Call center addio. La Onecall nella tarda serata di ieri ha inviato tramite fax una lettera alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil

 dove comunica la “decisione di dover procedere alla chiusura dell’unità operativa di Enna, con il conseguente licenziamento di tutte le persone ivi occupate, a far data dal prossimo 15 dicembre 2008”. Una chiusura che ancora si potrebbe evitare solo se le istituzioni alle quali i lavoratori continuano a mandare appelli mantenessero gli impegni presi in sede di III Commissione regionale, di Consiglio provinciale e di Consiglio comunale, e cioè di far sedere attorno ad un tavolo tecnico di trattative tutte le società interessate alla vicenda: Onecall, AcquaEnna, Unikore e Nextiraone. La lettera inviata alle organizzazioni sindacali a firma dell’Amministratore delegato, Giorgio Fatarella, tra l’altro è molto esplicita. “Prendiamo atto –si legge nella nota- che malgrado le nostre ripetute richieste di intervento sia delle autorità locali che delle vostre organizzazioni sindacali, ad oggi nulla è stato concretamente messo in atto per salvaguardare la legittima attività da noi erogata dalla filiale di Enna –sempre con risultati d’ eccellenza- nonché i posti di lavoro delle persone in essa impiegate; prendiamo atto che la reiterata situazione debitoria delle sopraccitate società continua a persistere, impedendoci di potere erogare con certezza i dovuti stipendi ai lavoratori dell’unità operativa di Enna”. Dunque una situazione che è veramente difficile. Una vicenda quella del Call center OneCall (forniva servizi di back-office alla Università Kore, di gestione del numero verde, reclami ed altro ad AcquaEnna e di gestione del centralino dell’Ars. Commessa quest’ultima, cuore pulsante dell’azienda, avuta in sub appalto dalla Nextiraone) con molti lati poco chiari dove i primi segnali di crisi si incominciano a ravvisare già nel mese di giugno; poi, a settembre, con lo smantellamento del servizio Kore; il 2 ottobre, con le dimissioni del responsabile della filiale di Enna, Luigi Manoli; il 31 ottobre con l’interruzione dell’attività conseguente “al mancato pagamento delle fatture emesse da parte di AcquaEnna”, il cui “conto debitorio scaduto è di 323.099, 74 euro”. (fonte vivienna G. L.)