*Roma - Si riaccendono le polemiche politiche sul Ponte sullo Stretto dopo le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo cui il progetto, nonostante le difficoltà, sta procedendo nella giusta direzione. L’allarme è arrivato dal Movimento 5 Stelle: “Le nubi che si sono condensate sul dossier Ponte sullo Stretto sono inquietanti - hanno commentato in una nota i parlamentari del M5S delle commissioni Trasporti e Infrastrutture di Camera e Senato
- Cinque procure italiane, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia, hanno acceso i riflettori su un intreccio già in atto tra mafia, ’ndrangheta e politica, finalizzato a mettere le mani sugli appalti della grande opera. I rischi di infiltrazione criminale sono più che concreti”. “La comoda retorica governativa della ‘magistratura politicizzata’ non regge - hanno continuato gli esponenti pentastellati - le parole odierne di Meloni sull’opera, oltremodo generiche, non sono sufficienti. E danno il polso di tutto l’imbarazzo della premier di fronte a un dossier che è ancora in piedi solo per tenere buono Salvini. Su questo progetto il governo finora è andato avanti a tentoni: i mille inciampi sulla documentazione lo dimostrano. Siamo al 2 maggio, e l’approdo al Cipess resta una chimera. C’è in ballo una barca di soldi dei contribuenti, e certe opacità non sono ammesse, per un’opera i cui benefici rispetto ai costi non sono suffragati al momento da alcun documento”. I parlamentari M5S, quindi, hanno chiesto massima trasparenza, anche in relazione alle recenti notizie sull'indagine della Procura di Caltanissetta: “Il caso dell’avviso di garanzia al procuratore aggiunto della Dna Michele Prestipino, accusato di aver rivelato notizie coperte da segreto investigativo - hanno sottolineato - richiede un surplus di chiarezza. Qui non c’è solo il rischio di una fuga di notizie: c’è il sospetto fondato che attorno al Ponte si stia muovendo una rete di interessi opaca, dove la criminalità organizzata cerca spazio grazie a relazioni consolidate. Il cantiere, se mai aprirà, non può farlo sotto il segno del sospetto, e il Ponte non può ridursi all’ennesimo affare per pochi e soprattutto a un danno irreversibile per il Sud. Il Governo spieghi o si fermi”. Per rispondere alle polemiche è arrivata una nota stampa congiunta dei senatori della Lega in commissione Trasporti, Tilde Minasi, Nino Germanà e Manfredi Potenti: “I 5 stelle insultano il Sud e le nostre forze dell’ordine - hanno dichiarato - una grande opera pubblica produce lavoro, non criminalità. Chi vede infiltrazioni mafiose sempre e ovunque ha una visione distorta”. Il deputato siciliano leghista, Anastasio Carrà, ha risposto alle polemiche sulla stessa linea dei suoi colleghi in Senato: “I 5S sarebbero pronti a fermare la realizzazione del Ponte sullo Stretto solo perché nel loro immaginario il Mezzogiorno è rappresentato da chi ha mobilitato malaffare servendosi di reti corruttive e azioni illegali e criminose. No, non possiamo permettere che la Sicilia e la Calabria siano macchiate da quest’ennesimo affronto verso le nostre terre, proprio ora che grazie a questo Governo stanno trovando la forza per rialzarsi e recuperare anni di ritardi. Il Ponte sullo Stretto, in questo, sarà un tassello fondamentale perché creerà crescita, sviluppo e lavoro per i nostri cittadini, persone oneste e perbene. Dove i 5S vedono criminalità e malaffare, la Lega invece rileva una grande opera strategica che dopo 50 anni vedrà finalmente la luce. Il Ponte si farà e l’inizio dei lavori si avvicina sempre di più”. A difendere l’operato del Governo anche il vicesegretario della Lega Andrea Crippa: “Bene Meloni, Salvini è garanzia di realizzare l’opera. Dalle parole ai fatti, anche se la missione sembra impossibile, come quando Salvini chiuse i porti”. (NoveColonne ATG 08 maggio 2025)
* la foto è presa da internet