Il nostro collaboratore Mirko Crocoli, oggi non ha potuto farci avere il suo contributo relativo alla rubrica da lui brillantemente curata: “IL PERSONAGGIO”, perché impegnato nella pubblicazione del suo ultimo libro dedicato alla intervista biografica di Licio Gelli.

Libro che è già stampato e pronto per raggiungere le librerie italiane a disposizione di quanti amano documentarsi sui vari aspetti della storia italiana.

La biografia del venerabile Licio Gelli, abbiamo detto anche sul servizio già pubblicato in questa rubrica, a pieno titolo, nel bene e nel male fa certamente parte di un periodo storico della Repubblica Italiana, pieno di intrighi e di vicende che anciìora non sono state, a mio avviso, pienamente chiarite.

Il pregiato lavoro di Mirko Crocoli, certamente da un notevole contributo a leggere meglio negli avvenimenti dei quei tempi che si intrecciano con la vita e l’opera di quel grande manovratore che fu Licio Gelli. A Mirko, auguriamo grande successo per il suo lavoro, sia perché la pubblicazione lo merita tutto, sia perché sarebbe giusto premio allo sforzo storico, culturale ed intellettuale fatto dall’Autore. Del libro, pubblichiamo la copertina, sicuri che esso avrà un meritato successo editoriale. Auguri Mirko (Salvatore Augello)

 Calogero Zucchetto (Sutera, 3 febbraio 1955 – Palermo, 14 novembre 1982) è stato un poliziotto italiano.

 Biografia

Si occupava di mafia ed in particolare collaborava alla ricerca dei latitanti che allora erano molto numerosi. All'inizio degli anni ottanta, presso la suqdra mobile della Questura di Palermo, collaborò con il commissario Ninni Cassarà  alla stesura del cosiddetto "rapporto Greco Michele + 161" che tracciava un quadro della guerra di mafia iniziata nel 1981, dei nuovi assetti delle cosche, segnalando in particolare l'ascesa del clan dei corleonesi di Leggio, Riina e Provenzano. Riuscì ad entrare in contatto anche con il pentito Totuccio Contorno che si rese molto utile con le sue confessioni per la redazione del rapporto dei 162.

Con il commissario Cassarà andava in giro in motorino per i vicoli di Palermo ed in particolare per quelli della borgata periferica di Ciaculli, che conosceva bene, a caccia di ricercati. In uno di questi giri con Cassarà incontrò due killer al servizio dei corleonesi, Pino Greco detto "scarpuzzedda" e Mario Prestifilippo, che aveva frequentato quando non erano mafiosi. Questi lo riconobbero e non si fecero catturare. All'inizio di novembre del 1982, dopo una settimana di appostamenti, tra gli agrumeti di Ciaculli riconobbe il latitante Salvatore Montalto, boss di Villabate, ma essendo solo e non avendo mezzi per catturarlo rinunciò alla cattura, avvenuta poi il 7 novembre con un bliz del Cassarà.

La sera di domenica 14 novembre 1982, all'uscita dal bar "Collica" in via Notarbartolo, una via del centro di Palermo, fu ucciso con cinque colpi di pistola alla testa sparati da due killer in sella ad una moto.

Successivamente gli autori del delitto vennero individuati in Mario Prestrifilippo e Pino Greco, gli stessi che aveva incrociato in motorino. Come mandanti furono in seguito condannati i componenti della " cupola mafiosa ", cioè gli appartenenti all'organo più importante della " Cosa Nostra ", Totò Riina, Bernardo Provengano, Raffaele Gange ed altri.

Onorificenze

Medaglia d’Oro al valor civile con la seguente motivazione:

«Mentre conduceva una delicata operazione investigativa al fine della ricerca e della cattura di pericolosi latitanti, nel quadro della lotta alla criminalità organizzata, in un vile e proditorio agguato tesogli da ignoti criminali, veniva fatto segno a numerosi colpi mortali di arma da fuoco immolando, così, la giovane vita ai più alti ideali al servizio delle Istituzioni.»
— Palermo, 14 novembre 1982