Succede in Europa. Ma in Italia non se ne parla Il “Breve”. È la traduzione del cognome del leader della destra austriaca, Sebastian Kurz, che alla “veneranda” età di 31 anni rischia di diventare il prossimo Cancelliere austriaco (Faz)*. Kurz, una stella della politica conservatrice ha già svolto l’incarico di Ministro degli Esteri (il più giovane di sempre) nel precedente Governo. Da qualche mese, dopo la spaccatura della coalizione di Governo, ha preso in mano le redini del Partito Ovp. Da questa estate ha raccolto 2 milioni di euro di donazioni. Politicamente, nel corso degli ultimi anni, Kurz si è distinto per le sue posizioni dure sull’immigrazione e per una critica della politica europea dei rifugiati. Christian Kern, il Cancelliere Socialdemocratico in carica è dato in seconda posizione. Poi c’è la destra radicale dell’Fpo, per certi versi, simile all’Afd tedesca (Politico). A inizio anno, aveva sfiorato la vittoria nelle elezioni presidenziali dalle quali uscì vittorioso il politico dei Verdi, Alexander Van der Bellen. Macron parla … di governance europea. Mentre la Spagna attraversa una delle crisi costituzionali più importanti della sua storia e la Germania è in cerca di un nuovo Governo, il Presidente francese continua a predicare una nuova Europa. Questa settimana, Macron ha parlato dell’Unione a Francoforte, in occasione di una conferenza presso l’Università Goethe. Le riforme proposte da Macron non trovano un approdo certo nella politica tedesca, tranne che tra le fila dell’Spd (Politico). Il nodo centrale da sciogliere per il futuro assetto della governance dell’Ue è il ruolo del Meccanismo di stabilità europeo (Mse). Gli ortodossi del rigore vorrebbero che diventasse un nuovo controllore dei conti al posto della Commissione europea. Un punto di vista non condiviso però dalla leadership francese (Die Welt). L’altro capitolo delle riforme europee riguarda l’Est. Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione di settembre, Jean Claude Juncker, ha detto che prevede un ingresso rapido dell’Europa orientale nell’Euro. Peccato che questa settimana siano venute a galla le perplessità dei diretti interessati, Polonia e Ungheria in primis. Budapest e Varsavia nutrono forti dubbi sui vantaggi economici che deriverebbero dall’ingresso nell’Unione monetaria europea (Ume). Intanto, anche nei Balcani diminuisce il numero dei cittadini che credono che i Paesi della regione riusciranno a entrare nell’Ue (Euractiv). Post-elezioni in Germania. Pochi giorni dopo le elezioni federali, Frauke Petry, la leader che ha condotto al successo l’Afd, ha lasciato il suo incarico puntando il dito contro i candidati di punta della campagna elettorale: “L’Afd non ha l’ambizione di diventare una forza di governo tra 4 anni […] ed è ormai un’organizzazione anarchica”. Anche altri deputati eletti nelle fila dell’Afd hanno lasciato il partito. Petry ha già fondato una nuova formazione, Die Blauen (“Quelli Blu”). Teoricamente, il nuovo partito di Petry ambirebbe a scalzare la Csu bavarese e recuperare parte dell’elettorato dell’Afd nel corso dei prossimi anni (Faz). Nel frattempo, nel contesto delle negoziazioni per creare un governo di coalizione, la Cdu di Angela Merkel ha trovato un compromesso faticoso con la sorella bavarese dell’Unione Cristiano Sociale (Csu). La Csu, pressata, a destra, dall’Afd e, al centro, dal Partito liberale (Fdp), ha chiesto a Merkel di stabilire un tetto al numero di ingressi extra-Ue nel Paese per evitare uno scenario simile a quello della crisi dei rifugiati del 2015. L’accordo tra Cdu e Csu complica però i negoziati che stanno iniziando fra Merkel e i Verdi, nell’ottica di una coalizione “giamaicana” (Nero-Cdu/Giallo-Fdp/Verdi) (Der Spiegel) . Il Partito liberale (Fdp) ha avviato un dibattito interno per definire una posizione chiara sulla politica europea. Durante la campagna elettorale, il leader Christian Lindner ha criticato pesantemente la politica di Merkel, ritenendola troppo morbida (Ekathimerini). Violenza in Catalogna. “La polizia spagnola ha usato una dose di forza eccessiva” nel corso della giornata del 1 ottobre. Quello che già si era visto tramite i social media, è stato confermato anche da Human Rights Watch. Lo riporta Politico Europe. Ad oggi ammontano a 893 i feriti ufficiali degli scontri. La storia si ripete. Lo diceva Nietzsche, succede oggi, a causa di una politica migratoria incoerente a livello europeo e nazionale. La crisi dei rifugiati potrebbe ripetersi soltanto 2 anni e mezzo dopo quella del 2015. A lanciare il monito questa volta è il sindaco dell’isola greca Lesbo, Spyros Gallinos (Die Welt). I dati Unhcr dicono che, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, tra giugno e settembre, gli arrivi dalla Turchia sono aumentati del 27 per cento. Il capo dell’Agenzia europea Frontex, Leggeri, ha ammesso che le forze militari del Governo libico ha fatto sfoggio di azioni violente nei confronti dei migranti (Die Welt). Intanto, in Germania, Angela Merkel ha nominato come nuovo capo consulente per la politica estera, Jan Hecker, l’uomo che aveva assistito il Cancelliere durante la crisi del 2015 (Politico Europe). La mossa indica che il tema dell’immigrazione extra-Ue ha – ed avrà un ruolo chiave in Germania (vedi breve sulle negoziazioni di coalizione, in alto). Dalla Francia, Emmanuel Macron fa sapere che vuole far entrare 10.000 nuovi migranti provenienti dal nord Africa, nel territorio della Repubblica transalpina. Escono di scena. O forse no. Wolfgang Schaeuble ha lasciato il suo incarico da ministro delle Finanze per favorire le negoziazioni per una coalizione “giamaicana” in Germania (i liberali dell’Fdp hanno fatto sapere che il Ministero in questione è un sine qua non per qualsiasi accordo). Esce così di scena uno dei politici europei più criticati, da un lato, e stimati, dall’altro. Schaeuble ricoprirà con ogni probabilità il ruolo di Presidente del Bundestag. Questa settimana, Jeroen Dijsselbloem ha fatto sapere che abbandonerà la politica nazionale(Ekathimerini). Il Presidente dell’Eurogruppo lascerà il suo incarico a Gennaio del 2018. Insieme a Schaeuble, Dijsselbloem ha forgiato la politica del bailout nel caso della crisi greca dell’estate del 2015. Ma è notizia di stamani che l’ex Ministro delle finanze olandese lavorerà come consulente esterno per il Meccanismo europeo di stabilità (EuObserver).
* Quando è stato scritto questo articolo, non si conoscevano ancora i risultati delle elezioni in Austria. Ora che si conosono possiamo dire che Kutz ha vintro le elezioni e che l'Austria si sposta decisamente a destra.