Mille storie di italiani all’estero, tratte da duecento lettere raccolte dall’Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano; 1000 tasselli di un “affresco” che attraverso le storie di persone comuni racconta la storia dell’emigrazione italiana e del nostro Paese.

Questo il senso de idiariraccontano.org, portale presentato oggi pomeriggio alla Farnesina dal Direttore generale per gli italiani nel mondo Luigi Maria Vignali, con il responsabile del progetto, Nicola Maranesi, e il consulente editoriale Pier Vittorio Buffa. Una presentazione suggestiva ed emozionante, arricchita dalle pagine lette da due attori – Francesca Ritrovato e Jacopo Bicocchi – e dalla presenza del Segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni. Il portale – da oggi accessibile dall’home page del sito del Ministero degli esteri, esteri.it – raccoglie, ha spiegato Vignali, lettere di italiani emigrati in diversi periodi storici raccolte dalla Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di pieve Santo Stefano (Arezzo). Un patrimonio che ora, grazie al progetto di Maranesi sostenuto dalla Dgit, è raggiungibile online e, dunque, accessibile a tutti. Il portale, ha detto ancora Vignali, “ha un taglio culturale, storico”, attraverso le lettere dei nostri connazionali “emerge la storia del Paese”. È, questo, un progetto che guarda al passato ma che soprattutto “che vuole parlare al futuro, alle nuove generazioni, agli italo-discendenti, per far scoprire loro l’importanza dell’emigrazione”. Un progetto da subito sostenuto dal Ministero degli esteri, perché “gli italiani nel mondo sono al centro delle politiche strategiche e delle attività della Farnesina”, ha detto Vignali dando la parola all’ambasciatore Belloni, che, ricordati i numeri della diaspora ha ribadito anche lei “l’impegno, l’interesse e l’attenzione che da sempre il Maeci ha posto sugli italiani nel mondo”. “Un’attenzione”, ha aggiunto, “che ci fa primeggiare sia tra i paesi europei che nel mondo per la disponibilità delle istituzioni nel proteggere e nel valorizzare l’italianità all’estero”. “L’iniziativa di oggi – ha aggiunto Belloni – si colloca in questo contesto. Sono grata al Direttore generale Vignali, non solo per questa iniziativa, ma anche per la costanza con cui mantiene forte, saldo e determinato l’interesse per gli italiani nel mondo in tutte le sue articolazioni. Lanciare una piattaforma dedicata ai diari dei nostri connazionali è motivo orgoglio e soddisfazione”, ha ribadito il segretario generale della Farnesina. “Dare attenzione a storie di vita vissuta”, è, per Belloni, “innanzitutto un dovere verso chi ha intrapreso un viaggio all’estero, per far loro sapere che non sono stati dimenticati, che rimangono italiani e che l’Italia li considera parte del nostro Stato, un valore aggiunto anche da utilizzare, scusate la brutalità del termine, anche per il bene del Paese”. “È un dovere per noi vedere l’esempio che ci hanno dato nel voler migliorare e crescere, anche attraverso sforzi e sofferenza”, ha proseguito Belloni. Persone “che hanno voluto realizzare qualcosa nella vita, attraverso un viaggio, ma senza mai dimenticare la patria. Storia passate, sì, ma questa iniziativa si rivolge anche ad un passato recente e al nostro presente”, ha sottolineato Belloni, prima di ricordare i tantissime giovani che oggi emigrano “mantenendo un legame con il paese”, anche loro. Obiettivo della Farnesina è “accompagnarli e far conoscere le loro storie”. Quelle raccolte sul nuovo sito sono estratte dai racconti di italiani “che hanno riportato i loro sforzi, la loro fatica, ma anche i successi. il nostro obiettivo è di rendere l’archivio un progetto in continua evoluzione”; un progetto che “deve nutrirsi di storie nuove, significative, da cui tutti noi dobbiamo imparare qualcosa”. “Imparare, ma anche lanciare un messaggio a chi le ha vissute: noi ci siamo e ci saremo. La Dgit – ha assicurato Belloni – non perde d’occhio mai quello che succede agli italiani all’estero”. Il Ministero “no dimentica quanto hanno contribuito alla crescita del Paese e quanto onore ci danno le eccellenze presenti all’estero”. Ora parte delle loro storie sono “accessibili a tutti”. L’auspicio del segretario generale del Maeci è che “siano sempre di più” in un’ottica di “visione globale di un Paese privo di confini, ma con una identità profonda”, una “italianità”, ha concluso, che molto spesso gli italiani all’estero hanno espresso al meglio”. Partito da Pieve Santo Stefano il progetto, grazie al web, è ora accessibile a tutti. Di oggi, ha spiegato il curatore Maranesi, la prima proposta di un nuovo contributo arrivata da Taiwan. Il portale, ha detto, vuole restituire “un affresco della storia e delle vite degli italiani all’estero”. Il sito è “un’antologia digitale” che non aspetta altro d crescere, perché rappresenta solo “un nucleo, un polo di attrazione per incrementare le voci che possano aiutarci a raccontare le esperienze degli italiani all’estero” per “tendere ad una rappresentazione più ricca possibile”. Il progetto “colma una lacuna”, cioè “l’assenza di rappresentazioni nel web di cosa significhi vivere o aver vissuto all’estero, essere migranti”. La particolarità del nuovo portale è dovuta anche al “corpus significativo” raccolto, materiale attinto dall’archivio diaristico di Pieve che ha cominciato a raccoglierlo nel 1984. Il progetto di oggi è una “costola” dell’intuizione di Pier Vittorio Buffa che, ha ricordato Maranesi, nel 2013 per le commemorazioni dei 100 anni della prima guerra mondiale, con il gruppo editoriale “l’espresso” ha pubblicato i diari di chi ha combattuto la guerra. Molte le persone coinvolte nel progetto – che Maranesi ha ringraziato oggi – per ricerca delle fonti e del materiale fotografico, per le contestualizzazioni storiche o le autorizzazioni degli eredi alla pubblicazione. Un progetto, ha sottolineato, che ha da subito avuto il sostegno della Dgit e del Dg Vignali così come del consigliere De Vita. Una “scelta coraggiosa”, quella del ministero, “visti i tempi. Spostarsi è una condizione naturale per gli uomini”, ha detto Maranesi. Ci sono gli italiani che partono e gli stranieri che arrivano. “Grazie a Radio Rai 3 – ha detto ancora Maranesi – sta andando in onda un programma che racconta le storie di emigrazione e immigrazione custodite a Pieve Santo Stefano; storie che sono l’una lo specchio dell’altra”. Il sito “è un dono che l’Archivio e il Maeci fanno alla comunità”. Un dono reso possibile anche da Pier Vittorio Buffa, consulente editoriale del progetto, che ne ha spiegato la genesi e lo sviluppo. “Abbiamo scelto 1000 storie e le abbiamo contestualizzate”, cioè presentate indicando l’epoca storica in cui ha vissuto chi le ha scritte; insieme, queste microstorie individuali “aiutano anche a capire grandi eventi” della storia, ha aggiunto Buffa, citando ad esempio la tragedia mineraria di Marcinelle o l’esperienza “coloniale” in Africa dei connazionali, oppure la guerra in Yemen del 94 o piazza Tienanmen nell’89. Questo materiale è ora online: il sito ha spiegato Buffa permette di navigare tra le storie dei connazionali, presentate in home page su una grande mappa. Dunque è possibile cercarle per paese, ma anche per periodo storico; a ciascuna lettera sono stati associati dei tag che consentono la ricerca anche per argomento, destinazione, o la nave usata per passare l’oceano. Ogni lettera è affiancata da una scheda biografica di chi l’ha scritta, dalla contestualizzazione storica, dalle foto – ove possibile – e dagli estratti delle lettere dello stesso autore. Un sito fatto apposta per “perdersi nelle storie di queste persone”. Storie piccole, ma straordinarie, come quella di pasticceri napoletani a New York cantata da Cristina Vetrone, della Nuova Compagnia di Canto Popolare, arrivata alla Farnesina dalla Germania. Storie di distacchi, di partenze, ma anche di arrivi e di successi. storie di ieri e di oggi. La nuova piattaforma, ha concluso Vignali, “con il suo patrimonio archivistico si rivolge ai giovani, alle nuove generazioni che sono andate all’estero, che ancora partono e che ora raccontano le loro esperienze, il loro sentire lontani dall’Italia”. Idiariraccontano.org è pronto a raccoglierle.

FONTE: (ma.cip.\aise)