Capaci: LA Storia Capaci è un comune di 11.493 abitanti. Il comune è reso tristemente noto per la strage del 23 maggio 1992 dove venne ucciso, in un attentato (la cosiddetta strage di Capaci), il magistrato antimafia Giovanni Falcone sua moglie Francesca Morbillo e la scorta..

 

Insieme ai due comuni limitrofi di Torretta e di Isola delle Femmine fa parte di una unione di comuni.

Capaci dista circa 18 km da Palermo e si trova a 75 metri s.l.m.; sorge su un'area pianeggiante a breve distanza dal mare Tirreno. Il centro abitato si sviluppa lungo un asse stradale molto antico, di epoca romana, che collega il Capoluogo con le città più importanti della Sicilia occidentale di Trapani e Marsala.

Origini del nome

l significato del toponimo Capaci non è stato ancora accertato: varie sono le ipotesi in proposito. Da alcune testimonianze è accertato che nel XIX secolo il paese era conosciuto con il nome di Capece.

Nnumerosi reperti archeologici ancora da analizzare e collocare cronologicamente testimoniano un passato preistorico particolarmente interessante mentre si comincia a parlare di un primo insediamento stabile a partire dall'anno Mille, ad opera dei Kalbiti, durante la dominazione islamica della Sicilia, anche se si iniziano ad avere notizie più certe a partire dal 15 settembre 1241, quando l'imperatore Federico II di Svevia  concede il feudo al milite Roberto di Palermo per i servigi prestati.

È stato un feudo medievale fino al 1400, ma senza un centro abitato vero e proprio a causa delle continue aggressioni dal mare ad opera dei saraceni, presentava soltanto boschi e vigneti. Il suo nucleo originale è sorto in seguito alla concessione della "licenzia populandi" ottenuta da Francesco Beccadelli di Bologna il 18 marzo 1517 con la quale otteneva anche il titolo di Barone di Capaci, Marchese di Marineo e Principe di Cefalà e Torretta. A partire dal 1523 si cominciò a sviluppare il centro abitato ai piedi della Montagnola Santa Rosalia, sovrastata dalle balze concave della "Quarara". Alla metà dello stesso anno risalgono le fondamenta dell'antica chiesa madre (3 aprile 1523), centro di primario interesse religioso, artistico e culturale, edificata accanto al castello.

Intorno al 1576 incominciò il popolamento del centro, sotto le dipendenze del Barone Gilberto; nel 1619 Vincenzo Pilo e Calvello, sposa Donna Giulia Bologna che porta in dote il marchesato di Marineo, la Baronia di Capaci e tutti i territori di pertinenza. A partire dal suddetto anno buona parte dei possedimenti della famiglia Beccadelli di Bologna transitano nella Casata dei Pilo nobile famiglia siciliana di origine catalana. Nel 1820 a causa dei moti rivoluzionari i cittadini si ribellarono al potere feudale dei Pilo dando alle fiamme il Palazzo del Conte e costringendolo alla fuga. In seguito alla pestilenza di colera che colpì la Sicilia tra il 1835 e il 1837 anche a Capaci si verificarono disordini e omicidi, provocati da alcuni facinorosi provenienti da Palermo, che incolparono della diffusione della malattia i componenti delle famiglie più facoltose del paese. Dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, molti capacioti, sotto la spinta rivoluzionaria di Rosolino Pilo, considerato loro concittadino perché discendente della famiglia che aveva retto le sorti del paese per ben due secoli, si unirono e parteciparono alle battaglie di Palermo e San Martino delle Scale.

Nei primi decenni del XVI secolo, con la riunificazione dei vari possedimenti in un'unica baronìa l'agricoltura divenne l'attività primaria sino alla metà del 1900, periodo in cui ebbe un forte sviluppo il commercio ambulante che portò i capacioti a spingersi, per lavoro, in ogni parte del mondo. Anche la pesca, praticata nella vicina Tonnara di Isola delle Femmine (frazione del Comune di Capaci sino alla fine del 1800) conobbe una attività molto redditizia e poté estendersi, con le famose barche denominate "le capaciote", sempre più lontano fino a raggiungere le coste dell'Africa settentrionale. La città di Susa sul Golfo di Hammamet, in Tunisia, ancor oggi reca la testimonianza di un intero quartiere che porta il nome di Capaci.

La strage dell'autostrada

Il 23 maggio 1992, sull'Autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci (ma in territorio di Isola delle Fenmmine, un comune adiacente), una carica di tritolo posta in un tunnel che passa sotto l'asfalto fu fatta esplodere dalla mafia e uccise il giudice antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anch'ella magistrato, e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

  • La nuova chiesa madre venne edificata a partire dalla prima metà del Settecento, per volere di don Ignazio Pilo, conte di Capaci, e aperta al culto il 25 marzo 1741; essa presenta un prospetto barocco con una sontuosa scalinata a tenaglia. L'interno della chiesa, a forma ottagonale, è diviso nelle canoniche tre navate. È ricca di opere d'arte tra le quali spiccano la volta affrescata da Giuseppe Tresca nel 1744, le cappelle del SS. Sacramento, della Madonna del Rosario e del Patrono Sant'Erasmo. Nella prima cappella è collocato il Crocifisso ligneo opera di Frate Innocenzo da Petralia (sec. XVII), nelle altre due cappelle si trovano delle grandi tele attribuite alla scuola del Tresca (sec. XVIII). Infine rivestono particolare attenzione alcune statue: l'Addolorata, in telacolla, risalente al 1500, esposta in chiesa solo durante il periodo della Quaresima, quella lignea di Sant'Erasmo, della scuola del Gagini[non chiaro] realizzata nel XVI secolo, che risulta essere il manufatto artistico più antico del paese e di cui si hanno notizie documentate già nel 1573, un'altra, pure in legno, di San Giuseppe opera del 1816 di Girolamo Bagnasco, di particolare interesse è la tela della Madonna delle Grazie con i SS. Anna e Gioacchino (1709) originariamente venerata nella chiesa della SS. Trinità (oggi non più esistente).
  • Importante anche la chiesa di San Rocco, edificata per interessamento dell'Arciprete Don Matteo Triolo e aperta al culto il 9 gennaio dell'anno 1723; conserva al suo interno delle preziose statue lignee del Settecento e dell'Ottocento, tra le quali meritano una particolare menzione, quella della Madonna di Trapani detta del Carmine, copia della celebre statua venerata nel santuario trapanese e donata alla chiesa da Donna Maria Anna Riccio Barlotta moglie del conte Ignazio Pilo, originaria della città di Trapani (alla base della suddetta statua sono scolpiti a rilievo gli stemmi nobiliari della famiglia), ed inoltre la statua di San Francesco di Paola (1870), opera di Rosario Bagnasco, donata dal ricco possidente capacioto Vincenzo Mazzola, quella del Sacro Cuore di Gesù opera di Salvatore Bagnasco (sec. XIX) e quella del titolare San Rocco proveniente dalla Matrice antica. Nella chiesa sono da ammirare anche dei fantasiosi affreschi realizzati nel 1988 dal maestro Manlio Manvati.
  • La chiesa di Maria SS. Addolorata, voluta dall'omonima Confraternita ed edificata sulle rovine dell'antica chiesa matrice venne aperta al culto il 15 ottobre 1768, custodisce le statua lignea ottocentesca della titolare, attribuita a Rosario Bagnasco che sostituisce la precedente statua di inizio settecento opera di Antonino Barcellona rimossa dalla chiesa e sostituita dall'attuale perché ritenuta troppo pesante per i trasporti processionali e di cui si sono perse le tracce dopo la seconda metà del secolo scorso. Nella chiesa è custodita pure la statua del Cristo morto opera seicentesca in cartapesta, con le braccia snodabili, questo permetteva nel passato in occasione dei riti della settimana santa che venisse utilizzato per una particolare funzione: si portava al calvario la mattina del venerdì santo e veniva appeso alla croce dove riceveva l'ossequio dei fedeli, poi nel tardo pomeriggio veniva deposto dalla croce e portato in processione.
  • la Chiesetta della SS. Trinità, del 1730, in cui era conservato un affresco del secolo XVI raffigurante la Madonna delle Grazie, abbattuta per incuria e negligenza negli anni settanta del Novecento.
  • Alla prima metà del 1800 risale il Santuario di Santa Rosalia, sulla collina omonima, sorto nel luogo in cui sin dal secolo XVI i capacensi andavano in pellegrinaggio per venerare la "Santuzza" palermitana raffigurata in una bella statua lignea opera attribuita a un Bagnasco.

Architetture civili

  • Il Palazzo dei Conti Pilo, recentemente restaurato e adibito a sede municipale, venne edificato sulle rovine del castello cinquecentesco, intorno alla metà del secolo XVIII.
  • La Palazzina dei Sommariva, costruita nella prima metà del 1800 (oggi proprietà Longo). Si trova sul corso principale, di fronte alla chiesa di San Rocco.

Tradizioni religiose e folcloristiche

A Capaci esistono molte tradizioni di antica data ripetute solennemente ogni anno. Queste sono le più importanti:

  • Per la festa di San Giuseppe ogni anno alcune persone devote al Santo Patriarca, preparano una minestra con una ricetta che risale al Trecento; un'antica usanza dice che veniva distribuita alle persone povere del paese, ma adesso per tradizione quasi tutti gli abitanti si riuniscono nella piazza principale del paese dove ricevono una porzione di pasta accompagnata con il pane speciale, preparato dai fornai solo il 19 marzo. Nello stesso giorno viene realizzata, nel centro storico, la "Grande Mensa di San Giuseppe", un altare riccamente addobbato con luci e fiori, a cui i fedeli offrono ogni genere di alimenti che, prima della processione, vengono degustate dai presenti.
  • In concomitanza con la festa di San Giuseppe si svolge anche la rievocazione storica della fondazione della cittadina avvenuta il 18 marzo 1517. Per l'occasione si mette in scena il corteo storico della famiglia Beccadelli di Bologna che si conclude con la proclamazione della "Licentia Populandi" dal balcone centrale di Palazzo Conti Pilo. La manifestazione si svolge a cura dell'Associazione Culturale "Terravecchia Capaci".
  • La celebrazione della Settimana Santa è un'altra tradizione molto sentita dalla popolazione che si apre con la processione mattutina in cui si rievoca l'ingresso di Gesù in Gerusalemme. La sera del Venerdì Santo ha luogo la suggestiva processione del veneratissimo simulacro dell'Addolorata al seguito del Cristo morto posto dentro l'artistica urna vitrea denominata "u Mulimentu". Il giorno di Pasqua, a mezzogiorno, l'atteso incontro del Cristo Risorto con la Santissima Vergine e la relativa processione.
  • Il mese di maggio è caratterizzato dalla profonda devozione dei cittadini alla Madonna ed espresso attraverso i festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Croce (prima domenica del mese) e il pellegrinaggio di una piccola statua dell'Immacolata nei vari quartieri del paese dove viene recitato il Rosario in dialetto.
  • La processione del Corpus Domini ha luogo a conclusione del periodo pasquale, in tale occasione vengono allestiti nei quartieri del paese sontuosi altari in cui viene impartita la solenne benedizione eucaristica.
  • La festa del Patrono Sant'Erasmo si celebra nella prima settimana di giugno: essa culmina nella processione dell'artistico simulacro nel tardo pomeriggio del 2 giugno, giorno liturgico dedicato al Santo patrono. La festa è arricchita da varie iniziative di carattere culturale, degustazione di prodotti tipici e spettacoli musicali in piazza.
  • "La Notte di Ferragosto" che si svolge nel lungomare e nella spiaggia è un appuntamento molto sentito, soprattutto dai giovani, provenienti anche dai paesi vicini e dalla città.
  • Nella prima settimana di settembre si ripete annualmente il pellegrinaggio dei fedeli al Santuario rupestre di Santa Rosalia posto sulla collinetta prospiciente l'abitato, dal quale, al tramonto, si snoda una suggestiva processione che conduce, attraverso le antiche trazzere campestri, la statua della Santuzza fino alla chiesa madre, per poi ritornare al Santuario la settimana successiva.
  • Una menzione particolare va anche alla "Sagra della Vastedda", ovvero del tradizionale "pane cunzato" con olio d'oliva, caciocavallo, acciughe , sale e pepe , che si svolge all'inizio di novembre di ogni anno a cura della Pro Loco Capaci.
  • Le ricorrenze del periodo di Avvento si aprono con i festeggiamenti in onore dell'Immacolata Concezione, la solennità viene preceduta dal canto della novena nella Chiesa Madre in cui è venerata la seicentesca statua in legno dorato, l'8 dicembre, giorno della festa, dopo la celebrazione della Messa Solenne viene benedetto e distribuito il "pane della Madonna" insieme ai tradizionali dolci: "le Nucatole", nel tardo pomeriggio la preziosa immagine della Madonna viene portata in processione per le vie del paese che si conclude nella Chiesa di San Rocco in cui rimane fino alla domenica successiva quando viene ricondotta in Matrice; solo qualche giorno più tardi si svolge la festa di Santa Lucia, il 13 dicembre è pure molto sentita: in questo giorno è tradizione dei devoti di preparare la famosa "Cuccia", frumento non macinato, preparato con latte, ricotta, miele, cannella e cioccolato.
  • Infine in occasione delle feste natalizie è stata ripristinata, da circa due decenni, la tradizionale "Ninnaredda", sorta di ninna nanna natalizia in dialetto che viene cantata nelle fredde serate di dicembre in giro per le strade del paese. Da qualche anno questa tradizione ha acquistato un valore aggiunto grazie alla partecipazione della Banda Musicale di Capaci rinata con la denominazione di Associazione Musicale e Culturale Santa Cecilia dopo un oblio durato mezzo secolo.

Gemellaggi

Dal 13 settembre 2011 Capaci è gemellato con la cittadina francese di Meythet.

Persone legate a Capaci

  • Federico II di Svevia (1194 - 1250) Imperatore
  • Francesco Beccadelli di Bologna (morto a Palermo 14 luglio 1555), barone, fondatore della cittadina
  • Rosolino Pilo (1820-1860) patriota e garibaldino
  • Mons. Vincenzo Bologna (1827 - 1866) Arciprete
  • Calogero Troia (1845-1928) medico condotto
  • Domenico Sommariva (1852-1907) politico e amministratore
  • Francesco Croce (morto nel 1887 a Dogali, (Eritrea) soldato ed eroe; medaglia d'argento al valore
  • Benedetto Sommariva (1894-1966) militare, agrario e sindaco di Capaci.
  • Antonino Monteleone (1902-1975) presbitero ed arciprete
  • Salvatore Siino (1904-1963) nunzio apostolico e arcivescovo
  • Antonino Cataldo (1912- morto nel 1938 in Etiopia) militare, medaglia d'argento al valore.