
“E’ MORTA A 53 ANNI LA RAFFINERIA ENI”: FUNERALE A GELA Manifesti a lutto per la “morte” della raffineria sono stati affissi i lavoratori in tutta Gela. “E’ venuta a mancare la signora Raffineria Eni di Gela, di Matteo Renzi, anni 53. Ne danno il triste annuncio i saldatori, tubisti, meccanici, carpentieri e lavoratori tutti”, si legge. Intanto, una messa con tutti i parroci cittadini e’ stata celebrata, stamane, al presidio di Enimed, sulla statale 117 Gela-Catania. E mentre proseguono i blocchi stradali, si è svolto a Roma un vertice al Ministero dello Sviluppo Economico con il sindaco Domenico Messinese ed il suo vice Simone Siciliano. I presidi permanenti alle strade di accesso di Gela sono stati raddoppiati. Agli operai licenziati dalle imprese dell’indotto, rimasti senza lavoro con l’avvio della riconversione, si sono aggiunti i dipendenti di Rage, Raffineria Gela, ed Enimed oltre che gli edili. Il vescovo Rosario Gisana lancia un appello: “Preghiamo affinché il Signore converta i politici ed Eni che preferisce affidare commesse di lavoro ad imprese non gelesi perche’ piu’ competitive. Questo andazzo deve mutare”. Così il segretario della Uil Carmelo Barbagallo, a margine di una conferenza a Palermo:”I piani industriali e gli accordi di programma vanno rispettati. Da Mattei a Matteo… oggi il primo si rivolterebbe nella tomba a vedere, dopo essersi battuto una vita contro le sette sorelle americane e la mafia, la svendita di Versalis a un fondo americano”. Per Barbagallo a Gela “bisogna reinvestire”. La chimica verde, sottolinea, “è una speranza del futuro. Con l’Eni siamo avanti nella progettazione della green economy e della green chimica, ma il governo nazionale non sa battere i pugni in Europa“. La mobilitazione non si ferma. “Insisteremo e continueremo – conclude il leader della Uil – perché oltre agli impegni che deve prendere il governo regionale, c’è un governo nazionale che vuole svendere i gioielli di famiglia e in Sicilia sarebbe un prezzo troppo alto da pagare”. (fonte: www.sicilianformazioni.it)
RASSEGNA STAMPA. CALTANISSETTA, VERSO LA RIAPERTURA DI PIAZZA GARIBALDI (DA IL FATTO NISSENO)
CALTANISSETTA – Vertice dei partiti di maggioranza a Palazzo del Carmine sui problemi del nuovo piano di circolazione. Segretari e capigruppo di Pd, Udc e Polo Civico hanno affrontato la complessa tematica fornendo indicazioni che dovranno passare all’esame della giunta al rientro in sede del sindaco Ruvolo dalla trasferta romana. Fra le ipotesi ventilate quella di riaprire il tratto di piazza Garibaldi antistante la Cattedrale come hanno chiesto a gran voce i commercianti di una vastissima zona del centro storico. Fra tutte le richieste contenute nel documento consegnate in prefettura sembra quella che potrebbe trovare accoglimento. A catena si potrebbe registrare l’inversione del senso di marcia in via Giudici, via Tumminelli e via Roma. Difficilmente però il tratto di corso Umberto pedonalizzato da un anno e mezzo sarà restituito al transito autoveicolare. La strada resterà isola pedonale. (di Stefano Gallo, fonte gds.it)
ENNA. AUTODROMO DI PERGUSA AL BIVIO
Il 2016 è l’anno in cui si dovranno prendere necessariamente alcune decisioni e tra queste certamente anche quella di individuare un futuro sostenibile per l’Autodromo di Pergusa. La crisi in cui versa questa risorsa del territorio, che certamente dipende anche da dinamiche tutte interne a questa tipologia di sport, costringerà langovernance ad ipotizzare modelli alternativi a quello fin qui utilizzato. Peraltro, come già detto in passato, l’atipicità (rectius, ibrido) del modello giuridico utilizzato, in forza di una ardita previsione dello statuto ha scoraggiato quella spinta imprenditoriale insita nella veste aziendale del Consorzio Autodromo di Pergusa. La governance che nel tempo si è avvicendata ha preferito adagiarsi sul modello del Consorzio di enti locali sia ai fini ordinamentali che ai fini contabili e finanziari. E’ arrivato il momento di sciogliere i nodi che questo ibrido istituzionale comporta, tenendo ben presente che dalla natura giuridica dell’ente (pubblica, pubblica aziendale, mista pubblica-privata, privata) dipenderanno tante altre cose, sia strettamente connesse all’ipotesi di sviluppo dell’autodromo che applicative delle numerose disposizioni statali e regionali in materia di contenimento della spesa pubblica, appalti dei beni e servizi, trasparenza e anticorruzione, procedimento amministrativo, rapporti di lavoro, reclutamento risorse umane ecc… Ma ciò che, probabilmente, sfugge ai più è che l’opzione per una scelta diversa da quella pubblica farebbe perdere inevitabilmente il contributo economico annuale di cui gode il Consorzio Autodromo di Pergusa che ammonta ad euro 400 mila. Solo il modello pubblico, qual’è il Consorzio di enti pubblici, può giustificare un siffatto intervento economico. Nelle altre ipotesi, l’ausilio fin qui ricevuto configurerebbe un ingiustificato aiuto di Stato ad un operatore economico vietato dalle norme comunitarie. Alla politica l’approfondimento e le conseguenziali decisioni, senza dimenticare che dei due enti locali rimasti e non morosi l’unico in grado di fare scelte politiche e di dare indirizzi è il Comune di Enna, atteso che non è così scontato che l’ex Provincia regionale di Enna possa continuare a sostenere una partecipazione per un’attività non strettamente connessa alle funzioni amministrative riconosciute recentemente dal legislatore regionale. Né può essere fatto riferimento alle funzioni amministrative non previste dalla legge ma dallo statuto, considerato che il libero Consorzio comunale non è un ente territoriale di governo e come tale non esercita, al pari della soppressa Provincia regionale, funzioni a finalità generale non espressamente previste dalla legge. ( da www.vivienna.it - Massimo Greco)
AL SABATO LETTERARIO DEL CAFFÈ QUASIMODO DI MODICA PRESENTATA UN’IMMAGINE “DIVERSA” DI GIACOMO LEOPARDI
“Leopardi e i volti di Dio”: attorno a questo saggio critico pubblicato dall’editore Bonanno e scritto da Salvatore Borzì, Dottore di ricerca in Filologia greca e latina e docente di Lettere nel Liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale, ha ruotato l’ottavo appuntamento del Caffè Quasimodo di Modica, organizzato nell’ambito della stagione culturale 2015-2016 e del suo decennale di fondazione. Un pubblico numeroso, attento e coinvolto, ha partecipato alla conversazione letteraria che Domenico Pisana, Presidente del circolo modicano, ha tenuto con l’Autore, il quale ha risposto a domande che hanno offerto ai presenti “l’altro Leopardi”, quello di cui non si parla nei libri e nei manuali di Letteratura sia delle scuole che delle Università, offrendo una panoramica del sentimento religioso di Leopardi nelle opere giovanili, degli Inni cristiani, dell’incontro del poeta recanatese con il pensiero di Copernico e del suo progressivo allontanamento dalla fede, dell’accostamento di Leopardi alla Bibbia, del suo sistema filosofico e del problema del male. Attraverso un intreccio di letture di testi leopardiani, a cura di Daniela Fava, l’intervento appropriato, puntuale e coerente di Michele Armenia, docente di Lettere nel Liceo classico di Modica, e il dialogo con Pisana, Salvatore Borzì ha dimostrato come “l’immagine di Leopardi poeta ateo e nichilista, propugnata soprattutto da studiosi vicini al marxismo, appaia inadeguata e pregiudiziale, e come il poeta recanatese sia stato, invece, un forte cercatore di Dio e dell'Assoluto, smarcandosi da una visione del cristianesimo esteriore e deformato del suo tempo”. “L’impressione che si ricava dalla parte finale del libro di Borzì – ha affermato Pisana nelle sue conclusioni - è che nonostante le critiche di Leopardi alla religione cristiana, considerata fredda, vuota, esteriore, mortificatrice del corpo a vantaggio dello spirito, nonché esaltatrice della sofferenza a causa di una trasmissione bigotta ricevuta dalla contessa Adelaide, definita da Leopardi ‘madre santamente diabolica’, nonostante tutte queste critiche egli non sembra aver mai perso i contatti con la Bibbia e la fede cristiana, aprendosi alla speranza cristiana. L’Opera leopardiana contiene infatti al suo interno una meditazione sull’uomo, un senso e una ricerca del mistero, una riflessione sull’amore e sulla morte che non possono non condurre alla conclusione che ci fosse in lui un credo e un animus religioso”. Dalla presentazione del libro di Salvatore Borzì è emerso, dunque, che se, da una parte, è anzitutto indiscutibile che i testi poetici di Leopardi oscillano tra attestazioni di dubbio e atteggiamenti di pessimismo e di materialismo, è altrettanto indiscutibile che c’è una parte dell’opera leopardiana che offre l’opportunità di capire ed approfondire meglio la dinamica religiosa cristiana del suo vissuto. La serata è stata arricchita dagli intermezzi del quartetto di clarinetti guidato dal M° Francesco Di Pietro e composto da Salvatore Cocciro, Biagio Carrieri e Carmelo Manenti. (fonte: www.ragusaoggi.it - D.P.)