VIAGGIO DELLA MEMORIA: IN PARTENZA 426 RAGAZZI DAL LAZIO ROMA - Si è concluso nei giorni scorsi all'Istituto Galileo Galilei di Roma il ciclo preparatorio con ragazzi delle scuole del Lazio che stanno per partire per il Viaggio della Memoria. All’incontro hanno partecipato anche Sami Modiano, che fu deportato all’età di 13 anni, e Carlo Verdone, un personaggio simbolo per Roma che ha scelto di venire a parlare ai ragazzi. Quest’anno oltre 450 persone al Viaggio della Memoria. Al viaggio parteciperanno anche i sopravvissuti a questo orrore, uomini e donne che 70 anni fa erano ad Auschwitz e Birkenau da deportati, e che ogni anno accompagnano i ragazzi in questi luoghi per raccontare la tragedia che hanno vissuto. "Un popolo che perde la memoria è un popolo malato che ha paura di tutto, ha paura di se stesso, non sa come comportarsi", è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: "Carlo è un simbolo di Roma, in quel campo morirono tanti romani e ci ha fatto il regalo di venire a parlare a dei ragazzi che, 70 anni dopo, tornano lì anche per dire che il nazifascismo ha perso. Questo è il 70esimo anno della liberazione di Auschwitz e va ricordato e sottolineato non con celebrazioni e basta ma tornando a costruire buona memoria", ha detto ancora Zingaretti. "Alla fine non avrete voglia di parlare quando uscirete da lì ma avrete molta voglia di riflettere, lo ha detto Carlo Verdone , rivolgendosi ai ragazzi. "La prima domanda che vi farete- ha aggiunto Verdone- è: ‘Come è possibile arrivare a un vertice cosi alto di male? La memoria è amare la vita, distinguere quello che è stato il bene e quello che è stato il male". (aise)
 
RAZZISMO: ON LINE I RISULTATI DI LIGHT ON
 
PESCARA - In occasione dell'XIma settimana contro il razzismo, l'assessore alle Pari opportunità della regione Abruzzo, Marinella Sclocco, presenta la conclusione delle attività legate al progetto "Light On". Il progetto, di cui la Regione è capofila, ha avuto per obiettivo quello di combattere la normalizzazione dei moderni linguaggi della discriminazione razziale, in partenariato con il Ministero dell'Interno della Finlandia, dall'ENAR- Network Europeo Contro il Razzismo, dall'ISIG - Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia (Italia), dal Peace Institute (Slovenia), da Progetti Sociali - Impresa sociale (Italia), dall'Università "Loránd Eötvös" (Ungheria), da The Forum - Forum delle Comunità immigrate e rifugiate (Regno Unito) e da UNICRI - Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia. "Discriminazione e odio si sono progressivamente normalizzati nell'opinione pubblica - dichiara la Sclocco - e con i partner di LIGHT ON abbiamo studiato le conseguenze di questo fenomeno e ci siamo attivati per contrastarlo. La ricerca transnazionale condotta negli ultimi due anni ha individuato immagini ed espressioni che esplicitamente ed implicitamente esprimono il razzismo, avvertendo che intolleranza e discriminazione sono segnali preoccupanti perché pongono le basi per l'odio e per i reati fomentati dall'odio. Il progetto -continua l'Assessore- ha, inoltre, affrontato la tematica legale relativa ai professionisti del diritto e de
lle autorità ed il loro agire contro i crimini d'odio, attraverso un modello di formazione specializzato e un toolkit di strumenti che fornisce una serie di metodi pratici per segnalare l'incitamento all'odio razziale su Internet". Per incoraggiare i cittadini a segnalare e contrastare attivamente la discriminazione è stato prodotto un video dal titolo - YOU TURN TO STOP RACISM che suggerisce come intervenire contro il razzismo. (aise)
 
ITALIANO A RISCHIO NELLE SCUOLE DEL WESTERN AUSTRALIA
 
PERTH - Il governo liberale del Western Australia, attraverso il ministro Mike Nahan ed il ministro Peter Collier, avrebbe intenzione di eliminare l'insegnamento della lingua italiana nelle scuole dal programma delle lingue comunitarie entro la fine di quest'anno. La denuncia arriva dall’UWA Italian Club di Perth e precisamente dal suo vicepresidente, Carlo Guaia. Studente italiano che attualmente sta completando i propri studi di Italianistica alla University of Western Australia a Perth, Guaia è anche tra i promotori di una petizione tesa a bloccare questa iniziativa contro la lingua italiana, ma soprattutto, spiega lo stesso Guaia, per "sensibilizzare" sulla questione "la comunità australiana attraverso i social e di presenza". "Se questa riforma verrà confermata", denuncia infatti Guaia, "causerà il licenziamento di oltre 80 insegnanti e più di 22.000 studenti non avranno accesso al programma offerto dall'Italo-Australian Welfare & Cultural Centre Inc (IAWCC)". "Non solo", prosegue Guaia, "le risorse ed il tempo investiti in questi ultimi 37 anni tramite questo eccellente programma andranno in fumo, ma anche il sostegno ricevuto dal Governo Italiano negli anni precedenti verrà meno". Inoltre "lo smantellamento di questa struttura andrà ad indebolire e a disgregare questa grande comunità italiana, che ha tanto contribuito allo Stato del Western Australia". Una scelta, questa del governo di Perth, che pare in controtendenza rispetto a quella del governo australiano che, solo lo scorso anno, decise di inserire l’insegnamento dell’italiano, in quanto lingua comunitaria, in tutte le scuole pubbliche d’Australia. Grazie anche all’impegno del FIAP - Forum of Italian Australian Parliamentarians e con esso dei due parlamentari eletti in Australia Marco Fedi e Francesco Giacobbe, dal 2014 l’insegnamento dell’italiano è stato incluso, insieme al mandarino - due lingue scelte fra le 240 parlate nel Paese - nell’ambito nazionale curricolare. La notizia fu, a suo tempo, resa pubblica dal ministro per l’istruzione pubblica, Peter Garrett, e dal ministro dei trasporti, Anthony Albanese, di origine italiana, proprio nella scuola bilingue italiana del Co.AS.IT. dove da oltre dieci anni si insegnano le due lingue: italiano ed inglese. Al momento l’UWA Italian Club di Perth sta cercando di raccogliere più firme possibili per la petizione, che è disponibile al link http://www.liberalcuts.org.au/languageprogram. (r.a.\aise)
 
UNA BOLOGNESE DIRIGE IL CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI IZMIR NICOLETTA OLIVIERI SI È DA POCO TRASFERITA IN TURCHIA PER IL SUO NUOVO LAVORO
 
BOLOGNA/IZMIR – Da Bologna Nicoletta Olivieri si è da poco trasferita a Izmir per ricoprire nella città turca la carica di direttore del Coro del Teatro dell’Opera. Il suo è un curriculum importante, ricco di collaborazioni che vanno dall’Arena di Verona dove è stata pianista di sala, al Teatro Verdi di Trieste dove ha fatto la segretaria artistica, all’Amsterdam Belcanto Academy dove è stata pianista e “vocal coach” Masterclass, fino alle collaborazioni con Luciano Pavarotti e Placido Domingo. Al giornale on line Il Nuovo Levantino Nicoletta Olivieri ha raccontato cosa si aspettava da questo incarico: «Non avevo delle grandi aspettative inizialmente, non conoscendo il Coro. Sono rimasta sorpresa in positivo dall’amabilità delle persone, dal loro desiderio di migliorare e lavorare con me; mi sono meravigliata anche di me stessa, perché questa è la mia prima esperienza in un teatro importante all’estero come direttrice di Coro. Precedentemente all’estero ho ottenuto molte Master Class, permanenze di pochi giorni. È la prima volta che cambio casa per lavoro, una grande esperienza di crescita personale e professionale». In Turchia, ha aggiunto, «ho notato un’apertura mentale maggiore di quella che ho riscontrato in Italia dove questo ruolo, come tanti altri in teatro, è più per gli uomini. Ricordo che tanti anni fa, quando espressi all’Arena di Verona la volontà di proseguire con questa carriera, mi fu detto che questo lavoro era più adatto agli uomini. Eppure sono stata una delle poche donne a rivestire il ruolo di segretario artistico nelle fondazioni lirico-sinfoniche italiane. A Izmir è normale che una donna possa dirigere un teatro». I prossimi appuntamenti al Teatro dell’Opera di Izmir saranno con i “Pagliacci” di Leoncavallo il 28 marzo, e due concerti a maggio, uno dedicato a Leyla Gencer e l’altro è il “Gloria” di Vivaldi in collaborazione con il Consolato Italiano.(E-R Emiliano-Romagnoli nel Mondo/Inform)
 
UNA NOTA DELL’USEI SULLA PESIFICAZIONE DELLE PENSIONI ITALIANE IN ARGENTINA
 
BUENOS AIRES – Il presidente dell’Unione Sudamericana Italiani Emigrati, Eugenio Sangregorio, segnala la decisione della Camara Federal de Seguridad Social che conferma il diritto dei pensionati italiani residenti in Argentina di ricevere le proprie pensioni in euro, evitando la pesificazione, ovvero il pagamento delle stesse in valuta locale. “I pensionati italiani in Argentina, che sino oltre 30 mila, possono oggi incassare la propria pensione in euro, facendo l’opportuno ricorso – segnala Sangregorio, esprimendo la propria soddisfazione per il risultato ottenuto che desta – rileva – preoccupazione da parte del governo argentino e l’attenzione dei media locali. Il presidente rimarca l’impegno profuso sulla questione, rilevando come “più di una volta l’Usei si sia sentito solo in questa battaglia”. “Ma alla fine abbiamo dimostrato ancora una volta – evidenzia – che quando le cose si fanno con intelligenza, buon senso, passione, si arriva sempre a una soluzione, anche quando i nodi sembrano impossibili da sciogliere”. “Una vittoria – conclude – di tutti gli italiani residenti in Argentina”. (Inform)