Simboli L'antico simbolo della popolazione Iblea era la lucertola, che deriva dalla famosa Ibla Galeota o Herea. I camarinensi, discendenti dei siculi Iblei, coniavano infatti monete raffiguranti effigi di lucertole, allegoria dei Galeoti o Iblei. Un altro simbolo fu probabilmente anche l'effigie di una donna con testa turrita circondata da api, rappresentante il famoso miele ibleo. Con l'arrivo dei conti normanni, la città acquisì come simbolo l'aquila allocata nella croce di San Giorgio. Tuttora la famosa bandiera viene utilizzata per la Festa di San Giorgio e come bandiera d'Ibla.  Lo stemma deriva dagli antichi conti normanni, come pure lo stemma della provincia che deriva dalla blasonatura del conte Goffredo d'Altavilla.
« D'azzurro, all'aquila al volo spiegato di nero, beccata e rostrata d'oro, coronata dello stesso, tenente un caduceo in banda con la zampa destra e una cornucopia fruttifera in fascia con la sinistra entrambi d'oro. Motto: Crevit Ragusia Hyblae ruinis, ovvero "Ragusa si sviluppò dalle rovine di Ibla". »
Monumenti e luoghi d'interesse  
« Ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all'ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d'animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia »
Ragusa è stata catalogata nel 2002 patrimonio dell'umanità, è una delle città d'arte più importanti d'Italia, grazie a svariate ricchezze artistiche e archeologiche, eredità della sua storia plurimillenaria.La ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693 ha avuto protagonisti famosi quali Vaccarini, Palma, Giovanni Vermexio, Sebastiano Ittar, Vincenzo Sinatra e soprattutto il celebre Rosario Gagliardi. Questi, con l'aiuto di uno stuolo di scultori locali e capomastri, ha contribuito a creare un fenomeno unico e particolare: il Barocco del Val di Noto. Esso è adornato dalla pietra locale, di volute, di vuoti e di pieni, di colonne e capitelli, di statue e di composizioni architettoniche, di cui probabilmente il Duomo di San Giorgio è la massima espressione. Già dalla fine del Cinquecento a Ragusa circolavano libri importanti quali I sette libri di architettura di Sebastiano Serlio, i Quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio, le opere di Domenico Fontana ed altri testi di celebri architetti.In generale il barocco ragusano è una rielaborazione di opere o disegni, spunto in cui si inserisce il gusto raffinato ed eclettico dell'artista, infatti molti mastri-scultori costituirono la base sulla quale la fantasia, l'estro e l'abilità di questi, riprodusse e personalizzò modelli e schemi, ricavando con la pietra locale, calda e dorata, effetti riferibili solo al barocco ibleo. La maggior parte del patrimonio artistico, con la sola eccezione della cattedrale di San Giovanni Battista e di qualche palazzo settecentesco, si trova nel quartiere antico di Ibla. Il solo quartiere di Ragusa Ibla contiene oltre cinquanta chiese, la maggior parte sono in stile tardo barocco. Anche i palazzi storici sono numerosi.Di tutte le strutture edificate fra la tarda antichità e la fine del Seicento esistono solo frammenti: un breve tratto della cerchia di mura, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della Chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del Duomo di San Giorgio, datate 1570 attribuite ad Antonio Gagini, figlio del grande Antonello Gagini, morto nel 1536; alcuni frammenti della lapide del conte Bernardo Cabrera.Innumerevoli furono le opere portate al termine negli anni trenta in brevissimo tempo, a coordinare i progetti fu chiamato l'architetto Ugo Tarchi della reale accademia di Brera, che in particolare curò lo studio urbanistico e la costruzione di piazza Impero, con il maestoso Palazzo del Fascio caratterizzato dall'alta torre centrale, su progetto dell'architetto Ernesto Lapadula. Sulla medesima piazza si avviò anche la costruzione del Palazzo del consiglio provinciale delle corporazioni, oggi sede della Camera di Commercio, su progetto dell'architetto Fichera. Al lato della Cattedrale si trova il Monumento ai Caduti, opera in bronzo dello scultore Sindoni, su basamento rivestito di marmo, inaugurato il 12 maggio del 1924 in occasione della prima visita a Ragusa di Benito Mussolini. (continua/2)Architetture religiose
  • Portale di San Giorgio; l'antica chiesa di San Giorgio edificata nel XII secolo, ebbe la massima attenzione da parte del conte Goffredo che modificò e ampliò e arricchì la primitiva chiesa sia negli aspetti architettonici che nell'arredo e nelle dotazioni patrimoniali. La Chiesa a giudicare dal portale doveva essere di grande magnificenza, in linea con l'estetica che lo stile ogivale esigeva, si trattava dunque di un grande tempio a tre navate separate da sette colonne per lato, arricchite da ben dodici altari oltre i tre dell'abside al Fonte Battesimale. Caratteristica dell'edificio era soprattutto il campanile, edificato dall'architetto ragusano Di Marco, mirabile esempio di architettura con i suoi 100 metri d'altezza fu tra i più alti d'Europa. Del terribile terremoto del 1693 purtroppo resta solo il portale, magnifico esempio di architettura gotico-catalana costruito con blocchi di calcare tenero, dal tenue colore rosato. La lunetta sopra l'architrave rappresenta il santo cavaliere che trafigge il drago, con la regina di Berito inginocchiata che assiste alla scena. L'arco è contenuto tra due lesene scanalate e lo spazio superiore è arricchito da due grandi losanghe, all'interno delle quali alloggia l'aquila ragusana. Gli interstizi tra le colonne dell'arco sono ornate da figure che rappresentano le arti e i mestieri e lungo tutta la superficie da una teoria di figure mostruose e immaginarie, tra fiori e foglie, eredità dei bestiari medievali. Nelle strombature ha eleganti colonnine a fascio, che si uniscono formando un armonioso arco; l'ultima colonna dei nove fasci non segue l'arco ma si restringe, si alza sugli altri otto per formare un grande fiore. Il portale è tra i più importanti simboli della città, inoltre il noto premio Portale d'argento assegnato dalla città di Ragusa si fregia della contemporanea presenza del premio di rappresentanza del presidente della Repubblica Italiana.
  • Cattedrale di San Giovanni Battista; è fra le più grandi chiese della Sicilia[25], prima del terremoto sorgeva nella parte ovest della città, sotto le mura del castello. I capomastri Giuseppe Recupero e Giovanni Arcidiacono progettarono la riedificazione in stile barocco. Possiede una maestosa facciata, ricca di intagli e sculture, è divisa in cinque partiti da grandi colonne, sul lato sinistro svetta il campanile che si innalza per oltre 50 metri. L'interno è a croce latina, con presbiterio absidato, è diviso da tre ampie navate e quattordici colonne in pietra pece ragusana come anche il pavimento, costituita anche da intarsi in calcare bianco, mentre nel 1858 fu costruito il grande organo Serassi con l'ampia cantoria in legno scolpito e dorato. Dal 1950 la chiesa è sede della cattedra del vescovo e madre di tutte le chiese della diocesi. All'incrocio del transetto con la navata centrale, nel 1783, venne innalzata la cupola che, nei primi anni del secolo XX, fu rivestita con una copertura di lastre di rame, per eliminare le nocive infiltrazioni d'acqua piovana che ne stavano compromettendo la struttura. Nella prima metà del XIX secolo gli altari delle navate laterali originariamente in pietra calcarea riccamente scolpita e dorata, opera degli intagliatori ragusani della famiglia Cultraro, sono demoliti e trasformati in piccole cappelle, in cui vennero posti dei sobri altari in marmi policromi.
  • Duomo di San Giorgio; è una delle massime espressioni a livello mondiale dell'architettura sacra barocca, la chiesa antica sorgeva all'estremità est dell'abitato, dove si trova ancora l'antico portale. Fu riedificata al posto della chiesa di San Nicola, che fino al XVI secolo era stata di rito greco. Del progetto venne incaricato il grande architetto Rosario Gagliardi, si conservano tuttora le antiche tavole originali, esso è caratterizzato dalla monumentale facciata a torre che ingloba anche il campanile nel prospetto e termina con una cuspide a bulbo. La sua collocazione al termine di un'alta scalinata e la sua posizione obliqua rispetto alla piazza sottostante ne accentuano l'imponenza e gli effetti plastici. La cupola di gusto neoclassico a doppia calotta, poggiante su due fila di colonne sarebbe stata progettata dal capomastro ragusano Carmelo Cultraro, ispirandosi alla cupola del Pantheon di Parigi. All'interno si trovano le statue del Gagini e si trova inoltre il capolavoro della ditta Serassi che lo volle chiamare Organum maximum in quanto sintesi della migliore arte organaria all'epoca esistente composto da 3368 canne. Nelle cappelle delle navate laterali si trovano tele dei migliori[26] artisti del settecento siciliano: D'Anna, Tresca, Manno. Sopra le porte laterali sono conservati i due simulacri che vengono portati in processione per le strade, durante la festa patronale di San Giorgio: la statua del Santo a cavallo opera dello scultore palermitano Bagnasco, che la realizzò nel 1874, e la grande cassa-reliquiario in lamina d'argento sbalzata, opera del 1818 dell'argentiere palermitano Domenico La Villa. Le finestre della navata centrale sono chiuse da vetri colorati, artisticamente istoriati: in tutta la chiesa ve ne sono ben 33, raffiguranti 13 episodi del Martiorio di San Giorgio, 6 figure di Santi, 14 simboli vari, realizzati su disegni di Amalia Panigati. L'architettura trova corrispondenza non tanto nelle Chiese italiane, ma è molto più simile ai modelli dell'Europa del nord, come le chiese londinesi di Hawksmoor o quelle di Neumann in Franconia, che sviluppano in facciata il tema del partito centrale a torre.
  • Chiesa di Santa Maria dell'Itria; la chiesa di Maria Santissima dell'Itria è la chiesa commendale del Sovrano Militare Ordine di Malta sotto il titolo di San Giuliano, fondata dal barone Blandano Arezzi nel 1626, vicino all'ospedale col medesimo nome. Il nome deriva dal greco Odygitria (ovvero colei che indica il cammino). La chiesa, che è situata al centro dell'antico quartiere ebraico di "Cartellone", non fu particolarmente colpita dal sisma, essa però venne ugualmente ampliata e modifica in stile barocco, diventando uno dei luoghi di culto più importanti del quartiere.
  • Chiesa di Santa Maria delle Scale; costruita nel XV secolo del cui periodo rimangono avanzi di un portale e di un pregevole pulpito in pietra in stile gotico.
  • Chiesa di San Filippo Neri; sorta intorno al XVII secolo grazie alla confraternita devota al santo, il prospetto molto semplice si affaccia su un piccolo sagrato ed è impreziosito dal portone d'ingresso. L'interno, ad aula, con una cappella sul lato destro, fu rimaneggiato alla fine dell'Ottocento.
  • Chiesa di Santa Maria dei Miracoli; venne edificata intorno alla metà del XVII secolo dopo il rinvenimento di una immagine della Madonna col Bambino, di origine bizantina. Ha una pianta ottagonale allungata e rappresenta dunque un unicum nel contesto ibleo, il dipinto sacro, presenta caratteri cirillici preslavi, tuttora avvolta nel mistero, anche se secondo la leggenda fu portata da Isacco Comneno dove qui fu sepolto.
  • Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio; ricostruita completamente nel XVIII secolo a tre navate e con facciata tripartita. Vi si conservano pregevoli tele e la statua in argento del XVII secolo del santo.
  • Chiesa di San Giuseppe; edificata nel 1756 per iniziativa delle monache benedettine, progettata dal Gagliardi, la facciata a tre ordini, ricca di intagli e sculture. L'interno è caratterizzato da una pianta ovale, la copertura è costituita da una grande cupola.
 
  • Convento e chiesa di Santa Maria del Gesù; costruita intorno al 1636 per volere dei frati minori riformati, il prospetto ha una caratteristica forma a capanna e ha come unico ornamento il portale scandito da due semicolonne che reggono un timpano spezzato. Vi è un piccolo campanile posto sul lato sinistro della chiesa. L'interno è riccamente adornato da stucchi e affreschi.
  • Convento e chiesa di San Francesco all'Immacolata; la chiesa sorse probabilmente nel XIII secolo, i frati francescani la vollero allocare all'estremità dell'abitato per poter svolgere l'accoglienza e la cura dei malati. La torre campanaria è tra le più antiche della Sicilia, databile infatti al periodo svevo.
  • Chiesa di San Vincenzo Ferreri; la chiesa venne costruita agli inizi del XVI secolo, non fu particolarmente danneggiata dal terremoto, però probabilmente subì qualche modifica. Ha un prospetto lineare molto semplice che presenta due colonne con capitelli corinzi e un timpano, spezzato da un finestrone. Particolare è il campanile impreziosito da fasci di pietre policrome. L'interno è affrescato con pitture murali che rappresentano la Ragusa medioevale, all'esterno è presente un'antica meridiana risalente ai primi del XVI secolo. La chiesa è stata oggetto di un importante restauro terminato nel 2010; l'edificio è attualmente adibito ad auditorium pubblico.