adriatico era considerato dagli antichi un mare oscuro, inquieto, collerico per le nebbie improvvise, i forti venti e le tempeste che rendevano la navigazione estremamente difficile e rischiosa. L'estremo limite settentrionale dell'Adriatico era il Caput Adriae, ai margini della laguna veneta, dove convergevano le rotte carovaniere marittime e terrestri. Già dal secondo millennio avanti Cristo questa zona era in contatto con le culture preclassiche dell'Egeo, con i culti e i miti degli eroi che si credeva avessero attraversato questo mare. Il ciclo dei nóstoi, i poemi che raccontano il ritorno in patria degli Achei dopo la Guerra di Troia, in realtà contiene resoconti romanzati di traffici e di commerci, di esplorazioni e di fondazioni di nuove città. I vari percorsi si congiungono nella regione del Lacus Timavi, uno specchio d'acqua chiuso anticamente da un sistema di cordoni litoranei e di isole, dove il mare toccava la terra e dove riemergeva il Timavo, il fiume dal misterioso corso sotterraneo. In questa regione di acque e boschi sacri agli dei, si incontrano e commerciano gli antichi Veneti e le tribù degli Istri. Gli insediamenti umani si susseguono ininterrottamente dall'età preistorica al VI secolo dopo Cristo, fino a quando, in seguito a grandi sconvolgimenti climatici, il Lacus Timavi si trasforma in un luogo deserto. Entrambi i documentari sono sottotitolati in serbo. (aise)

PROSSIMI APPUNTAMENTI PER LA COMUNITÀ ITALIANA DELL’ONTARIO

TORONTO - Si terrà domani la seconda edizione di "Mother and daughter butterfly luncheon", evento sociale in programma alla Famee Furlane di Woodbridge. Prevista la presenza di Glenn Dixon e Anne Bassett. Tra gli altri appuntamenti per la comunità italiana dell'Ontario si ricorda che il duo comico di Ascoli Piceno "Stefano e Gianluca" sarà protagonista di uno spettacolo che si svolgerà il 13 aprile alle 19.00 presso il Renaissance Special Events Centre di Hamilton. Infine il 19 aprile alle 19.30 presso la St. Peter's Church di Woodbridge, sé previsto un concerto di musica classica di beneficenza. L'evento benefico vedrà protagonisti Anthony Macrì, Mirela Tafaj, Jefrrey Carl e Sabatino Vacca. (aise)

RIBAUDO-PD-SOSTEGNO-ALLA-LEGGE-DI-INIZIATIVA-POPOLARE-RIFIUTI-ZERO/

MARINEO – «Assicurerò il mio sostegno in Parlamento per approvare la legge di iniziativa popolare Rifiuti zero. Da sindaco delegato della costituenda associazione Rifiuti zero Italia mi sto già attivando per sostenere la raccolta delle firme necessarie, coinvolgendo tutti i sindaci che vorranno approfondirne i contenuti al fine di intraprendere un percorso virtuoso nel settore della sostenibilità ambientale». E’ il commento del deputato del Pd Franco Ribaudo all’invito che il comitato promotore della legge ha rivolto a tutti i parlamentari. «Il mio Comune – spiega il sindaco di Marineo – è stato il primo in Sicilia ad aderire alla strategia internazionale “Zero Waste”, promossa da Paul Connett, ottenendo importanti risultati nel settore della raccolta differenziata “porta a porta”, con punte superiori al 65%. Inoltre, siamo riusciti a ridurre del 30% la quantità di rifiuti prodotti e a dimezzare il costo del ciclo di smaltimento, con ripercussioni positive sia sul decoro urbano (tutti i cassonetti sono stati rimossi dalle strade nel 2010) sia sulle tasche dei cittadini che pagano una Tarsu fra le più basse della Sicilia».

“AD AUSCHWITZ SARESTI STATA ATTENTA”

Roma – Una frase ignobile in un’aula di un liceo della Capitale, una studentessa ebrea attaccata dalla docente, i compagni che compatti prendono le difese dalla ragazza. È successo all’artistico Caravillani in piazza Risorgimento, a pochi passi da San Pietro: era sabato, ora di matematica, poco dopo la ricreazione. La ragazza quel giorno non stava bene per un forte mal di testa: esce dalla classe, va in bagno, rientra al suo banco all’ultima fila, ma il malessere non passa. La docente la nota, e qui parte la rasoiata: “Se fossi stata ad Auschwitz, saresti stata attenta”. La giovane rimane sbigottita e scoppia a piangere, ma i compagni la difendono: “Prof, lei è razzista”. La docente risponde e insiste: “Non sono antisemita, ma nella scuola italiana non c’è più la disciplina di una volta”. Tre studenti, tra cui la ragazza ebrea, minacciano di disertare le lezioni di matematica tenute da quella professoressa. L’episodio accade in un sabato di ottobre: la madre della ragazza va a protestare il lunedì dalla preside, che chiede una protesta scritta alla signora e apre un’istruttoria formale. La docente cerca di spiegarsi, ma aggiunge qualcosa di ancora più grave. “Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato”: dopo l’apertura dell’inchiesta interna rischiava 15 giorni di sospensione, ma invece si ammala. La famiglia della giovane intanto si rivolge alla Comunità ebraica romana: a gennaio in un incontro a cui partecipano la ragazza, sua madre, la dirigente scolastica e il presidente della Comunità Riccardo Pacifici, la prof dice di non essere antisemita, ma non cambia la sua posizione: “Ammetto di aver detto quella frase in classe, ma l’ho pronunciata per indicare un posto dove regnava l’ordine”. È una riunione piuttosto tesa, con minacce di portare la questione in tribunale. Alla fine, anche in considerazione di un vecchio incidente di cui la prof porta ancora le conseguenze, si mette in malattia per un mese, in attesa di andare in pensione a settembre per raggiunti limiti d’età. “Sì, la frase c’è stata – conferma Anna Maria Trapani, preside della Caravillani – ma mi pare importante che i ragazzi abbiano solidarizzato con la loro compagna e l’episodio è stato ben assorbito dalla scuola. La professoressa non voleva dire quel che le è uscito fuori dalla bocca e i ragazzi hanno interpretato senza filtri. Non voleva offendere nessuno, e infatti non è stata punita”. Ieri la classe è stata ricevuta da Pacifici al Museo ebraico, come racconta il sito della Comunità romaebraica.it. “I compagni della ragazza sono i veri eroi. La loro capacità di non rimanere indifferenti è la migliore medicina per combattere ogni intolleranza. Il loro rimanere compatti accanto alla compagna, supportati da una preside eccellente che ha vissuto con orgoglio la presa di coscienza dei ragazzi”. Pacifici si spinge oltre: “La cultura di questi ragazzi che sconfigge l’indifferenza credo che meriti di essere premiata come accade ogni 27 gennaio al Quirinale. Come Comunità ebraica ci faremo promotori di segnalare questo splendido episodio di altruismo alla Presidenza della Repubblica”. Fonte: Repubblica.it

PRIMO MAGGIO: CONDUCE GEPPI CUCCIARI, PIOVANI SPECIAL GUEST

(NoveColonne ATG) Roma – In attesa di sapere il cast completo che salirà sul palco del Concertone del Primo Maggio, sono state svelate nei giorni scorsi, a Roma, alcune novità sul grande spettacolo organizzato come ogni anno da Cgil, Cisl e Uil. La conduzione avrà il volto di Geppi Cucciari: “Siamo felicissimi di avere Geppi alla conduzione che non sarà improntata solamente sulla comicità, ma soprattutto sui grandi temi sociali, a partire dal lavoro”. Così ha spiegato Marco Godano, direttore artistico dell’evento. La comica sarda sarà l’unica conduttrice del concerto, accompagnata da Nicola Piovani nelle vesti di special guest. Fabri Fibra, invece, è l’unica presenza artistica confermata per ora. “Siamo orgogliosi che ci sia Piovani; – ha sottolineato Godano - per noi è un grande riconoscimento”. Sul palco in piazza San Giovanni a Roma salirà anche la “Nazionale italiana del Rock”, diretta dal compositore e produttore musicale Vittorio Cosma. Enzo Avitabile (sax), Boosta dei Subsonica (tastiere), Fabrizio Bosso (tromba), Stefano Di Battista (sax), Andrea Mariano dei Negramaro (tastiere e sintetizzatori), Federico Poggipollini (chitarra), Maurizio Solieri (chitarra) reinterpreteranno, in chiave rock, una serie di brani dei grandi “padri” della musica italiana. L’apertura serale dell’evento è affidata, invece, a Giovanni Sollima che dirigerà un’orchestra di 100 violoncellisti per l’esecuzione dell’Inno di Mameli in una versione straordinaria per soli archi. Per la prima volta nella sua storia, il Concertone diventa un “social movie”. Grazie a un’applicazione gratuita per iPhone e Android, tutti coloro che parteciperanno alla grande festa musicale avranno la possibilità di girare un contributo video di 15 secondi che descriva l’intera giornata. Il successivo montaggio darà vita a “One million eyes, baby”, un lungometraggio curato da Stefano Vicario. Attenzione puntata anche sulla musica emergente. Sul palco dello spettacolo che accompagna la Festa dei Lavoratori saliranno i 6 finalisti del contest 1’M Festival che sta dando la possibilità a molti artisti emergenti, “un investimento per il futuro” – li definisce Godano - di esibirsi, in questi giorni, a Milano e a Lecce. Durante la maratona musicale del Primo Maggio ci sarà la proclamazione del vincitore di questa prima edizione del contest. Il tema artistico dell’evento sarà “La musica per il nuovo mondo. Spazi, radici, frontiere”. Confermata anche quest’anno la diretta televisiva su Rai3 che “dedicherà – afferma Luca Mazzà, vicedirettore della rete – l’intero palinsesto della giornata ai temi del lavoro e dell’emergenza”. “Nessuno può mettere in discussione il Primo Maggio, ma quest’anno il concerto segna il punto estremo della crisi del Paese” ha dichiarato Gianfranco Fattorini, esponente della Cgil. “Una crisi non solo economica – continua Fattorini – ma anche culturale e sociale”. Anche Godano sottolinea “la disattenzione generale per la cultura” e le “limitazioni, le difficoltà e le incertezze economiche nell’organizzazione del Concertone di quest’anno, con meno artisti e meno tecnologia”. “Nonostante la crisi - continua Godano - questa è una sfida importante per intercettare e raccontare la cultura musicale”.

UN ALBUM SUI CANTI POPOLARI ANARCHICI ITALIANI PRODOTTO IN DANIMARCA

(NoveColonne ATG) Modena - “Addio mia bella, addio”, e “Le ciminiere non fanno più fumo”, ma anche, titolo che suona attuale, “Il crack delle banche”. Sono canti popolari anarchici raccolti nell’album “Libertà l’è morta”, che sarà presentato sabato sera alla sala Ulivi a Modena, nell’ex mercato ortofrutticolo, con un concerto a ingresso libero e gratuito di Francesco Benozzo e Fabio Bonvicini. L’album è stato prodotto in Danimarca dalla etichetta Tutl Records, la stessa che tenne a battesimo la cantante Bjork. Il recital, frutto di una lunga ricerca sul campo e in archivi, propone una serie di canti anarchici diffusisi tra Ottocento e primo Novecento, arrangiati per strumenti della tradizione popolare. Un viaggio nella ricca e poco nota tradizione libertaria del canto, “per riscoprire - spiegano i protagonisti – le radici non politiche, non banali, non fraintendibili del grande anelito alla libertà del repertorio orale italiano”. L’iniziativa, promossa dall’Istituto storico di Modena e dal Comune, sarà anche l’occasione di ricordare l’eccidio di piazza Grande del 7 aprile 1920, attraverso l’introduzione storica di Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto. Quel giorno, durante una manifestazione di protesta promossa dalle Camere del lavoro anarchiche e socialiste contro un eccidio proletario avvenuto nel Bolognese, le forze dell’ordine aprirono il fuoco sui manifestanti, uccidendone cinque. Francesco Benozzo, menzione speciale della critica ai Folk Awards di Edimburgo nel 2007 e finalista al Premio Tenco 2009, ha all’attivo sei album come cantante e arpista. Fabio Bonvicini è uno dei più attivi protagonisti della rinascita della tradizione musicale emiliana. Ha suonato e suona in numerosi gruppi, molti dei quali da lui fondati, tra i quali Pivaritrio, Compagnia dell’asino che porta la croce, Suonabanda, Pivenelsacco.

FEDI (PD): LA MIA PROPOSTA DI LEGGE SULLA CITTADINANZA RICONOSCE UN DIRITTO E RISPONDE AI PROBLEMI DI OGGI

Tra le possibili proposte di legge che mi propongo di presentare in Parlamento, nonostante la precarietà della situazione politica e istituzionale, quella sulla cittadinanza per gli italiani all’estero rappresenta una priorità ormai accertata. Non si tratta di una fuga in avanti rispetto allo stallo in cui GIACE il quadro istituzionale, ma di un segnale che ogni eletto dovrebbe dare della personale volontà di riprendere al più presto il lavoro sui temi concreti. Gli elettori ci hanno dato il mandato di decidere e di operare e, nei limiti del possibile, intendo onorare gli impegni che ho preso nei loro confronti. Il tema della cittadinanza è un’esigenza vera e matura, sia sul versante del riconoscimento per i figli di stranieri nati in Italia e inseriti in normali corsi di studio che sul versante dello scioglimento di alcuni nodi riguardanti la condizione degli italiani all’estero. Del primo aspetto si sta finalmente parlando in termini costruttivi. Bersani l’ha posto tra le priorità di quel governo riformatore che, nonostante tutto, continuiamo ad augurarci. Personalmente, sono del tutto d’accordo con questo orientamento. Del secondo aspetto, purtroppo, si parla di meno. La mia decisione di presentare, assieme agli altri colleghi del PD eletti all’estero, una legge organica sull’argomento si lega proprio all’esigenza che quando si arriverà ad affrontare il tema si parli di tutti gli aspetti e non solo di alcuni di essi, per quanto giusti e importanti. La mia proposta di legge riguarda in sostanza due questioni. La prima è la rimozione del termine temporale fissato nella legge n. 91 del 1992, poi prorogato fino al 1997, per fare in modo che chi ha perduto la cittadinanza italiana, quando era consentito di averne una sola, per ragioni di lavoro e di integrazione nel Paese di insediamento, la possa riacquistare. La seconda, non meno giusta e matura, si riferisce alla facoltà della donna che ha perduto la cittadinanza italiana senza sua volontà, ma per il solo fatto di avere sposato uno straniero prima del 1948, di riacquistarla e, anche se non più in vita, trasmetterla ai suoi discendenti. Una sentenza della Cassazione del 2009 ha già fatto chiarezza definitiva sull’argomento, ma perché questo diritto sia riconosciuto anche sul piano amministrativo occorre una modifica normativa. Vorrei chiarire, infine, due ragioni di fondo che sono alla base di questa iniziativa. Stiamo attraversando un periodo di veloce e non sempre chiara transizione sociale e civile. Il tema della cittadinanza non sfugge a questa evoluzione. Nel momento in cui, prendendo atto del fatto che siamo diventato un Paese di immigrazione oltre che di storica emigrazione, si presta – e giustamente – una maggiore attenzione allo jus soli come base di legittimazione della cittadinanza, è necessario favorire un più attuale equilibrio con lo jus sanguinis, che è il principio che ha tradizionalmente regolato il riconoscimento della cittadinanza per gli italiani all’estero. In secondo luogo, la devastante crisi economica e sociale che stiamo attraversando ci spinge a rivolgere uno sguardo innovativo ai nostri problemi. Ricostruire un organico rapporto con le forze che l’Italia possiede in diverse parti del mondo, dopo le devastazioni di questi ultimi anni, può essere un fattore aggiuntivo di grande valore per una ripresa che dovrà necessariamente contare sulla disponibilità e sul concorso di tutti.