Dal mese di giugno 2015, le comunità di San Fele e Rapone stanno ospitando 47 minori stranieri non accompagnati. È un progetto di ospitalità e di prima accoglienza finanziato dal Ministero dell’Interno nell’ambito del programma comunitario FAMI. In questi mesi, le due comunità hanno svolto una funzione non solo di accoglienza, supportati dall’Associazione Filef Basilicata e dalla cooperativa sociale Novass, ma anche di integrazione verso i nuovi ospiti delle comunità. Il progetto nello specifico si propone di attivare e sperimentare un modello di prima identificazione con relativo permesso di soggiorno o di protezione internazionale in grado di avviare un processo di inclusione sociale positiva. Non sempre è facile attivare l’identificazione dei minori in considerazione dell’incertezza dell’età dichiarata dagli stessi. In questo momento si stanno attivando pratiche di riconoscimento non invasive e il progetto sta dando i suoi primi risultati sperati inizialmente. La materia “Minori stranieri non accompagnati” è una molto complessa, soprattutto per il fatto che non vi sono attualmente normative chiare e semplici; le normative nazionali mirano essenzialmente al rispetto del superiore interesse del minore. Proprio per rispettare tale principio, il progetto tenta di attivare un riconoscimento e una identificazione meno invasiva e più umanizzata, dal momento che oltre al principio emanato dalla Convenzione di New York, non vi è altro. In questi, gli ospiti hanno frequentato corsi di italiano di primo livello ed altre attività ricreative specifiche. Sono stati ascoltati da esperti per meglio definire un percorso individualizzato di inclusione sociale nella fase successiva del progetto. Nell’ambito di tali iniziative, sono stati attivati anche incontri con le istituzioni locali, dalla Prefettura alla Polizia di Stato, per meglio condividere i percorsi di riconoscimento ed identificazione dei minori. Attualmente gli ospiti stanno frequentando le scuole locali, migliorando la comunicazione e l’apprendimento linguistico. Fra le altre iniziative intraprese dal partenariato è certamente significativa quella della relazione con un gruppo informale di Berlino per l’attivazione di una solidarietà concreta fra le popolazione locali. Si è avviato un gemellaggio fra alcune associazioni di Berlino e le comunità e associazioni delle comunità di San Fele e Rapone. L’oggetto del gemellaggio è nello specifico di comprendere meglio il fenomeno attuale dell’immigrazione in relazione ai rifugiati ed ai minori non accompagnati per promuovere sui territori forme di accoglienza diffusa in grado di offrire servizi adeguati con i loro bisogni di integrazione. Parlare di Europa oggi significa anche e soprattutto comprendere meglio l’attuale immigrazione nella sua complessità. L’immigrazione attuale è strutturata in più dimensioni e problematiche che sono il risultato di politiche internazionali che non sempre definiscono risultati umanamente accettabili. Le cause dell’immigrazione sono anche dovute a politiche come minimo discutibili di diversi paesi. Anche per questo, l’immigrazione non deve essere vista oggi dall’Europa come una sfida fra culture ma come una nuova occasione di integrazione di popoli. È importante comprendere come deve avvenire tale integrazione, quali sono gli strumenti normativi in grado di realizzare un serio processo di integrazione. Individuare procedure comuni europee superando le attuali normative che rendono difficile e complicato il processo è un compito urgente. Un problema che riguarda non solo una nazione ma un intero continente che forse non ha mai realmente percepito correttamente il fenomeno anche perché l’Europa è stata storicamente terra di emigrazione. Le due comunità, italiane e tedesche, rispetto al fenomeno immigrazione hanno certamente un storia differente. Ma non per questo li differenzia dalla problematica specifica dell’integrazione. In questo progetto, è stato realizzato un primo passo, fatto di solidarietà comune su un problema comune. Per questo, il 20 di ottobre si incontrano le due comunità, insieme alla Associazione Filef Basilicata e Nazionale, a Orvieto, per discutere insieme dell’attuale fenomeno immigratorio in Europa e per affrontare dal basso le diverse questioni e per individuare politiche sociali inclusive nei confronti degli immigrati, iniziando innanzitutto a conoscere meglio i loro bisogni e progetti di vita. È già un piccolo risultato che del progetto AMA . Accoglienza Minori non Accompagnati – che si intende sviluppare in futuro. Antonio Sanfrancesco (Filef Basilicata)