
VILLALBA – Dodici ettari di terreno coltivato a grano andati a fuoco nella notte del 17 a Villalba. Le fiamme si sono autoestinte ma hanno devastato l’intero raccolto del campo di grano, di contrada Minimenti, di proprietà del consigliere comunale Vincenzo Ferreri. Le cause sono ancora in fase di accertamento. Sul posto ieri mattina sono intervenuti i carabinieri della stazione di Villalba che stanno indagando sul caso. Resta da capire infatti se il fatto sia accidentale o doloso(fonte: www.ilfattonisseno.it)
CALTANISSETTA, CONVEGNO “MEDITERRANEO TRA SPERANZA E PAURA”: LUNEDÌ 20 GIUGNO
CALTANISSETTA –Il 20 giugno è la giornata Giornata Mondiale del Rifugiato. Lo scorso anno l’Amministrazione Comunale, con l’apporto di associazioni ed enti, organizzò un intero mese dedicato al tema “Erranza e approdi”. Quest’anno, perché la ricorrenza sia importante occasione di dibattito e riflessione, alle ore 18:30, presso la Biblioteca comunale “Luciano Scarabelli”, si terrà il Convegno “Mediterraneo tra speranza e paura”, organizzato dall’Associazione ReciprocaMENTE in accordo con l’Assessorato Creatività e Cultura. Il tema dell’incontro sarà la pace e gli sforzi da intraprendere per raggiungerla con uno sguardo particolare agli Stati bagnati dal “mare nostrum”, dalla Tunisia fino alla Siria. Ormai da tempo la destabilizzazione politica, i conflitti e gli interessi in gioco fanno sì che il Mediterraneo da punto di incontro tra le diverse culture si sia trasformato in punto di transito per chi fugge da situazioni disperate e fulcro geopolitico fortemente destabilizzato. Ai lavori del convegno, moderati dall’Assessore alla Creatività e Cultura, Marina Castiglione del Comune di Caltanissetta, parteciperanno l’Assessore Regionale alla Famiglia, Politiche Sociali e del Lavoro, Gianluca Micciché e la Sociologa e Coordinatrice dell’Osservatorio Migrazioni dell’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe” di Palermo, Giusi Tumminelli con l’analisi dei dati emersi dall’Osservatorio “Migrazioni Sicilia 2015”. A parlare del “Il massacro dei cristiani: un giallo dove manca l’assassino?”, sarà Alberto Maira Presidente dell’Ipab Testasecca, mentre a Salvatore Falzone, autore del libro “L’intreccio del Medio Oriente: Israele-Libano-Palestina”, spetterà chiarire la “Sfida del terrorismo internazionale”; William Di Noto, Presidente della Coop. Iopervoiperio, affronterà il tema “L’integrazione: le soluzioni possibili”; Vanessa Domenica Falci, Presidente dell’Associazione ReciprocaMente, illustrerà la “Primavera araba tra sogno e destabilizzazione”; chiuderà Toseef Ahmed Khan, Presidente dell’Associazione Migranti Solidali, con una testimonianza diretta su “Paure e speranze dei migranti: esperienze di vita”. A latere del Convegno sarà allestita la mostra fotografica “I bambini hanno un solo mondo” di Ettore Maria Garozzo, che resterà in esposizione sino a giorno 3 luglio. L’Organizzazione non governativa LVIA sarà presente per sostenere la campagna “Abbiamo riso per una cosa seria”, con un progetto sulla resilienza delle aree ricoperte da foresta in Guinea Bissau. (fonte: www.ilfattonisseno.it)

Inserita da vivisicilia.it il Mag 7th, 2016 e archiviata in * Life focus, * Politica, *Home Gallery Foto 1. Puoi seguire tutte le risposte a questo articolo tramite RSS 2.0. Chiediamo scusa, come Redazione, se la news inizia con una battuta, che circola con insistenza: “non è che alcuni napoletani si siano travestiti di arabi?”; invece no, scrive Nino Amadore su Il Sole 24ore: “Un rapporto nato all’Expo con due ambasciatori autorevoli: l’archeologo Pierluigi Bonanno e l’imprenditore Gioacchino Arena, definito il “re dei supermercati siciliani” e interessato a esportare l’olio siciliano in Arabia”. Domanda cattivissima: chi venderà il terreno per l’eventuale centro islamico? (!) Leggo questa stranissima notizia della delegazione del principato saudita che, visitando Aidone, avrebbe mostrato un interesse tale per i beni culturali dell’area da decidere di investire ben 30 milioni di Euro. Approfondendo la lettura si trova poi un riferimento all’eventualità di creare un Istituto Culturale che avrebbe il compito di studiare e diffondere la cultura islamica nell’isola. Da sempre ho sostenuto a spada tratta, anzi a scimitarra tratta l’importanza che ha la fase “islamica” nella formazione della Sicilia moderna. Quei secoli, sia quando gli arabi conquistarono l’isola togliendola al dominio dell’Impero Romano d’Oriente, sia dopo, quando, passato il potere nelle mani dei normanni e degli svevi, grandi parti della popolazione rimasero islamiche e, comunque, interessate da un retaggio culturale arabo e orientale fortissimo. Questi apporti rimangono in noi, nel nostro parlare, nei nomi delle cose di casa, di campagna, nei toponimi, in tanti cognomi, nel fatalismo fortissimo della nostra cultura e andrebbero portati alla ribalta nello studio della storia e delle tradizioni, compiendo così un importantissimo passo verso una demolizione delle frontiere ideologiche. Mi chiedo però, e la domanda non vuole essere per nulla retorica, che cosa voglia dire che il principe saudita decida di spendere questi danari per i nostri beni culturali. Me lo chiedo perché, conoscendo direttamente i paesi arabi, so quanto i loro, di beni culturali, siano tenuti alla stregua del nulla, di come, proprio l’idea che la cultura sia una cosa da diffondere non alligni nella casata saudita. Questa famiglia rappresenta la più dura monarchia assoluta rimasta al mondo, uno stato nel quale è fatto divieto alle donne di guidare le auto, ove è possibile ed accade quotidianamente, mandare a morte colpevoli e meno colpevoli di reati di delinquenza minore o, persino, del reato di dissenso verso il regime. Questa famiglia, resa ricchissima dal petrolio, ha per decenni impedito una equa distribuzione delle ricchezze mantenendo larghi strati della popolazione in stato di grande privazione e consentendo una schiavitù di fatto verso una enorme messe di immigrati asiatici letteralmente privi di diritti ed utilizzati per i lavori più duri e malpagati. Mi si dirà: “i danari son danari e a caval donato non si guarda in bocca”, io sarò un uomo del passato ma non ragiono così, sono abituato a declinare anche le più melense offerte se le stesse provengono da sirene incantatrici. Poniamo il caso che veramente, al di là dell’istituto, si decida di far giungere un milione di euro per Castel di Gresti, che, per chi mi conosce, è nel mio cuore una ferita aperta, che si fa, si danno i soldi direttamente alla Soprintendenza per giungere ad un restauro come Dio comanda o si percorre la strada della “personalizzazione” progettuale? Mi spiego meglio, quale è la moneta di scambio, cosa diamo a questi magnati in galabia candida? Già qualcuno sostiene sia la solita bufala del grande riccone estero, vedemmo già cinesi pronti a fare aeroporti internazionali, orientali che dovevano comprare l’autodromo, americani che avrebbero dovuto aprire Disneyland a Valguarnera e ricchissimi svizzeri pronti a fare di Regalbuto la patria mondiale del divertimento, poi, sempre, la doccia fredda, gli investitori scompaiono come la neve al sole. Dall’altro lato penso a quel che oggi deve fare la Sicilia e devono fare i suoi politici, navigare dritti verso l’ultima stagione di finanziamenti comunitari consentendone una utilizzazione capillare, mirata alla creazione di realtà autosostenibili, improntata a riportare l’isola ed in particolare il suo cuore rurale nel terzo millennio frenandone il degrado oramai sconvolgente. Gli arabi? Benvenuti, se accettano di sottostare a regole precise ed imprescindibili. E non dimentichiamoci della critica, i dittatori sono tali e restano tali anche se poi ci sorridono con la mazzetta in mano, cari democratici. (fonte: www.vivienna.it - Giuseppe Maria Amato)
IL PREMIO CITTÀ DI LEONFORTE SI TINGE (PREVALENTEMENTE) DI ROSA
Per una volta, a rompere il silenzio del lavoro alacre che le giurie stanno compiendo in questi giorni, ci pensa la statistica! Il 56% dei concorrenti della sezione Micronarrativa è donna. Da tutta Italia hanno risposto con notevole interesse, concorrenti di qualsiasi età, uomini e donne. Ma sono queste ultime ad essersi iscritte in tante! Ciò che più ha entusiasmato è stato notare le diverse generazioni che hanno voluto sperimentare e mettersi in gioco con le loro opere. Una conferma della spiccata sensibilità creativa? Una notevole propensione a stare al passo con i nuovi modi di scrivere e raccontare? Può darsi. Di fatto, almeno nella creatività, non occorrono “quote” per garantirsi la parità di genere. Anticipiamo che il lavoro di valutazione non si prospetta affatto semplice. Oltre che numerose, le opere in concorso raggiungono standard qualitativi davvero elevati. Non resta che augurare buon lavoro ai nostri giurati! (fonte: www.vivienna.it)