(SA) - La chiusura delle miniere, la mancanza di qualche alternativa per riqualificare il territorio con altre iniziative magari di piccole e medie imprese, con uno sviluppo innanzi tutto dell’artigianato locale, ha decretato la morte progressiva di questo paese e della sua storia di laboriosità,

di benessere diffuso, delle stesse tradizioni che anche a causa della lunga pandemia che non accenna a finire si vanno affievolendo. La stessa zona artigianale di contrada Banduto, per altro esaurita, non offre grandi possibilità di sviluppo, poiché non sappiamo quando potrà essere servita di strade degne di questo nome. Fino ad allora, non vale nemmeno la pena di parlare di possibile allargamento. Nessuna novità presenta la zona industriale di Grotta D’Acqua, dove si incontrano solo alcuni scheletri abbandonati o magazzini inutilizzati. Non basta avere inserito le due zone tra le Zone Economiche Speciali. Occorre canalizzare i necessari investimenti per lottizzare, per costruire servizi quali ad esempio acqua, fogne, elettrificazione, centro direzionale dove prevedere anche la formazione professionale adatta al tipo di imprese che si insedieranno in quel sito. Prima di tutto occorre fornire il territorio di infrastrutture, di un servizio ferroviario che abbatta i costi di trasporto necessario sia per l’acquisizione di materie prime che per la spedizione delle produzioni. In secondo luogo, bisogno mettere in atto la vecchia massima che recita: “aiutati che Dio t’aiuta”, ossia bisogna capire cosa può dare in tanto il nostro territorio. Dal passato abbiamo ereditato un’archeologia industriale che fino ad ora non abbiamo saluto sfruttare, come qualche altro comune ha fatto. Perché allora non fare tesoro di quello che resta delle vecchie miniere, investendo su di esse, rendendole visitabili, facendone richiamo turistico e mezzo per ricordare la nostra storia recente e meno recente, che ha dato a Serradifalco l’appellativo di “paese delle miniere”? In secondo luogo, guardandoci attorno, allargare la prospettiva, sfruttando la posizione di cuore della Sicilia, per visitare ad esempio il museo minerario di Trabia, il parco minerario di Florestella Grotta Calda e così via. Certo in una situazione di abbandono in cui è scivolata la nostra zona, bisogna prima di tutto richiedere un imponente investimento pubblico, che renda fruibili questi tesori della nostra storia. E qui torna la necessità di dotare il territorio di strade e di servizi, in modo da creare le condizioni per un primo rilancio economico, per una ricostruzione di quel tessuto economico che può rilanciare la nostra economia e che può determinare una inversione di tendenza, che potrebbe fare in modo che Serradifalco non continui a perdere i propri giovani e con loro il proprio futuro. Lasciamo questi appunti alla valutazione dei nostri lettori, appunti su cui terneremo per continuare un discorso che ci sta particolarmente a cuore, per il bene che vogliamo alle nostre origini ed al nostro territorio. Salvatore Augello 10 gennaio 2022