Architetture civili   Palazzo Zacco; il palazzo, tra i più belli di Ragusa superiore, fu costruito dal barone Melfi. Si presenta con due prospetti, in ognuno dei quali si aprono tre balconi nel piano nobile. Il portone d'ingresso è fiancheggiato da due colonne su alti plinti in pietra pece, con capitelli corinzi sui quali poggia il balcone centrale con una ringhiera mistilinea in ferro battuto. Gli stipiti dei balconi sono sorretti da mensoloni con due registri: in quello inferiore mascheroni grotteschi, in quello superiore figure fantastiche che ricalcano quelli di altri palazzi nobiliari coevi o realizzati nei decenni precedenti. Nella testata ad angolo tra le due strade l'enorme scudo araldico dei Melfi di S. Antonio. Con questo palazzo entra a Ragusa lo stile rococò più sfrenato che ha riscontro solo in pochi altri edifici. Il palazzo diverrà la sede del museo delle tradizioni ragusane.[27]
  • Palazzo Schininà di Sant'Elia; fu costruito alla fine del XVIII secolo dal barone Mario Leggio Schininà marchese di Sant'Elia e primo sindaco di Ragusa superiore. Si estende per un intero isolato, dal 1950 la parte nord è stata regalata alla diocesi e successivamente vi furono trasferiti la sede del vescovado e alcuni uffici amministrativi. Del lunghissimo prospetto è completo solo il piano terra su cui si aprono i due portoni. La facciata dell'ala nord ha sette balconi al primo piano: nel mezzo si trova il portone centrale, delimitato da due paraste su alti plinti, arricchite da ghirlande, con capitelli rococò. Dal portone si accede a un cortile interno da cui si diparte il sontuoso scalone che porta ai portici del piano nobile I sei balconi sono sorretti da grandi mensoloni con finissimi motivi fogliacei; gli ornamenti degli stipiti ripetono il motivo del balcone centrale e culminano con una classica conchiglia barocca. È la più grande costruzione del tardo settecentesco di Ragusa.
  • Palazzo Sortino-Trono; il palazzo fu edificato nel 1778 su parte delle mura dell'antico castello. L'imponente prospetto sovrasta la piazza degli archi e si affaccia sulla balconata. Vi è un ampio portale d'ingresso, lievemente convesso, che regge un balcone dalla cornice alquanto lineare realizzata in pietra calcarea con intarsi in pietra pece. I tre balconi laterali hanno grandi mensole in pietra pece scolpite a motivi vegetali e nelle aperture cornici in pietra calcarea, con un caratteristico fregio a lambrecchini di gusto rococò. Ai lati del portone d'ingresso due piccole aperture di forma ovale e nei tre partiti, grandi finestroni dalla cornice mistilinea sormontata da un fregio a conchiglia.
  • Palazzo Bertini; edificato alla fine del settecento, caratteristiche sono le sculture presenti, tre grandi teste, dette "mascheroni" che raffigurano tre personaggi della cultura barocca: il mendicante, il nobile e il mercante. Il primo è coperto di stracci e mostra un viso deforme con un grande naso e la bocca senza denti, il nobile, dallo sguardo fiero, ha un elegante cappello piumato da cui fuoriesce la capigliatura a boccoli, mentre il mercante ha il viso paffuto con un grande turbante ed un orecchino con una grande perla, segno di ricchezza e opulenza.
  • Palazzo Nicastro; edificato nella prima metà del XVIII secolo, divenne sede della cancelleria comunale, il prospetto principale si affaccia su una piazzetta che anticamente era l'unica via d'accesso al quartiere superiore della città. Due alte lesene racchiudono lo spazio in cui troneggia la grande tribuna, l'elemento di maggior pregio della costruzione.
  • Palazzo Cosentini; edificato nel terzo quarto del XVIII secolo per iniziativa del barone Raffaele Cosentini. I tre balconi presenti, si caratterizzano per la ricchezza di decorazioni delle mensole con mascheroni dai volti grotteschi e deformi sormontati da figure di musicisti, in quello centrale, figure alludenti all'abbondanza e in quello a destra, personaggi del popolo. Il prospetto è laterale, delineato da due alte paraste.
  • Palazzo La Rocca; costruito intorno al 1765 dal barone La Rocca di S. Ippolito. Il prospetto, ad un piano, sobrio ed elegante, è caratterizzato da sette balconi sorretti ognuno da tre mensole in pietra pece. Vi sono raffigurate delle figure antropomorfe tra cui particolarmente interessante il flautista, il suonatore di liuto, la popolana col bimbo e le due figure unite in un abbraccio, ripetuto dai puttini nelle mensole piccole laterali.
  • Palazzo Battaglia; la costruzione fu iniziata nel 1724 probabilmente dal Gagliardi. La facciata principale, rivolta verso la chiesa della SS. Annunziata, è costituita da un pianterreno ed un primo piano separati da una semplice fascia di pietra, nel sovrastante piano nobile troviamo tre balconi dalle sobrie cornici; quello centrale è sormontato dal grande scudo araldico con gli stemmi della casa nobiliare delle famiglie Battaglia e Giampiccolo.
  • Circolo di conversazione; l'aristocrazia ragusana decise di costruire un proprio circolo di conversazione, raro esempio di stabile costruito appositamente a tale scopo. È chiamato anche Caffè dei cavalieri. Costruito nel 1850 in stile neoclassico è una delle poche strutture ricreative che si è conservata intatta. Il prospetto ad un piano, si presenta elegante e sobrio lungo circa 10 metri, in stile neoclassico. Ha tre porte divise da sei paraste scanalate con capitelli di stile dorico, il cornicione ornato da triglifi, in corrispondenza delle porte presenta tre bassorilievi con due donne alate che sorreggono una lampada e due sfingi ai lati. Sul cornicione, lo stemma della città affiancato da due leoni antropomorfi circondati da una ghirlanda di fiori. Il fastoso salone delle feste mostra un soffitto affrescato dal ragusano Tino Del Campo alla fine del XIX secolo con un'allegoria delle arti e delle scienze e quattro medaglioni agli angoli. Trattandosi di un locale privato non è aperto al pubblico, ma la disponibilità dei soci ne permette spesso la visita.
  • Architetture militari
    • Porta Walter o Porta Vattiri è l'unica delle cinque porte d'ingresso alla città antica che ha resistito ai secoli e rappresenta uno dei pochi resti della cinta muraria[28]. Fu edificata nella prima metà del '600 in occasione della visita del Viceré di Sicilia Giovanni Alfonso Enriquez de Cabrera. La porta, alta 5 metri e larga 3, sopra l'arco a sesto ribassato ha un'iscrizione in latino su due file di blocchi intagliati di calcare. Purtroppo le sei righe di caratteri latini sono ormai quasi illeggibili. Da Porta Walter scende una stradina che porta alla vallata Santa Domenica e alla strada per Modica.
    • Mura Bizantine; accanto alla Chiesa del santissimo Signore Trovato che si trova alla periferia orientale di Ragusa Ibla e dietro la Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio[29] nel quartiere degli Archi si trovano i resti di mura bizantine del VIII secolo che facevano parte della cinta muraria difensiva del Castello di Ragusa costruito dai bizantini e poi ingrandito dai normanni.
    • Torre Cabrera di Marina; si trova nel territorio comunale anche la Torre Cabrera di Marina di Ragusa che è una torre di difesa costiera che fu costruita nel XVI secolo a protezione del caricatoio del porto vecchio della frazione ragusana.
    • Castello di Donnafugata; la leggenda narra che la principessa Bianca di Navarra, fu imprigionata dal conte Bernardo Cabrera signore della Contea di Modica, ma la principessa riuscì a fuggire attraverso le gallerie che conducevano nella campagna che circonda il palazzo. Il conte era talmente temuto dai sovrani di Palermo che non reagirono, né mai ridimensionarono il suo potere.
    Il Castello di Donnafugata.Ma il nome del castello è probabilmente di origine araba, dal nome dato alla località. Si dice che sia stato edificato sulla vecchia struttura di una torre duecentesca[30]; una parte dell'edificio, tra cui la torre, risalgono alla metà del Settecento ma nel suo complesso il possente edificio è dovuto al Barone Corrado Arezzo che lo fece realizzare un secolo dopo inserendo nella facciata principale, in stile neo-gotico con richiami del veneziano, la bella loggia con gli eleganti archi trilobati. L'edificio si sviluppa su una superficie di 2500 m² e consta di ben di 122 vani. Il piano nobile è dotato dell'arredamento originale dell'epoca; vi si accede mediante una grande scalinata monumentale in pietra-pece (tipica della zona ragusana ricca di bitume e olio minerale). Notevoli il salone degli stemmi, con affreschi parietali di insegne nobiliari delle grandi famiglie Siciliane, il salone degli specchi, la sala della musica, la stanza del biliardo, con infine la improbabile, dal punto di vista cronologico, ma affascinante dal punto di vista della leggenda, stanza da letto della principessa di Navarra. Le stanze, le sale e i corridoi sono decorati con stucchi ed affreschi. Il Castello è attorniato da un parco lussureggiante di quasi 8 ettari con grandi alberi di Ficus, ed altre essenze esotiche. Al suo interno si trovano un labirinto, un tempietto circolare, una coffee-house e delle grotte artificiali. (continua/3)