Ho depositato il voto per la rielezione del Presidente Sergio Mattarella con serenità, convinzione e tranquilla coscienza. Non perché non abbia avvertito l’attesa di una soluzione innovativa, pur presente tra molti cittadini italiani, né perché abbia sottovalutato l’importanza di un segnale di incontro e di coesione della classe politica
in occasione di un atto tanto delicato, come la designazione della prima carica della Repubblica. L’ho fatto, in linea con un orientamento maturato non senza fatica all’interno del gruppo del PD al quale appartengo, seguendo un filo di ragionamento ancorato soprattutto a un senso di responsabilità verso il Paese e verso gli italiani. Stiamo ancora in mezzo al guado della crisi pandemica e in una fase di avvio della programmazione delle risorse che l’Europa ci ha messo a disposizione, con una generosità mai prima sperimentata, per risollevarci da una condizione gravissima, in cui sono confluiti gli effetti della stagnazione di inizio secolo, della crisi del 2007-’08 e della pandemia. Sergio Mattarella e Mario Draghi sono stati non solo gli interlocutori fondamentali di questo nuovo rapporto con l’Europa, ma anche i garanti di un uso serio delle risorse e del mantenimento degli impegni assunti, difficili da onorare. Questa affidabilità di Mattarella e Draghi, per altro, è riconosciuta non solo dai nostri interlocutori internazionali, ma anche dai cittadini italiani, come dimostrano con continuità i sondaggi di opinione e le manifestazioni dirette di stima e consenso che in varie forme e in varie occasioni l’uno e l’altro hanno ricevuto. In un momento tanto difficile e con le tensioni per il persistere della crisi epidemiologica, economica e sociale, mettere in discussione questo impianto di garanzia internazionale e di fiducia interna poteva rivelarsi un atto di imperdonabile irresponsabilità. Abbiamo bisogno ancora di un “campo largo” di consenso politico per superare queste difficili prove. E l’attuale maggioranza è fondata proprio su un campo largo di forze, che si potrà ridiscutere non appena ce ne saranno le condizioni e comunque dopo la consultazione elettorale, che cadrà tra poco più di un anno. Se si fosse arrivati al consenso su una soluzione capace di salvaguardare l’attuale situazione politica di ampia unità, si sarebbe sicuramente potuto procedere in quella direzione. Ma, per l’insistenza del centro-destra su nomi di marcata caratterizzazione di parte, non è stato possibile arrivarci. A questo punto, Mattarella e Draghi continuino nel loro positivo e apprezzato lavoro per il tempo necessario a portare la società italiana fuori dai pericoli e dalle sofferenze che sta attraversando. In un tempo non lontano, se e quando il Presidente Mattarella lo riterrà opportuno, il Parlamento potrà essere chiamato a decidere come procedere senza danni, magari aprendo una pagina nuova. Intanto, grazie Presidente Mattarella per il dono dell’ulteriore sacrificio che ti sei accollato e che hai deciso di fare al Paese che rappresenti con equilibrio, onore e autorevolezza. Angela Schirò