"Bannera di cannavazzu", detto a chi cambia spesso o facilmente idea sulle cose o non sa mantenere una posizione ferma. Facile intuire l’origine, dato che una bandiera fatta di stracci ha tanti colori, quindi di fatto

nessuno, o ancor meglio tutti quelli che necessitano a seconda dell’occasione. Quante volte lo avete pensato di un vostro amico o di un collega, che al momento opportuno e per suo tornaconto personale, si è rimangiato quanto sostenuto in precedenza!

Parliamo di una nota dolente della storia di Palermo: i tasci! Nella gerarchia esistenziale dei palermitani il “tascio” occupa l’ultimo gradino. “Tascio” è un’espressione di derivazione inglese, la traduzione siciliana o, se vogliamo, l’italianizzazione di trash, spazzatura. Come dire che sono un po’ la munnizza (spazzatura) della società. Vocabolo squisitamente palermitano, si trova pure nell’ enciclopedia Treccani on line, sotto la voce “Palermo, italiano di” . Tasce possono essere le persone, ma anche la sistemazione, ossia la bardatura, di certe cose (come le automobili), oppure certa musica. Ma tutto è assolutamente soggettivo in questo senso, ed è difficilissimo trovare un tascio che ammetta di appartenere a questa categoria. Se gli altri siamo noi, diceva una bella canzone di qualche anno fa, i tasci sono invece sempre gli altri!

 PROVERBI

Di cu sunnu li figli, si l'annaca. - Ciascuno deve accudire ai propri figli.

Li picciliddi hannu a parlari, quannu piscia la gaddina. - I bambini debbono parlare quando la gallina piscia.

'Mbriachi e picciliddi, Dio l'aiuta. - Ubriachi e bambini, Dio li aiuta.

Sciarri di maritu e mugleri, durano fina a lu littu. - Liti tra marito e moglie finiscono sempre a letto.

Lu travagliu di l’antru nun si senti. - Il lavoro degli altri non si sente.

Dio ti scansi di lu malu vicinu, e di principianti di viulinu. - Dio ci liberi del cattivo vicino, e del suonatore di violino.

Cu dintra lu murtaro l'acqua pista, cu li stizzi si vagna e stancu resta. - Chi pesta l'acqua nel mortaio, con le gocce si bagna e stanco resta .

Cu libbaru pò stari nun si stassi a 'ncantari. - Chi può star libero, non vada a cercare catene.

Libbirtati e saluti cui ha, è riccu e nun lu sa. - Chi ha salute e libertà, è ricco e non lo sa.

U lupu di mala cuscenza comu opera accussì penza.
Il lupo disonesto pensa degli altri ciò che potrebbe fare lui.

A pignata taliata non vuddi mai.
La pentola guardata non bolle mai
Quando una cosa si aspetta non arriva mai

Attacca
lu sceccu unni voli lu patruni
Lega l'asino dove vuole il padrone.
Attieniti alle disposizioni di chi sta al di sopra di te

Cu non fa nenti non sbaglia nenti.
Solo chi non fa niente non commette errori

Prima di parlari mastica li paroli
Prima di parlare mastica le parole.
Rifletti bene sulle parole che stai dicendo


Di `na rosa nasci `na spina. Di `na spina nasci `na rosa.
Da una rosa nasce una spina, da una spina nasce una rosa.

Cu nesci arrinesci
Chi si allontana dal suo ambiente viene a trovarsi in una condizione migliore

Ogni cani è liuni na sò casa.
Ogni cane nelle sua casa si sente un leone.

Servu d`antru si fa cu dici li sigreti ca sapi.
Chi racconta i propri segreti si fa servo degli altri.

Quannu lu piru è fattu cadi sulu.
Quando la pera é matura cade da sola.