Sequestrata una petroliera. Cinquecento lavoratori a rischio i lavoratori sono preoccupati. Oltre cinquecento persone, secondo i sindacati,

 rischiano di restare disoccupate dopo il blitz dei carabinieri all'interno dei Cantieri Navali di Trapani. La petroliera sequestrata, che impegnava circa cinquecento lavoratori, è la più grande commessa gestita dal cantiere trapanese. Il blitz è scattato giovedì scorso. Nel corso del controllo sono state rilevate delle irregolarità in relazione alla sicurezza. Il sequestro era un atto dovuto. "Questo provvedimento preoccupa gravemente il sindacato per la contrazione in termini occupazionali che ciò potrebbe comportare", dichiara Giuseppe Monaco, segretario dell'Unione territoriale dell'Ugl. "Chiaramente, senza entrare nel merito delle indagini peraltro in corso e sicuramente motivate, lo stop delle attività metterebbe seriamente a rischio oltre che i posti di lavoro, pare anche la stessa vita dei Cantieri Navali. Per queste ragioni, abbiamo già chiesto al prefetto Stefano Trotta la convocazione urgente di un tavolo che consenta di chiarire i contorni della vicenda, senza che questo costituisca intralcio alle delicatissime attività istruttorie in corso". "Si tratta di un sequestro preventivo in attesa che siano regolarizzate le predisposizione sulla sicurezza negli ambienti di lavoro", dice il maggiore Marco Carletti, comandante della compagnia dei carabinieri di Trapani. Ed intanto ieri sono stati resi noti i risultati di una vasta attività di controllo effettuata dai carabinieri e da personale dell'Ispettorato del Lavoro in aziende agricole della provincia. Dalle ispezioni è emerso un dato allarmante: il 47 per cento dei lavoratori non era in regola. Nel corso dei controlli, in centosessantuno aziende, sono stati individuati oltre trecento lavoratori in nero di cui undici minorenni. e nove extracomunitari. Undici datori di lavoro sono stati denunziati per impiego di minorenni non in regola.