"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti". Così, Cesare Pavese. Niente di più vero. C'è un inestricabile filo rosso che lega, tra loro, i figli di una stessa terra, anche quando le alterne vicende della vita conducono in altri luoghi, tra altri volti ed altri scenari, un filo che ora si avvolge e ora si dispiega, ma che non si spezza mai. Le emozioni di cui si nutre questo indissolubile legame, emozioni che non smettono di parlare al cuore e alla memoria, hanno dato e continuano a dare vita ad intense pagine di letteratura, a struggenti versi e commoventi rime. Si muove in questa direzione "Era il mio paese", l'opera prima di Cristiano Parafioriti: il giovane scrittore siciliano, cultore di lettere e storia, emigrato quindici anni fa in provincia di Varese per lavoro, esalta e celebra il profondo attaccamento al suo paese di origine attraverso una raccolta di novelle che traggono ispirazione da ricordi d'infanzia e reminiscenze giovanili, da paesaggi e volti tratteggiati e ridisegnati dalla memoria. Istanti di vita e immagini oniriche si rincorrono e si intrecciano armonicamente, dando voce alla nostalgia e all'amore per luoghi e persone, evocando scene di una quotidianità vissuta con freschezza e spontaneità, tra l'autenticità, la genuinità, i valori e le tradizioni della sua terra. E, così, Galati Mamertino, il paese dello scrittore ubicato in provincia di Messina, che si staglia nel verde dei Monti Nebrodi con la sua caratteristica forma di maestosa aquila ad ali spiegate, prende nuova vita ora nella rievocazione degli odori e della quiete di 'Salicaria', luogo di passaggio dal paese alla frazione, ora nella commossa descrizione di 'Don Ciccio del bar', ora nel ricordo, delicato e scherzoso, dei più cari amici d'infanzia. Toccante è l'affresco di parole con cui l'autore dipinge il padre, ultimo dei calzolai galatesi, seduto al suo banchetto da lavoro: in ogni pagina del libro, emergono chiari i suoi insegnamenti, la sua umiltà e i suoi valori, impressi a fuoco vivo nell'animo di Cristiano. Mercoledì 23 luglio la presentazione del libro presso l'aula consiliare 'Salvatore Carnevale' di Galati Mamertino. (Antonietta Bontempo)
 
 Qui il racconto di questa esperienza fatto dallo stesso autore sulla sua pagina Facebook:

Quando nel settembre 2006, dopo le affettuose pressioni del mio fraterno amico Vincenzo Amadore pubblicai il primo racconto su “Il Libertino” avevo solo una certezza e cioè che scrivere sarebbe stato, da allora in poi, il modo più bello per sentirmi legato alle mie origini, alle mie radici. E qualche anno dopo quando Antonino Serio cavalcando l’ondata social in espansione, dal nulla inventò la pagina facebook “Tuttogalatimamertino” mi sembrò quasi un obbligo morale continuare a raccontare del mio amato paese e della mia gente attraverso quel mezzo virtuale capace in un solo istante di raggiungere così tante persone in ogni parte del mondo. Rigettare poi questi ricordi su un libro fu consiglio e stimolo di Salvo Lecce che definire “amico” risulterebbe riduttivo e che con grande affetto e zelo si è messo al servizio anche di questa causa così come ha fatto mio moglie Veneranda che ha sopportato il mio scientifico e perenne disordine, la mia ingenua sbadataggine e le ore passate tra PC e telefono. E poi le stupende foto di Nunzio Di Dio i graffiti eleganti di Alessandra Drago la disponibilità di Caterina Campisidi Vanessa Provini, e diStefano Cropanese l’aiuto delle amministrazioni comunali di Galati Mamertino e Lavena Ponte Tresa, dell’associazione Reatium dei “miei” guerrieri della luce e, non ultimo, il grande affetto di amici e lettori hanno fatto il resto.
Ma di “Era il mio paese” continuo a ripetere ed a ribadire che io ho soltanto scritto le parole e non è questo un vano esercizio di falsa modestia ma è la semplice e chiara consapevolezza che senza l’appoggio di tutte queste persone e di tutti quelli che lo hanno letto ed apprezzato nulla si sarebbe potuto realizzare.
Oggi, a distanza di otto mesi dalla prima presentazione del libro a Galati Mamertino sono fiero di annunciare che l’affetto dimostrato verso questi racconti trasbordando i confini d’Italia potrà raggiungere tutto il mondo poiché “Era il mio paese” verrà tradotto in quindici lingue e sarà acquistabile su Amazon.com, Google Play, iBooks, Chegg, 3M, Nook, Follet, Kalahari.com., Kobo, Axis360, Overdrive sia in versione cartacea sia in versione e-book praticamente in tutto il globo. Affermati traduttori professionisti come Barbara Germini, Floran Hopstaken,Debbie Verschueren, Veronica , Krastina Erica Leikas Tanja ?oprez,Gianluca Barbin Edoardo Bonacina,Rafa Lombardino Beatrice Scortea Nilgun Onart Susanne Gasser, Nina Sofie Thuv e Bodil Bergh sono offerti di tradurre “Era il mio paese” e sono alacremente a lavoro per diffondere le storie dei piccoli amici della via Pilieri di Galati Mamertino in inglese, tedesco, francese, portoghese, spagnolo, russo, olandese, sloveno, bulgaro, greco, rumeno, finlandese, norvegese, svedese e turco.
A Mosca, come a Washington, a Parigi come a Londra, a Lanus come a San Paolo, a Helsinki come a Madrid, Istanbul, Oslo, Stoccolma, Lubiana, a Berlino come ad Amsterdam o a Bruxelles qualcuno potrà leggere di Galati Mamertino, un piccolo paese sui monti Nebrodi, in Sicilia, delle sue storie e della sua gente.
“……affinché avessi un giorno la possibilità di scrivere di quegli anni, di quei giorni ai Pilieri tra i miei amici, delle tante storie ascoltate e di quelle vissute. Pregai intensamente il nostro umile Crocifisso di darmi il dono del ricordo e della riconoscenza… piansi, poi mi asciugai le lacrime, rigettai un ultimo sguardo al castello lassù… e poi me ne andai.”