Architettura Chiesa madre La chiesa madre fu la prima grande opera di uso pubblico costruita a Casteltermini.La costruzione della prima parte della Chiesa risale al 1629 lo stesso anno in cui fu fondato il paese. Essa doveva essere edificata a cura

e spese interamente a carico del Barone Gian Vincenzo Maria Termini e Ferreri, fondatore di Casteltermini, e ciò per un preciso obbligo assunto con i “ Capitoli della Terra”. Sennonché il Comune e gli abitanti del nascente comune furono costretti dalla prepotente volontà del barone, allora signore assoluto sugli abitanti considerati ancora come “vassalli” a costruire loro la chiesa, mentre il barone avrebbe provveduto a costruirsi la sua casa castello. All'inizio fu soltanto costruita la navata centrale, ma su un basamento di una grandiosa costruzione. Fu nel 1883 che l'architetto Pietro Burgio poté finalmente eseguire il collaudo dell'intera opera con cui si era realizzata la costruzione della chiesa madre, grande e bella come l'avevano sognato e desiderato i primi abitanti del paese.

I dati riguardanti l'imponente costruzione sono:

Lunghezza : dall'ingresso fino al fondo del coro 57,00 m

Larghezza : dalla navata sinistra a quella destra 27,50 m

Altezza : della volta centrale 18,00 m

Altezza della facciata esterna dal livello della strada sino alla croce 25,00 m

Altezza della cupola 30,50 m.

All'interno la chiesa madre è a croce latina a tre navate e a dieci archi più due piccoli archi di collegamento con il prospetto.

Al centro si eleva alta e bella la cupola architettonicamente appartenete allo stile toscano.

Lo stile architettonico della facciata si divide in due ordini: la parte inferiore

dalla base sino al primo cornicione è di stile Corinzio, tutta le rimante parte superiore è di stile composito.

Alle due estremità laterali dei due piani vi sono quattro grandi statue di argilla cotta raffiguranti in alto san Pietro e san Paolo, in basso san Giuseppe e san Vincenzo.

Le colonne- lesene della facciata, i capitelli i frontoni, i fregi, i cornicioni, le trabeazioni furono intagliati da maestri scalpellini provenienti dalla vicina Sciacca.

All'interno nella prima cappella della navata destra, si trova la statua di santa Rosalia del Quarantino;

Nella seconda cappella vi è il gruppo statuario della Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina;

Nella terza cappella si ammira un grande crocifisso, bellissima scultura di un autore sconosciuto del 700, alla sua destra una statua dell'Addolorata e alla sinistra san Giovanni Evangelista in legno del Quarantino; nella quarta cappella un gruppo statuario della Sacra famiglia in legno delQuarantino;

Nell'ultimo altare della navata destra, chiusa in una elegante cappella in legno la statua dell'Immacolata, scolpita in legno da un ignoto scultore napoletano del XVIII secolo, sotto in un'urna di cristallo la statua dell'Assunta;

Nella parete al di sopra dell'altare una grande tela (4,10×2,60 m) raffigurante l'Immacolata, dipinta dal pittore cappuccino padre Fedele Tirrito da San Biagio Platani, la Madonna quasi in estasi si staglia in uno sfondo luminoso ricco di angeli che la sollevano verso il cielo;

Nella parete analoga della navata sinistra vi è altra tela dello stesso pittore raffigurante la SS.Trinità.

Sopra l'altare maggiore del Coro sul muro dell'abside campeggia una terza tela anch'essa dipinta da padre Fedele Tirrito, raffigurante l'Annunciazione;

Sui muri laterali del coro due grandi tele del Velasquez raffiguranti la Donna adultera e La profanazione del tempio dono, di un certoo signor Forcalle, che fu un ricco amministratore del duca Diego Pignatelli Aragona Cortes, duca di Terranova, allora barone di Casteltermini;

Sotto l'altare del Cuore di Gesù un gruppo statuario dello scultore Quarantino raffigurante l'ultima cena, esso è stato realizzato sul modello del cenacolo che il grande Leonardo da Vinci dipinse a tempera sul muro secco del refettorio di Santa Maria delle Grazie di Milano;

Alla destra dell'altare dell'Immacolata vi è un monumento, sepoltura in marmo policromo artisticamente molto bello eseguito da uno scultore sconosciuto dedicato ad un illustre prelato di Casteltermini: don Antonio Castelli, barone di Raaltavilla, abate di Sant'Anna di Protopapa, fatto costruire nel 1702 dal don Paolo Castelli.

Chiesa di San Giuseppe

Per favorire una migliore assistenza religiosa anche agli abitanti della zona suburbana del nascente paese nell'anno 1641 venne costruita una chiesetta che nel tempo venne migliorata ed ingrandita fino a diventare quella che oggi è la chiesa di San Giuseppe.

L'unica chiesa di Casteltermini rivolta ad occidente, anziché ad oriente, così come voluto dalla simbologia del periodo paleocristiano.

Costruita su di un poggio roccioso, vista dalla piazza Duomo mostra tutta la sua bellezza architettonica nello splendido stile Barocco siciliano.

Il suo prospetto semi – circolare è ricco di colonne, lesene di trabeazioni, di cornici, di balaustre.

Ai lati della facciata vi sono due nicchie una volta occupate da due statue scolpite in pietra raffiguranti San Giuseppe e il Cuore di Maria.

Nella parte superiore si notano tre celle campanarie.al centro dell'artistico campanile al di sopra della campanaria un grande orologio.

All'interno della chiesa vi sono nelle due nicchie a destra due bellissime statue scolpite in legno: Il sacro Cuore di Maria e San Giuseppe, entrambe le opere dello scultore Rosario Bagnasco;

Nelle due nicchie di sinistra altre due statue: S. Michele Arcangelo scolpita in legno dallo scultore Calogero Cardella e un grande Crocifisso in carta pesta, con le braccia mobili per essere adoperato nelle funzioni del giovedì Santo

Nella sagrestia un Urna costruita da due ebanisti castelterminesi, tutta in legno dorato e cristallo con ai quattro angoli gli angeli scolpiti in legno.

È l'unica chiesa del paese a non avere una precisa data di nascita. Sorge a 3 km dal centro abitato e vi si custodisce una grande croce lignea, che alcuni esami al C14(Istituto internazionale ricerche geotermiche di Pisa) ne fanno risalire l'età del legno e probabilmente anche la costruzione all'anno 12 d.C. conferendole il titolo di Croce Paleocristiana essendo la più antica al Croce al mondo di cui si conosca l'esistenza.

Chiesa di Gesù e Maria

Venne costruita nell'anno 1690 ad iniziativa di alcuni benefattori e degli abitanti che andavano popolando quella zona ancora suburbana.Ha una sola piccola navata ed il solo altare maggiore. Sul lato destro della navata, dentro le antiche nicchie chiuse da apposite vetrate, si conservano le seguenti statue:

Il SS. Salvatore o Gesù Risorto; una stupenda statua in legno, scolpita dallo scultore palermitano Vincenzo Genovese; il volto radioso e sublime, tutti i rilievi anatomici del corpo nudo, che traspaiono dalle carni ricolme di vitalità, la raffinata modellatura della barba e dei capelli di Gesù, denotano la maestria e la sensibilità dell'artista. Come la statua del Nazareno del Quarantino, anche questa del Santo Salvatore, esercita sulla folla dei fedeli, un grande fascino, e genera una intensa emotività.

Sant'Anna; bella scultura in legno, attribuita allo scultore Achille Guerrazzi di Livorno, della fine del secolo XVIII.

La Maddalena; scolpita in legno dallo scultore Quarantino, dalla grande espressività dolorante.

La Madonna del Soccorso (Maria Ausiliatrice); pregevole scultura in legno, attribuita allo scultore Minaia di Torino, portata a Casteltermini, su ordinazione, nell'anno 1885.

Nel vano sottostante all'altare maggiore, dietro una custodia di cristallo si conserva, ancora in buone condizioni, un gruppo statuario in carta pesta raffigurante S. Giuseppe morente assistito da Gesù e dalla Madonna, da attribuire allo scultore Quarantino.

In fondo all'abside, in decorosa cornice di legno, vi è una grande tela raffigurante la Madonna che mostra un libro a Gesù Bambino, e San Giuseppe. Una Pittura stupenda che per i lineamenti, tonalità, luminosità, l'affinità delle immagini, il profilo e l'atteggiamento del volto della Madonna, le nubi, la colomba, il S. Giuseppe, sembrano richiamare lo stesso pennello che dipinse la tela della Sacra Famiglia della Chiesa di S. Giuseppe, quello del celebre Carreca, o in ogni caso, di un pittore della sua scuola, certamente del XVII secolo.

All'interno, situato sul pulpito, il Tetragramma, (????) composto dalle quattro consonanti ebraiche, che corrisponde al nome di Dio in italiano, GEOVA.

Persone legate a Casteltermini

La città ha dato i natali a diversi personaggi illustri:

Gemellaggi