MARINEO (PA) : LA SCHEDA (C.A.P. 90035) dista 142 Km. da Agrigento, 124 Km. da Caltanissetta, 231 Km. da Catania, 143 Km. da Enna, 266 Km. da Messina, 30 Km. da Palermo, alla cui provincia appartiene, 265 Km. da Ragusa, 289 Km. da Siracusa, 118 Km. da Trapani. Il comune conta 6.772 abitanti e ha una superficie di 3.332 ettari per una densità abitativa di 203 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona collinare interna, posta a 575 metri sopra il livello del mare.

 

DESCRIZIONE: La valle del torrente Eleutero che scende pigramente verso il mare fra il verde di fertili orti ed agrumeti. In lontananza si staglia il rudere dei "Tredici ponti", antico viadotto della linea ferroviaria a scartamento ridotto Palermo S. Erasmo - Corleone - Burgio, dismessa negli anni '50

LA STORIA: Marineo fu fondato nel 1553 da Francesco Beccadelli Bologna che successivamente, esattamente nel 1559, ordino' l'edificazione del Castello. Grazie ad alcuni ritrovamenti archeologici effettuati nella localita' Montagnola si puo' supporre l'esistenza nella zona di insediamenti che abbracciano un periodo storico che va dall'eta' protostorica ai primi decenni del XIV secolo. Le principali strutture architettoniche ed artistiche della citta' sono il gia' citato castello ed alcuni edifici sacri. Il castello e' situato su di uno sperone roccioso e si presenta con gli elementi tipici di una dimora rurale gentilizia. L'originaria struttura e' stata modificata dalla ricostruzione cinquecentesca effettuata dopo una fase d'abbandono. La seicentesca Chiesa Madre cittadina e' intitolata a San Ciro. La struttura originaria ha subito delle modifiche durante il XIX secolo. Da ricordare, infine, il Convento Francescano o Santuario della Madonna della Dajna. All'interno della Chiesa ad esso collegata si possono ammirare la seicentesca statua rappresentante San Vito ed il cinquecentesco gruppo rappresentante la Pieta'. L'attuale centro abitato di Marineo a 30 chilometri da Palermo è situato su un poggio sovrastato da un'imponente rupe, la Rocca (chiamata dai poeti "Dente canino della Sicilia" o "Tomba di Polifemo"). Il feudo di Marineo fin dal sec. XV apparteneva all'Ospedale Grande di Palermo. Nel 1549, Nicola di Amari che deteneva il feudo di Marineo in enfiteusi, lo cedette a Francesco Beccadelli Bologna, al quale nel 1550 venne concessa, dietro pagamento di una forte somma, la "licentia populandi "dall'Imperatore Carlo V. Con essa otteneva il diritto di ricostruire un insediamento. A Francesco Bologna si deve la costruzione del Castello, della chiesa del Crocifisso e della Matrice. Sulla collina denominata la "Montagnola" si è svolta una lunghissima fase di civiltà, prima che sorgesse il paese attuale: la collina alta 623 metri sul livello del mare, domina il fiume Eleutero. Offriva all'insediamento umano un agevole declivio a Nord-est, pareti a taglio inespugnabili ed un unico facile accesso. Alcuni rari frammenti di utensili di ceramica riconducono l'origine del sito sulla Montagnola all’ VIII secolo a.C. La città acquistò col tempo prestigio e importanza per la sua posizione di cerniera tra la costa e l'entroterra, in quanto collocata sulla strada che collegava Palermo e l'interno. Centro indigeno, risentì l'influsso degli Elimi, e successivamente dei Punici e dei Greci. Dopo la conquista romana iniziò il progressivo declino della città sulla Montagnola culminato con la quasi scomparsa nel periodo precedente la conquista araba. Gli Arabi ripopolarono la collina che riprese vigore nei secoli sotto i Normanni. Nella metà del XIV secolo a margine delle lotte fra fazione latina e catalana in Sicilia, il sito venne abbandonato e la città scomparve.