CRONACA DELLA VAL DI MAZARA : UNO SGUARDO AD OCCIDENTE
INTIMIDAZIONI, I SINDACI AGRIGENTINI A SANTA ELISABETTA AL FIANCO DI GUELI
Si è svolta stamani a Santa Elisabetta la cerimonia di scopertura di una stele commemorativa dedicata ai caduti e ai dispersi sabettesi nelle due guerre del secolo scorso. È stato il sindaco Mimmo Gueli a scoprire il drappo tricolore e svelare la stele in marmo bianco con incisi i nomi di tutti i caduti. Alla cerimonia hanno preso parte diverse autorità civili militari e religiose compresa una folta rappresentanza dei sindaci agrigentini del circondario. Particolarmente significativa proprio la presenza dei rappresentanti dei comuni, tutti in fascia tricolore, per testimoniare la solidarietà al sindaco di Santa Elisabetta, Mimmo Gueli che nei giorni scorsi ha subito l’ennesima intimidazione. Lo stesso Gueli, nel suo discorso, ha ribadito come simili atti vigliacchi, non faranno desistere lui e la sua amministrazione dal perseguire gli obiettivi di trasparenza e legalità che da sempre sono state compagne di viaggio nell’amministrazione quotidiana del paese. Sul monumento ai caduti è stata poi deposta una corona d’alloro e i bambini del Primo Circolo Didattico Garibaldi di Raffadali e Santa Elisabetta hanno intonato diversi canti a tema. A Gueli è giunta la solidarietà dei sindaci e del consiglio comunale di Santa Elisabetta Gazziano. Tutti lo hanno spronato a non farsi intimidire e continuare a testa alta il lavoro intrapreso. Toccanti, a fine cerimonia, le testimonianze dei familiari dei caduti e dei dispersi. Al termine, sempre in piazza Giovanni XXIII, è stata poi celebrata la santa messa. (fonte: agrigentonotizie.it)
 
TORRE SALSA... AMBIENTALISTI O PECORE PAZZE? - BLOG Per quale ragione il WWF e LEGAMBIENTE
 
avendo avuto anni a disposizione per opporsi al piano non hanno mosso un dito e sono emerse solo adesso dall'oblio ? Perchè hanno permesso che fosse portato avanti questo progetto in una zona sottoposta a vincolo? Queste ultime settimane sono state caratterizzate da scene e personaggi degni del teatro di Edoardo Scarpetta. In questo teatrino da avanspettacolo abbiamo visto alternarsi di tutto ,sono comparsi personaggi anelanti inutile visibilità, '' Masanielli de noantri''che hanno tentato di cavalcare l'onda emotiva del popolino a cui è stato fatto credere che il resort possa fornire occupazione a svariate centinaia di persone,e poi ancora quelli che si sono nominati contemporaneamente giudici ,plotone di esecuzione e becchini,e anche certa ''informazione'', qualitativamente oscillante fra il salotto di Barbara d'Urso e Novella 2000, che ha fornito sponda indecorosa e piccina agli alfieri del resort. E adesso che fare ? Come comporre la questione e dirimere il bandolo della matassa? Il sottoscritto propone di fare arretrare la costruzione del resort più all'interno e quindi assolutamente fuori dall'area protetta che fa da cuscinetto confinante con la zona B della riserva.L'istinto animale che mi caratterizza mi fa subodorare che altre minacce gravino sul futuro di questa stupenda contrada,a cosa mi riferisco ? Penso alla costruzione in spiaggia di dependance e chioschi complementari e dipendenti dalla struttura principale e poi dulcis in fundo la privatizzazione e la blindatura di un tratto considerevole della spiaggia della riserva.Se queste ipotesi dovrebbero disgraziatamente avverarsi allora il gioco si farebbe pesante e l'estate dei ricchi ospiti del resort sarebbe più volte funestata da proteste in stile ''No TAV'' tese a costringere la direzione del resort a chiudere e smantellare le strutture in spiaggia.Se alcuni pensano di poter replicare a Torre Salsa le porcherie del ''Verdura Resort'' si sono fatti male i conti.(fonte: agrigentonotizie.it)
 
TRAPANI: L’ANPI POLEMICA CON IL SINDACO: “I MARTIRI DEL 25 APRILE SONO I PARTIGIANI”
 
Ci saranno anche i rappresentanti della sezione comunale e di quella provinciale dell’Anpi, l’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia, alla cerimonia di intitolazione, da parte dell’amministrazione comunale, di uno slargo cittadino ai “Martiri della Libertà”, in occasione dell’anniversario della Liberazione, il prossimo 25 aprile. Una decisione, aveva spiegato nei giorni scorsi il sindaco Vito Damiano, presa per onorare e ricordare anche tutti coloro che “si sono sacrificati per la libertà dell’uomo nella sua più ampia accezione: martiri della libertà dall’occupazione, dall’ingiusta carcerazione, dalla violenza, dalla miseria, dal terrorismo o dalle mafie, dal disagio sociale, da qualunque cosa che umilia l’uomo in quanto tale”. Preso atto delle dichiarazioni del sindaco, l’Anpi di Trapani, ha voluto fare una puntualizzazione: “pur rispettando tutte le altre vittime per la libertà – si legge nella nota diffusa alla stampa – per l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia gli unici martiri riconosciuti da commemorare nella data del 25 aprile sono i partigiani e tutti coloro che hanno scelto di sacrificare anche la loro vita per liberare l’Italia dall’oppressione nazifascista e per il raggiungimento degli alti valori di Libertà e Democrazia”. L’Anpi ricorderà, con la deposizione di una propria corona d’alloro, “le radici autentiche della nostra democrazia e del futuro: Antifascismo, Resistenza, Costituzione”. (fonte: TrapaniOGGI)
 
CASTELLAMMARE DEL GOLFO: DELEGAZIONE DELL’ARABIA SAUDITA IN VISITA IN CITTÀ
 
Una delegazione dell’Arabia Saudita sarà in visita istituzionale a Castellammare del Golfo nell’ambito di un tour previsto a partire dal 24 aprile. Il sindaco Nicolò Coppola e l’assessore alla Cultura e Turismo Marilena Barbara, accoglieranno tre sindaci, un direttore generale della provincia di Al Baha, un vice prefetto, un capo di Gabinetto e un vice ministro con delega al Turismo e Beni Culturali. «Si tratta – spiega Coppola – di un’occasione di confronto e la nostra ospitalità può rappresentare un modo ideale per la promozione del nostro territorio nei Paesi arabi. Si tratta di possibili futuri investitori. I rappresentati delle istituzioni che ci raggiungeranno dall’Arabia Saudita visiteranno il nostro patrimonio storico architettonico e degusteranno prodotti tipici per avviare scambi economico-turistici”. Ai componenti della delegazione saranno mostrati il centro storico di Castellammare, il castello arabo normanno, il borgo di Scopello, la restaurata Torre Bennistra. Poi si sposteranno a Calatafimi, dove visiteranno il tempio di Segesta e degusteranno altri prodotti tipici, a Custonaci e ad Erice. Nella sede della Camera di Commercio di Trapani è previsto anche un incontro con gli operatori di Confindustria nel settore del marmo. (fonte: TrapaniOGGI)
 
CORTEI, MUSICA E CORONE DI FIORI: PALERMO CELEBRA LA FESTA DELLA LIBERAZIONE
 
„Anche Palermo celebra il 71esimo anniversario della Liberazione. La giornata si è aperta alle 9 al Giardino Inglese, con la deposizione delle corone dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia e delle autorità alla lapide dei caduti della Resistenza di Cefalonia e al cippo di Pompeo Colajanni, il "comandante Barbato" al quale è intestata la locale sezione dellìAnpi. Un corteo ha poi attraversato il centro, da via Libertà a piazza Verdi, dove è in programma il concerto della banda della polizia municipale, seguito dagli interventi del comitato "Verso il 25 Aprile". Successivamente, il corteo si sposterà a Palazzo delle Aquile, dove sarà deposta una corona alla lapide dedicata alla Resistenza.“ (fonte: palermotoday)
 
MANIFESTO PER LA NUOVA ANTIMAFIA: “EQUIDISTANTE DA PM E POLITICI”
 
Dopo gli scandali dell'ultimo anno, l'iniziativa di un gruppo di intellettuali: "C'è l'esigenza di voltare pagina, di un movimento dai piedi scalzi" Francesco Forgione Un manifesto per una nuova antimafia. Non quella dei pennacchi, delle solidarietà ai magistrati, delle associazioni bagnate dai fondi pubblici, del collateralismo con la politica. Un'antimafia che rinasca dalle ceneri di se stessa, che ridia credibilità a un movimento investito da scandali e inchieste giudiziarie. È questo l'obiettivo al quale sta lavorando un gruppo di intellettuali, esperti e studiosi del fenomeno, mossi dal rischio che la polvere che quest'anno ha risucchiato tanti eroi della legalità possa cancellare anche l'anima della rivolta culturale nata negli anni Novanta. Al manifesto, che nasce da un'idea del giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni, sta lavorando l'ex presidente della commissione Antimafia Francesco Forgione, che ha già contattato alcuni noti esponenti di questo mondo, come Giuseppe Di Lello, ex componente del pool investigativo di Antonino Caponnetto. L’ex presidente della commissione Antimafia chiama a raccolta altri “pionieri”: a i nomi di Nando Dalla Chiesa, Salvatore Lupo, Isaia Sales, Rocco Sciarrone, Franco La Torre. E c'è già un traguardo per la presentazione dell'iniziativa: il 21 giugno, l'inizio dell'estate, preferita al 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, per evitare strumentalizzazioni. Il progetto è quello di costituire un fronte trasversale, che metta insieme radicali e garantisti, che vada oltre il modello dell'associazionismo sinora sperimentato. E che, per dirla con le parole di Forgione, "possa discutere, confrontarsi e anche scontrarsi ma non perda più la bussola dell'autonomia culturale e della critica del potere". "Un'antimafia dai piedi scalzi", dice il vicepresidente della commissione Antimafia Claudio Fava. Da abbattere c'è "l'antimafia che truffa, che corrompe e si fa corrompere", dice ancora Fava, "che fa affari, che finisce sotto inchiesta ma in Sicilia, grazie al sostegno della Regione di Crocetta, rimane alla guida delle Camere di commercio". Ma un cambiamento è già in atto dopo i casi Montante, Helg, Saguto, dopo le inchieste su Gemelli e Lo Bello, dopo l'ultima bufera che si è abbattuta su uno dei simboli più veraci dell'antimafia qual è Pino Maniaci? Difficile dirlo. Giovanni Fiandaca, docente di diritto penale a Palermo e Roma, lancia una provocazione: "Aboliamo il termine antimafia. Perché l'antimafia, come impegno specifico, non esiste: il contrasto al malaffare, l'azione di prevenzione, dovrebbero essere riflesso di una normale etica pubblica. Bisogna ripartire anzitutto colmando il vuoto di analisi e riflessione attorno al fenomeno mafioso. Gli stessi magistrati ripropongono a volte luoghi comuni ". (fonte: repubblica.it - EMANUELE LAURIA)
 
LOREFICE: "MATTARELLA SPERANZA PER LA SICILIA, ANCHE LA CHIESA DEVE CAMBIARE"
 
"Urge una svolta sociale e culturale per la Sicilia, bisogna cambiare il modo con cui uomini e donne affrontano la politica, abbandonando logiche consortili e interessi privati". È l'appello fatto dall'arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice rivolgendosi al capo dello Stato Sergio Mattarella parlando alla presentazione del volume che raccoglie discorsi e lettere del cardinale Salvatore Pappalardo. Lorefice ha esteso il suo appello anche alla Chiesa: "Bisogna cambiarla, io per primo ne ho coscienza". Il presidente Mattarella, "rappresenta la speranza di cambiamento per il popolo palermitano e per la Sicilia tutta", dice Lorefice alla presentazione del volume che raccoglie i messaggi e i discorsi del cardinale Salvatore Pappalardo, dal titolo "Sul cammino della verità", cui partecipa il Capo dello Stato. E' presente anche il governatore della Regione siciliana, Rosario Crocetta. "La sua presidenza - ha continuato l'arcivescovo - rappresenta un atto di grande valore simbolico perché esprime, per un verso, le grandi potenzialità della nostra isola, capace di esprimere esponenti di spicco, e, per l'altro verso, ci indica il cammino e segnala l'urgenza di una svolta sociale, culturale e politica della Sicilia tutta". "Si dice - ha aggiunto Lorefice - che i siciliani debbano andarsene dall'isola per dimostrare il loro valore e dare un contributo alla nazione. Ma il mondo e la nazione si possono cambiare a partire dalla Sicilia. Dobbiamo cambiare insieme, giorno dopo giorno. Cambiare il nostro atteggiamento di cittadini dinanzi alla cosa pubblica. Cambiare il modo in cui gli uomini e le donne della politica intendono lo stare in politica, bandendo logiche di consorteria e interessi privati. Cambiare le nostre convinzioni profonde rispetto a ciò che conta davvero nella vita, scegliendo ogni giorno l'accoglienza e non la chiusura, la giustizia e non il favore, la speranza e non la rassegnazione. Cambiare la nostra chiesa ed io per primo - ha concluso - facendone un luogo di testimonianza di una logica che porta a spendersi gratuitamente per gli altri".(fonte: repubblica.it)